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WALL STREET: IL DOLLARO FORTE SPINGE L’AZIONARIO

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Giornata di acquisti sulla borsa americana innescati dal forte recupero del dollaro(+1.5% sull’euro, miglior rialzo giornaliero dal 2004), dal confortante dato macro giunto dal mercato del lavoro e dalla forza del comparto finanziario, galvanizzato dalla conferma del dividendo trimestrale da parte di Merrill Lynch (MER). Il Dow Jones ha guadagnato lo 0.67% a 12848, l’S&P500 lo 0.64% a 1388, il Nasdaq ha chiuso con un progresso dello 0.99% a 2428. La seduta ha sorpreso per la forza del rialzo, dopo l’avvio incerto, per effetto anche delle ricoperture degli short.

Il biglietto verde ha registrato la migliore performance intraday nei confronti dell’euro, complice anche il calo dell’indice IFO che misura il livello di fiducia delle imprese tedesche. A spingere le quotazioni del greenback sono state anche le prese di profitto e le coperture short scattate dopo il raggiungimento della soglia psicologica di 1.60 lo scorso martedi’. Nel tardo pomeriggio il cambio euro/dollaro e’ pari a 1.5684. La maggiore forza del biglietto verde e’ andata ad impattare direttamente sulla domanda per materie prime denominate in valuta americana, e cioe’ petrolio ed oro, oggi in netto ribasso. I futures con consegna giugno hanno archiviato la seduta in ribasso di $2.24 a $116.06 al barile. I contratti con consegna giugno sull’oro hanno ceduto $20.00 a $899.00 l’oncia.

A contribuire al tono positivo e’ stato anche il buon dato giunto dal mercato del lavoro che ha allentato le tensioni circa l’impatto della recessione sull’economia a stelle e strisce. Il calo delle richieste di sussidio da parte dei disoccupati nell’ultima settimana e’ stato pari a 33 mila unita’, sorprendendo gli analisti che invece avevano previsto un rialzo dell’indicatore. Il fatto ha offuscato la nuova contrazione registrata all’interno del settore immobiliare, confermata dal calo delle vendita di nuove abitazioni ai minimi di 17 anni.

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Gli operatori sono riusciti a lasciarsi alle spalle anche la deludente serie di ultime trimestrali societarie. Si respira un clima attendista comunque per i numeri del colosso informatico Microsoft (MSFT) (che saranno diffusi dopo la chiusura delle borse), in seguito al deludente outlook comunicato da Apple (AAPL). La societa’ di Steve Jobs ha ritoccato al ribasso le stime sui margini di profitto in segno di un possibile rallentamento delle vendite (in controtendenza con quanto atteso dagli analisti) ma il titolo e’ riuscito comunque a spingersi al rialzo in sintonia con il resto del mercato, avanzando di oltre tre punti percentuali.

Non sono riusciti a recuperare dalla debolezza iniziale invece Amazon.com (AMZN) e Starbucks (SBUX). Il colosso retail online ha anch’esso annunciato un restringimento dei margini per l’intero 2008, generando un tonfo del titolo superiore al 4%; la catena di coffee-shop americana ha ridotto le stime sui profitti adducendo ad un sensibile calo della spesa dei consumatori Usa: il titolo e’ arretrato di oltre il 10%.

“Il timore e’ che gli elevati prezzi energetici e il rincaro dei generi alimentari possano inficiare pesantemente i portafogli delle famiglie americane. Cio’ avrebbe senza dubbio delle ramificazioni sui profitti aziendali” ha affermato Andre Bakhos, presidente di Princeton Financial Group.

Utile netto in progresso e ricavi migliori delle attese invece per il colosso delle bibite Pepsico (PEP), acerrimo rivale di Coca-Cola (KO), cosi’ come per l’azienda auto Ford (F) il cui titolo e’ schizzato del 12% grazie alle robuste vendite riportate in Europa e nell’America Latina. Vendite sul colosso della telefonia mobile Motorola (MOT) che ha riportato una perdita di $194 milioni, Sell anche sulla conglomerata industriale 3M che ha riportato un calo dei profitti.

Fino ad oggi le 215 societa’ facenti parte dell’S&P500 che hanno gia’ comunicato le trimestrali hanno riportato un calo medio degli utili pari al 21% rispetto allo scorso anno. La crescita delle vendite e’ rallentata al di sotto del 7% dal 7.3% registrato nell’ultimo trimestre 2007.

Sugli altri mercati resta da segnalare il calo dei Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ avanzato al 3.83% dal 3.73%.