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WALL STREET IN POSITIVO, STREPITOSO RECUPERO

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Dopo aver apeto la giornata in forte calo, i listini azionari americani hanno invertito rotta chiudendo la sessione in territorio positivo. Il Dow Jones, arrivato a segnare una perdita intraday 236 punti, e’ avanzato dello 0.29% a 12145, l’S&P500 dello 0.51% a 1315, il Nasdaq ha guadagnato lo 0.88% a 2263. La reazione del comparto azionario si e’ materializzata subito dopo l’annuncio dell’agenzia di rating Standard & Poor’s, secondo cui la crisi legata ai mutui subprime e’ ormai vicina alla fine per la maggior parte delle grosse banche d’affari.

Le svalutazioni potrebbero ammontare fino a $285 miliardi a livello globale, ma per le istituzioni finanziarie che hanno gia’ riportato i risultati fiscali dello scorso anno, il peggio dovrebbe essere ormai alle spalle. La notizia ha ridato fiducia agli investitori, da tempo preoccupati circa le conseguenze del “credit crunch” sul sistema economico. Forti rialzi sono stati realizzati dalle agenzie di mutui ipotecari Fannie Mae (FNM) e Freddie Mac (FRE) salite rispettivamente +9.20% e +7.30%.

Ad intensificare i timori proprio sul settore bancario prima dell’apertura era stata la notizia relativa al collasso di un fondo gestito dal Carlyle Group per cui sono state stimate perdite di circa $16 miliardi in caso di liquidazione per il mancato raggiungimento di un accordo con i creditori. Segnali negativi erano emersi fin dalle prime ore anche dal fronte macroeconomico, con le vendite al dettaglio in ribasso dello 0.6% nell’ultimo mese, sorprendendo gli analisti (che avevano invece stimato un rialzo dello 0.2%) e preoccupando gli investitori sul rischio recessione.

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Il nuovo record dell’oro, per la prima volta oltre la soglia dei $1000 l’oncia, ha innescato un rally all’interno del comparto minerario, guidato da Newmont Mining (NEM), il secondo maggiore produttore di metallo prezioso, riportatosi ai massimi da gennaio. Barrick Gold (ABX), la societa’ leader del settore, e’ avanzato di oltre il 4%. Gli operatori hanno incrementato gli acquisti sull’oro, bene rifugio per eccellenza, in cerca di protezione contro l’ulteriore scivolone del dollaro.

Sul valutario, il biglietto verde e’ sceso al di sotto dei 100 yen per la prima volta in 12 anni e incrementato lo svantaggio rispetto all’euro a quota 1.56. “Il greenback sembra essere in caduta libera. Le esportazioni continuano a crescere, ma a risentirne sono le famiglie americane, gia’ piegate dalla crisi del credito e dagli incrementi della benzina” ha dichiarato Paul Mendelsohn, capo degli investimenti di Windham Financial.

A tal proposito, non sembra aiutare il nuovo rialzo del petrolio, portatosi ad un nuovo record storico di $111 nell’arco delle contrattazioni. I futures con consegna aprile sull’oro nero hanno poi chiuso in progresso di 26 centesimi a $110.18 al barile. Nel comparto obbligazionario, infine, in ribasso i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 3.5340% dal 3.4830% di mercoledi’.

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