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Wall Street in calo, guarda ai problemi dei Piigs

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New York – Prosegue in calo la giornata per la borsa americana che cerchera’ comunque di chiudere in positivo la settimana. Ma non sara’ facile vista l’avversione al rischio che capeggia sui mercati, come dimostrano i rialzi del franco svizzero, considerata valuta rifugio che garantisce anche buoni ritorni. Alle 17 ora italiana, il Dow Jones cede lo 0,76% a quota 11.958,04 punti; l’indice Nasdaq arretra dello 0,86%, a 2.663,72 punti, mentre lo S&P 500 cede lo 0,83%, a 1.272,89.

Il trend è negativo nonostante gli ultimi dati macro si possano giudicare nel complesso positivi. Dopo il taglio delle stime della Fed, il Pil e’ cresciuto infattu dell’1,9% nel primo trimestre (lettura finale) rispetto all’1,8% che si attendevano gli analisti e all’1,8% della lettura precedente. Anche i beni durevoli hanno registrato un risultato migliore delle aspettative.

Ma i dati non riescono a risollevare l’umore degli investitori, che guardano soprattutto ai problemi europei e in particolare al caos che ha investito Piazza Affari, all’indomani della nota di Moody’s contro 16 banche italiane, il cui rating è stato messo sotto osservazione.

Circolano anche voci secondo cui Goldman avrebbe consigliato di vendere a spron battuto ieri sera prima della stessa nota dell’agenzia di rating. “Il downgrade di Moody’s potrebbe essere incoraggiato per comprendere i livelli sotto il profilo del debito a lungo termine”, dice a Bloomberg Thomas Laschetti, trader di Tullett Prebon. “Cio’ e’ sufficiente per creare il contesto per una riduzione dell’esposizione nel settore”.

Ma oltre ai problemi italiani ed europei in generale, Wall Street scende per il terzo giorno consecutivo anche per un altro fattore; si tratta del titolo tecnologico Oracle, che ha mettendo sotto pressione in particolare il settore tecnologico. Di fatto, il colosso ha reso noto di aver sofferto un inatteso calo delle vendite di prodotti hardware. Banche e hi-tech sono dunque i comparti più tartassati sui mercati americani, che lasciano l’attenzione per il Pil dietro le quinte.

“C’è ansia sui mercati – conferma a Bloomberg Kevin Caron, strategist dei mercati presso Stifel Nicolaus – Ci saranno sempre più notizie. Se si guarda all’Europa c’è la Grecia, poi le banche italiane. Questi saranno i temi dominanti per un po’. E comunque negli Stati Uniti, i dati economici sono in linea con una ripresa che rimane anemica”.

Passa in secondo piano anche una buona notizia di oggi, rappresentata dalle dichiarazioni del premier cinese Wen Jiabao che ha scritto sul Financial Times che gli sforzi della Cina volti a contenere l’inflazione stanno funzionando e che per questo il ritmo di crescita dei prezzi allenterà il passo. A tal proposito, buona la performance in Asia, con la borsa cinese che ha chiuso in rialzo del 3% la settimana, la migliore cinque giorni da novembre.

Focus anche sull’accordo raggiunto ieri a Bruxelles a favore degli aiuti alla Grecia. Il nuovo ministro delle Finanze Evangelos Venizelos, nonostante i tanti problemi e’ riuscito a strappare di fatto un accordo con Ue e Fmi sulle misure di austerita’ quinquennali. Ma l’accordo non convince i mercati.

Oltre a soffrire i problemi di casa loro, i mercati Usa continuano a scontare anche il problema dei Piigs; oggi per esempio, per quanto riguarda il target del rapporto del 3% tra deficit e Pil in Europa (soglia ideale. il presidente della Commissione Ue Barroso ha dichiarato che l’Europa e’ molto lontana da tutti gli obiettivi che si era fissata per il 2020. Secondo gli analisti anche quelli per 2008 e 2014 non sono realistacamente raggiungibili.

Nel frattempo lo S&P 500 ha perso il 6,6% da quando ha raggiunto il massimo in quasi tre anni alla fine di aprile. Detto questo, seppur in misura quasi irrilevante, la performance dello S&P 500 su base settimanale è positiva per la prima volta da aprile, almeno in questo momento. Il guadagno è però impercettibile, pari allo 0,1%.

Sul fronte delle commodities, i futures con consegna agosto sul petrolio salgono di un tiepido +0,2% a $91,2 al barile. I contratti analoghi sull’oro sono invece invariati a 1.520,2 l’oncia. L’argento cede lo 0,2% a $34,92 l’oncia.

Sul fronte valutario l’euro scende sui mercati newyorchesi a $1,4222 (-0,24%), con il Dollar Index che avanza di oltre lo 0,1% sulle sei principali valute rivali. Quanto ai Treasury, i rendimenti del decennale sono in calo di 0,3 punti base a quota 2,91%.