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WALL STREET GIU’, L’FMI AIUTA GLI SHORT

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Profondo rosso per Wall Street che, sulla scia quadro tratteggiato dal Fondo Monetario Internazionale, chiude la prima seduta della settimana in territorio ampiamente negativo. Il Fmi, nell’aggiornamento del Global Financial Stability Report afferma di non vedere la fine della crisi del mercato immobiliare e che “il deterioramento del credito si sta ampliando anche ai mutui primari”.

Un quadro fosco, quindi, che non fa altro che alimentare i già forti timori sullo stato di salute dell’economia americana. Prime indicazioni al riguardo si avranno in settimana, con la prima lettura del pil statunitense e i dati di luglio sulla disoccupazione. A pesare sugli indici è anche il petrolio, tornato a salire e che solo nella giornata si è apprezzato di un dollaro. Il Dow Jones chiude lasciando sul terreno il 2,10% (238,31 punti) a 11.132,2 punti, il Nasdaq cede cede il 2,00% a 2.264,22 punti, mentre lo S&P 500 cala dell’1,83% a 1.234,69 punti.

A guidare il ribasso sono ancora una volta i finanziari. Il Fmi constata il protrarsi di tensioni sui bilanci delle istituzioni finanziarie nonostante i 400 miliardi di svalutazioni già effettuate e intravede la possibilità che diverse banche abbiano bisogno di ulteriori aumenti di capitale, sempre più difficili da realizzare. Osservando come la qualità del credito è peggiorata, l’istituto di Washington mette in evidenza che il rischio che le difficoltà dei mercati contagino l’economia è aumentato.

Fra i singoli titoli Washington Mutual scende del 3,39% a 3,71 dollari, Citigroup cala del 7,43% a 17,45 dollari, mentre Wachovia arretra del 5,51% a 13,70 dollari. Male anche Bank of America (-4,83% a 28,15 dollari), Fannie Mae (-10,82% a 10,30 dollari) e Freddie Mac (-6,65% a 7,72 dollari). Aig lascia sul terreno il 12%. L’aumento delle quotazioni petrolifere pesa su Ford (-5,94% a 4,75%) e Gm (-7,6%). Quest’ultima ha annunciato un’ulteriore riduzione della produzione di pick up e suv e il taglio delle garanzie ai potenziali clienti Saab. Male Verizon (-2,5%) nonostante abbia riportato utili in crescita del 12%, grazie ai ricavi nel settore wireless, ma ha registrato un forte calo nella telefonia fissa. Sale invece KraftFood (+5,11% a 30,88 dollari) dopo aver riportato risultati trimestrali al di sopra delle attese degli analisti.