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WALL STREET: IL PETROLIO AFFONDA GLI INDICI USA

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La seduta di borsa di Wall Street si e’ chiusa con gli indici in netto ribasso. Il Dow Jones ha ceduto l’1.57% a 10.421, l’S&P500 ha perso l’1.08% a 1.200, il Nasdaq e’ arretrato dell’1.02% a 2.070. A scatenare le vendite e’ stato ancora una volta il progresso del petrolio, schizzato ad un nuovo massimo storico, oltre i $60 al barile.

D’altronde, negli ultimi giorni, la domanda piu’ ricorrente sul floor del Nymex non era “se” il petrolio sarebbe riuscito a superare i $60, ma “quando” sarebbe stato in grado di farlo. La risposta e’ arrivata oggi: il contratto future con scadenza agosto si e’ spinto fino a quota $60.06 per poi ritracciare subito dopo e chiudere a $59.42, in rialzo di $1.33. Ma il superamento, seppur breve, dell’importante soglia psicologica, e’ stato sufficiente ad innescare le vendite sui mercati.

Nella giornata di mercoledi’, le scorte di greggio avevano subito un ulteriore calo, il terzo consecutivo. A pesare sul comparto energetico sono ancora le paure relative alla quantita’ di output che, secondo gli esperti, non sara’ in grado di soddisfare la domanda, soprattutto mentre ci inoltriamo in una stagione di punta come quella estiva in cui aumenta il consumo di benzina.

Notizie contrastate sono giunte dal fronte economico. Agli aggiornamenti positivi sul mercato del lavoro, hanno fatto da contraltare i primi segnali di rallentamento del mercato immobiliare.

In particolare, nella settimana conclusasi il 18 giugno, le nuove richieste per i sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti sono scese di 20.000 unita’ a quota 314.000. Si tratta del livello piu’ basso dallo scorso 16 aprile. La cifra e’ risultata migliore delle attese degli analisti, che prevedevano un valore di 330.000 unita’. La media mobile a quattro settimane e’ scesa di 2.500 unita’ a 333.000.

Al di sotto delle attese, invece, i dati relativi al mercato degli immobili. Nel mese di maggio le vendite di case esistenti negli Stati Uniti hanno subito una flessione dello 0.7% e si sono attestate a 7.13 milioni di unita’. Il dato si e’ rivelato peggiore delle previsioni del mercato. Gli economisti si aspettavano in media un valore di 7.15 milioni.

Tra i vari appuntamenti in calendario, va citato l’intervento di Greenspan sulla politica monetaria cinese. Il presidente della Fed ha evidenziato che uno yuan piu’ flessibile permetterebbe un rilancio dell’economia statunitense. Contemporaneamente, la stessa economia cinese potrebbe godere di una maggiore stabilita’ e contribuire alla crescita mondiale.

Ha inoltre rimarcato come le barriere al commercio cinese non aiuterebbero la creazione di nuovi posti di lavoro e inficierebbero pesantemente sull’attivita’ manifatturiera americana. Ha affermato, infine, che la rivalutazione della moneta cinese non è la chiave per risolvere i problemi della bilancia commerciale Usa, afflitta da un profondo disavanzo.

Passando alla cronaca societaria, General Electric ha annunciato un nuovo piano di ristrutturazione con l’intento di ridurre i costi e rispettare le previsioni sui risultati del secondo trimestre. Il titolo ha ceduto oltre il 2.50%.

Negativa anche la performance della farmaceutica Merck. Il titolo ha sofferto in seguito alla circolazione di una notizia secondo cui la societa’ aveva gia’ tentato nel 2000 di apportare delle modifiche al controverso farmaco Vioxx. Le azioni del gruppo si sono deprezzate di circa il 2%.

Tra gli altri titoli del Dow Jones ad aver riportato una particolare perdita citiamo General Motors, IBM e 3M Company. Le uniche blue chip ad aver terminato la seduta in positivo sono state Microsoft e Pfizer.

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In ambito di merger & acquisition, sono emersi ulteriori sviluppi sull’acquisizione di Unocal da parte della societa’ energetica cinese CNOOC. Il gruppo sarebbe intenzionato a pagare una cifra di $18.5 miliardi, superando l’offerta che Chevron aveva avanzato in precedenza.

Nel comparto finanziario, UPS e’ in trattative per l’acquisizione di una quota del gruppo finanziario cinese, Bank of China (BOC). L’affare dovrebbe aggirarsi intorno ai $500 milioni.

Sugli altri mercati, l’euro e’ in calo nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di giovedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ $1.2038. L’oro ha chiuso ai massimi di tre mesi. Il future con scadenza agosto ha guadagnato $3.50 a quota $443.20. In leggero calo, infine, i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 3.95% dal 3.94% di mercoledi’.