Società

WALL STREET IN FORTE RALLY PRIMA DEL BREAK PASQUALE

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Dopo la parentesi negativa di mercoledi’, i listini azionari americani sono tornati a guadagnare terreno spinti dal dato sull’attivita’ manifatturiera risultato migliore delle attese. Il Dow Jones ha guadagnato il 2.16% a 12361, l’S%P500 il 2.39% a 1329, l’indice Nasdaq e’ avanzato del 2.18% a 2258. Le performance settimanali sono rispettivamente di +3.5%, +3.3% e +2.1%. A permettere ai listini di guadagnare terreno e’ stato anche il nuovo tonfo delle commodities, che ha migliorato le speranze degli operatori su una ripresa della spesa dei consumatori, alla luce di un raffreddamento dei prezzi energetici e dei generi alimentari.

Gli acquisti si sono intensificati sull’azionario subito dopo la pubblicazione dell’indice Philadelphia Fed, il cui effetto e’ stato intensificato dai rumors circolati prima della pubblicazione. Il dato, attestatosi a quota -17.4 punti, e’ risultato leggermente migliore delle attese, ma soprattutto di gran lunga superiore al valore di -33 punti suggerito da alcune voci in mattinata, sempre piu’ insisitenti tra gli operatori a pochi minuti dall’annuncio.

Il fatto ha permesso ai listini di liberarsi cosi’ della debolezza iniziale originata dalle notizie poco confortanti emerse nel preborsa, relative al comparto del lavoro e agli utili societari. E’ risultato peggiore delle attese l’aggiornamento sull’occupazione, con le nuove richieste di sussidio da parte dei disoccupati cresciute a 378 mila unita’ (massimo degli ultimi due mesi), ben oltre le attese. Inoltre, il Superindice, l’indicatore che fornisce una previsione sull’attivita’ economica americana per i prossimi mesi, e’ risultato in calo per il quinto mese consecutivo.

Sul fronte aziendale, in chiaroscuro la trimestrale di FedEx (FDX), il corriere internazionale considerato un po’ la cartina di tornasole dell’economia. La societa’ ha riportato un calo degli utili (comunque a livelli migliori del previsto) e rivisto al ribasso i risultati per il prossimo trimestre, avvertendo che nel 2009 si potrebbe assistere ad un proseguimento del trend ribassista.

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“Si va verso la pausa pasquale in un clima un po’ piu’ disteso”, ha dichiarato l’economista di Commerzbank, Peter Dixon. “Tuttavia l’incertezza sull’outlook economico resta: conclusa la crisi del credito inizieremo a fare i conti con gli utili aziendali. Prevedo rischi al ribasso per almeno altri tre mesi”.


La settimana si era aperta con la notizia shock della (s)vendita di Bear Stearns (BSC) a JP Morgan (JPM) ad un prezzo di appena $2 per azione a causa di problemi legati alla liquidita’ della banca per investimenti effettuati su comparti ad alto rischio. A contenere i timori su un possibile tracollo del sistema finanziario e’ stata, nel giorno seguente, l’ultima manovra della Fed sui tassi d’interesse, abbassati di 75 punti base all’attuale 2.25%.

L’annuncio di nuove aste
per garantire la liquidita’ nel sistema, e la recente adozione di nuove regole sulle garanzie per avere accesso a queste (la prima, di $75 miliardi, e’ prevista per il prossimo 22 marzo), hanno permesso ai titoli del comparto di recuperare gran parte del terreno ceduto negli ultmi giorni. Oggi si sono distinti in positivo i forti rialzi delle due agenzie semigovernative di mutui Freddie Mac (FRE) e Fannie Mae (FNM), bene anche Citigroup (C) (miglior componente del Dow Jones), JP Morgan (JPM) e Goldman Sachs (GS). Lo spider settoriale (XLF) ha realizzato un guadagno intraday superiore al 7%.

La giornata e’ stata caratterizzata anche dal forte recupero del dollaro nei confronti delle principali valute. Il biglietto verde ha recuperato l’1.4% rispetto all’euro, realizzando il miglior rialzo giornaliero di quasi 4 anni. Nel tardo pomeriggio di giovedi’ a New York il cambio tra le due monete e’ di 1.5416. Il rialzo del greenback ha avuto l’effetto di deprimere ulteriormente le quotazioni delle commodities, dove si e’ verificata una nuova ondata di vendite. I futures con consegna maggio sul petrolio si sono portati sotto la soglia dei $100 per poi limitare le perdite a -0.7% a $101.84 al barile. L’oro, dopo aver perso $59 nella seduta di mercoledi’ ha ritracciato di ulteriori $25.30 a $920.00 all’oncia. In rialzo infine i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.3280%.