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WALL STREET: GREENSPAN DEPRIME GLI INDICI

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Ancora una giornata difficile per le borse americane, che dopo il forte calo di lunedi’ hanno risentito oggi delle prospettive non troppo positive della Federal Reserve sulla crescita economica. Dow Jones e Nasdaq, entrambi sui massimi della seduta poco prima dell’annuncio della decisione sui tassi d’interesse, hanno invertito la rotta subito dopo il comunicato della Fed.

La banca centrale Usa ha lasciato l’obiettivo sui Fed funds invariato al livello piu’ basso degli ultimi 40 anni (1,75%), ma si e’ mostrata meno ottimista sulla crescita economica rispetto all’ultima riunione, quando aveva affermato che l’economia stava crescendo a un ritmo significativo.

”La misura del rafforzamento della domanda finale nei prossimi trimestri – si legge nel documento ufficiale della Fed – che rappresenta un elemento essenziale per una solida espanzione economica, e’ ancora debole”.

Tra gli altri fattori che hanno inciso sulla seduta odierna, le preoccupazioni degli investitori sulla ripresa degli utili delle aziende. Grande attesa per i risultati trimestrali di Cisco Systems (CSCO – Nasdaq), che saranno comunicati tra poco. La banca d’affari Merrill Lynch ha espresso un giudizio positivo sul gruppo, ma ha sottolineato che gli investitori potrebbero rimanere delusi da alcune dichiarazioni della societa’.

Il Nasdaq ha chiuso a 1.573,82 (-0,30%)
Il Dow Jones a 9.836,55 (+0,29%)
L’S&P 500 a 1.049,49 (-0,30%)

A livello settoriale:

– Seduta negativa per i semiconduttori. Almeno per il momento l’indice di riferimento Phlx Semiconductor Index (SOX) non sembra in grado di riagguantare quota 500. La banca d’affari UBS Warburg si e’ detta ottimista sui risultati trimestrali del colosso delle infrastrutture per chip Applied Materials (AMAT – Nasdaq).

– Secondo la banca d’affari Salomon Smith Barney, questo e’ un buon periodo per accumulare posizioni nei titoli delle societa’ a larga capitalizzazione del settore biotech. L’indice di riferimento Biotechnology Index (BTK) ha chiuso in deciso calo e nettamente sotto quota 400.

– Negativo l’indice di riferimento del settore software (GSO). La banca d’affari CIBC World Markets ha tagliato il rating sul numero due mondiale del comparto, Oracle (ORCL – Nasdaq), da ‘buy’ a ‘hold’. Negativa sull’azienda anche J.P. Morgan, che ha tagliato le stime su fatturato e utili. Tra gli altri titoli del settore, SoundView Tech ha tagliato il rating sul titolo Sap (SAP – Nyse). Il titolo ha chiuso in forte calo.

– Sotto pressione il settore chimico, investito da una nota negativa di Merrill Lynch.

Tra i titoli piu’ scambiati della seduta:

– Samuel Palmisano, amministratore delegato di IBM (IBM – Nyse), ha previsto un forte grigio per il settore dell’high-tech. La banca d’affari Salomon Smith Barney ha tagliato il target price sul titolo del colosso informatico da $105 a $90.

– Crolla la compagnia aerea JetBlue (JBLU – Nasdaq) dopo la notizia che la banca d’affari UBS Warburg ha iniziato la copertura sul titolo con un rating di ‘reduce’ e un target price di $38. JBLU era sbarcata in borsa lo scorso 11 aprile con un prezzo di $27.

– La banca d’affari Morgan Stanley ha alzato il rating sul colosso informatico Hewlett-Packard (HPQ – Nyse) da ‘equal weight’ a ‘overweight’, con un target price di $23.

– Il n.1 mondiale del software Microsoft (MSFT – Nasdaq) ha annunciato l’acquisto della danese Navision per $1,3 miliardi in azioni e contanti.

– La blue chip United Technologies (UTX – Nyse), specializzata nella produzione di prodotti tecnologici per il settore aerospaziale, ha confermato le stime sull’anno fiscale 2002.

– La banca d’affari Merrill Lynch ha tagliato il rating sul colosso delle fotocopiatrici Xerox (XRX – Nyse) da ‘near-term buy’ a ‘near-term neutral’. Il titolo ha chiuso in netto calo.

Sul fronte macroeconomico:

– Un dato positivo sulla produttivita’ nel primo trimestre del 2002 e un dato problematico sulle scorte di magazzino di marzo hanno neutralizzato a vicenda il proprio effetto sui mercati. Nel primo trimestre 2002 la produttivita’ Usa si e’ attestata a +8,6%, l’incremento maggiore dal 1983. Il dato sulle scorte di magazzino all’ingrosso nel mese di marzo e’ rimasto invariato a $284,44 miliardi, dopo essere calato per nove mesi consecutivi. L’attesa era per un -0,4%. Piu’ prodotti del previsto nei magazzini significa meno vendite per le aziende, e quindi meno profitti.

– Negativo il dato sul credito al consumo, che nel mese di marzo e’ cresciuto di soli $4,6 miliardi, contro i $6,5 miliardi previsti dagli analisti.

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