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WALL STREET: I CHIP CEDONO SULLA SCIA DI INTEL

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Il calo dei titoli tecnologici continua a mettere sotto pressione il Nasdaq. In ribasso anche il Dow Jones. Gli investitori si concentrano sulla flessione del colosso dei chip Intel (INTC – Nasdaq), penalizzato dalla decisione della banca d’affari Salomon Smith Barney di ridurre le stime sui risultati del secondo trimestre, dell’intero anno 2002 e del 2003.

Il mercato si lascia cosi’ alle spalle il dato positivo relativo ai nuovi cantieri edili di febbraio , snobbato tra l’altro fin dalle prime batture della seduta. L’indicatore ha registrato un rialzo del 2,8% contro il calo del 2,9% stimato dagli analisti, attestandosi al livello piu’ alto dal dicembre 1998.

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A rincarare la sfiducia degli investitori e’ il commento dai toni chiaro scuri della banca d’affari Goldman Sachs, che se da un lato ha aumentato le previsioni sulla crescita del trimestre in corso dal 2,5% al 5%, dall’altro ha sottolineato come la Federal Reserve , dopo la decisione della seduta di martedi’ di lasciare invariata la politica monetaria, alzera’ i tassi di interesse nel 2002, portandoli al 2,5%. Le previsioni spaventano gli investitori, incerti sulla solidita’ della ripresa della congiuntura economica.

In calo i settori chip, petroliferi e finanziari.

Sul Nasdaq cede il colosso software Microsoft (MSFT – Nasdaq), sulla scia di alcune voci di mercato che coinvolgono anche Citrix (CTXS – Nasdaq), il gruppo che produce applicazioni software per server.

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Ribassi per Applied Materials (AMAT – Nasdaq). La societa’ dei chip perde terreno sulla scia di Intel. Male il settore dei computer, che accusa i forti cali di Mercury Computer Systems (MRCY – Nasdaq). Il titolo del gruppo e’ stato penalizzato dalla decisione della banca d’affari Ubs Warburg di ridurre il rating sul titolo da “strong buy” a “hold”.

Registra una flessione il titolo software Verisign (VRSN – Nasdaq), dopo che Robinson Humphrey, analista della banca commerciale Suntrust, ha espresso una nota negativa sul titolo.

Sul Dow Jones si mette in evidenza la performance al ribasso di J.P. Morgan (JPM – Nyse), che accusa la decisione della rivale Lehman Brothers (LEH – Nyse) di ridurre le stime sugli utili .

La seduta si conferma negativa per tutto il comparto dei finanziari, oberati dalle prese di beneficio dopo il rally degli utili per azione messo a segno nell’ultimo mese. I dati forniti dal canale televisivo CNBC parlano chiaro. L’eps (l’utile per azione) di Bear Stearns (BSC – Nyse) e’ cresciuto del 15%, mentre quello di Goldman Sachs (GS – Nyse) del 12%. Sorprendente anche la crescita dell’utile per azione di Lehman Brothers (LEH – Nyse), aumentato del 17%, mentre l’eps di Morgan Stanley (MWD – Nyse) ha registrato un rialzo del 18%.

Neanche gli utili positivi pubblicati prima dell’inizio della seduta dalle banche d’affari Lehman Brothers (LEH – Nyse) e Bear Stearns (BSC – Nyse) sollevano il comparto.

I petroliferi cedono sulla scia di Chevron Texaco (CVX – Nyse), che accusa la decisione della banca d’affari Banc of America di tagliare il rating sul titolo a ‘market perform’. In ribasso anche Exxon Mobil (XOM – Nyse).

Sotto i riflettori il voto sulla fusione HP-Compaq che sara’ espresso in giornata dall’assemblea degli azionisti di Compaq (CPQ – Nyse).

Dopo la sospensione dalle contrattazioni nella prima meta’ della seduta, viene riammesso alle negoziazioni Bristol-Myers (BMY – Nyse), che registra un forte ribasso, in attesa della presentazione di oggi ad Atlanta di uno studio sul Vanlev, un nuovo farmaco per la cura degli attacchi di cuore. Nel frattempo sul titolo si e’ scagliata la scure di Merrill Lynch che ne ha ridotto il rating da ‘strong buy’ a ‘neutral’ sul breve termine.

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