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WALL STREET IN BILICO. EURO DEPRESSO. ORO TOP STORICO

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Il mercato azionario non riesce ad estendere i rialzi della vigilia, dopo aver cancellato le perdite che hanno caratterizzato una partenza fiacca. Il Dow Jones cede lo 0.34% a 10748.26 88 punti, mentre il Nasdaq chiude sopra la parita’ a 2375.31 (+0.03%). L’S&P 500 ha lasciato sul campo lo 0.34% in area 1155.79. Continua la debolezza dell’euro, dopo la chiusura di Wall Street a quota 1.2660. Senza la liquidita’ del super-piano da $1 trilione, dove sarebbe scesa la moneta europea? Via dall’euro, e in momenti di incertezza tutti sull’oro, che ha aggiornato il nuovo record storico a $1230 (vedi sotto.

A New York lo scenario e’ cambiato in positivo, 2-3 minuti prima della chiusura delle borse europee, non appena a Londra si sono sparse voci di un sblocco dela situazione politica. Il partito dei conservatori e i liberal democratici hanno trovato un accordo per formare una coalizione di governo in Gran Bretagna, che garantira’ stabilita’ e, scommettono i trader, un piano di riduzione del deficit delle finanze pubbliche. David Cameron ha gia’ accettato l’incarico: e’ il nuovo primo ministro del Regno Unito, il piu’ giovane premier degli ultimi 200 anni.

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La notizia ha spinto in netto rialzo i bond di Londra e la sterlina sul dollaro. A meta’ seduta i mercati hanno iniziato a subodorare uno sblocco alla situazione di stallo britannica. Verso meta’ seduta sono iniziate a circolare voci sulle dimissioni del primo ministro Gordon Brown. Voci che sono state poi confermate dai fatti. Brown si e’ recato dalla regina in giornata e ha rassegnato le dimissioni da leader del partito labourista. Per il partito di centro-sinistra si chiude cosi’ un’era politica che lo ha visto comandare per 13 anni (dal 1997).

Sul paniere delle blue chip chiudono sotto la parita’ Merck e Alcoa, con cali superiori al 2%. I settori degli industriali, degli energetici e dei finanziari sono tra i piu’ deboli, penalizzati dalle prese di beneficio dopo i forti rialzi di ieri “drogati” dal maxi-piano varato dai leader finanziari Ue per salvare l’euro e scongiurare un contagio della crisi del debito sovrano.

La compagnia farmaceutica scivola dopo aver aggiornato la linea di prodotti farmaceutici ed emesso l’outlook per l’intero esercizio annuale. Tra le rare note positive del Dow figura invece Walt Disney, che questa sera a mercati chiusi annuncera’ i conti trimestrali. Intel ha virato in positivo di pari passo con il resto del mercato, dopo un avvio in sordina.

Intanto i dubbi sul futuro della moneta unica rimangono. Tanto che qualcuno prospetta anche un valore a 1.20 dollari nell’arco di tre mesi. D’altra parte sono molti gli interrogativi che ancora restano aperti dopo il maxi piano salva-euro. C’e’ chi e’ convinto che il piano stesso sia un vero e proprio flop per quanto, giusto per citarne uno, il segretario generale dell’Ocse Angel Gurria lo abbia da poco definito “credibile” e “di buona taglia”.

Gli investitori ritengono che il piano salva-euro sia insufficiente. Anche se Ue, FMI e Bce hanno promesso di correre in soccorso dei Paesi dell’area euro piu’ bisognosi, perche’ in condizioni fiscali precarie, tali problemi sistemici vanno comunque risolti prima o poi. Ecco che si spiega la performance depressa dell’euro dopo il breve tentativo di riscatto della vigilia.

Ieri si e’ dunque trattato di un rally che si potrebbe definire “di sollievo”. Lo scetticismo dei trader nei confronti del piano ha fatto si’ che sia tornato un certo interesse per il dollaro, che scambia in progresso dello contro le sei principali valute rivali. Gia a meta’ mattinata i prezzi dell’oro erano saliti sui nuovi massimi del 2010 in area $1223 l’oncia.

Nel frattempo il rincaro dei prezzi in Cina fa temere per una stretta monetaria a Pechino. Un eventuale rialzo dei tassi di interesse rischia di rallentare la ripresa economica mondiale.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico le quotazioni del greggio cedono terreno. I futures con consegna giugno segnano un calo di -$0.43 attestandosi a quota $76.37 al barile. Sul valutario la moneta unica ha nuovamente perso smalto a $1.269 (-0.74%).

L’oro torna ad essere comprato con grande intensita’, tale da permettergli di raggiungere i massimi assoluti sopra $1230 l’oncia. Alla chiusura il metallo prezioso ha registrato un incremento di $19.30 (+1.6%) in area $1220.30, avvicinandosi sempre piu’ ai massimi di sempre toccati il 3 dicembre dell’anno scorso. Il rendimento sul benchmark decennale si attesta al 3.5350% dal 3.5410% di ieri.