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WALL STREET IN RALLY, DOW VOLA SOPRA I 14000

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Non poteva aprirsi meglio il nuovo trimestre per la borsa americana. Il Dow Jones ha guadagnato l’1.38% ad un nuovo record di 14087 punti (max intraday 14105), l’S&P500 l’1.33% a 1547, il Nasdaq e’ salito dell’1.46% a 2740. Gli operatori hanno guardato ben oltre gli allarmi giunti dal comparto finanziario proseguendo con vivacita’ sulla strada dei rialzi nella speranza di una continuazione della politica accomodante da parte della Fed.

Gli operatori hanno letto in positivo (e perfino con eccessiva euforia) l’ultimo intervento di Alan Greenspan: l’ex presidente della Fed intervenuto a Londra ha dichiarato che “la crisi finanziaria e’ quasi terminata”. Le sue parole sono rimbalzate di qua e di là dell’Oceano facendo scattare ordini di acquisto soprattutto sui titoli finanziari e sugli immobiliari. Intervento a dir poco atipico, alla luce del fatto che proprio lo scorso venerdi’ Greenspan aveva lanciato un allarme sull’aumento al 50% delle probabilita’ che l’economia degli Stati Uniti possa scvolare in recessione.

A rafforzare la tesi di ulteriori tagli ai tassi d’interesse e’ stato l’aggiornamento sul settore manifatturiero con l’indice ISM
scivolato a 52 punti a settembre, ai minimi di sei mesi. Cio’ e’ stato sufficiente a far dimenticare presto agli operatori i due pesanti profit warning lanciati dai colossi finanziari UBS (UBS) e Citigroup (C). La banca svizzera ha dichiarato che a causa della crisi del credito legata ai mutui subprime riportera’ la prima perdita trimestrale di nove anni e che adottera’ un taglio della forza lavoro; il gigante americano ha annunciato un “considerevole” calo dei profitti, probabilmente 60% in meno rispetto allo scorso anno.

L’ottimismo e’ anche basato sulle prospettive degli utili societari. Con il peggio del “credit crunch” ormai alle spalle, gli investitori scommettono su un miglioramento dei risultati fiscali della Corporate America che possano fungere da solido supporto per un ulteriore apprezzamento dei titoli.

Ottobre e’ dal punto di vista storico il peggior mese per il comparto azionario; i maggiori crolli (1929 e 1987) si sono sempre materializzati in questo periodo: sara’ interessante seguire con attenzione l’andamento dei listini nei prossimi giorni, in parallelo al rilascio di nuovi dati macro che potrebbero offrire alla Fed importanti segnali sulle scelte di politica monetaria.

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Dei trenta titoli che compongono il Dow Jones solo tre hanno chiuso in rosso (General Motors (GM), Alcoa (AA) e AT&T (T)), i maggiori rialzi li hanno realizzati, oltre al gia’ citato Citigroup (C), Verizon (VZ), Hewlett-Packard (HPQ) e McDonald’s (MCD). Tra le altre societa’, in rialzo Teva Pharmaceuticals dopo che la FDA ha respinto la richiesta di Novartis sulla commercializzazione della versione generica del Famciclovir da parte della rivale. Tra le news di M&A, il colosso della telefonia mobile Nokia (NOK) ha rilevato Navteq per $78 ad azione: l’acquisizione del gruppo satellitare garantisce all’azienda finlandese l’espansione della propria presenza nel business “mobile”. Nel comparto retail, tonfo della catena Walgreen (WAG) dopo la brutta trimestrale.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico, il greggio ha continuato a ritracciare chiudendo la sessione poco sopra gli $80 al barile. I futures con consegna novembre hanno perso $1.42 a quota $80.24 al barile.

Sul valutario, l’euro ha chiuso in calo a 1.4229 nei confronti del dollaro. In rialzo l’oro: i futures con consegna dicembre sono avanzati di $4.10 a $754.10 all’oncia. In leggero progresso infine i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 4.5570% dal 4.5770% di venerdi’.