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WALL STREET: GIUGNO PEGGIOR MESE DAL 2002

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I listini americani, ancora una volta caratterizzati da un’elevata volatilita’, hammo archiviato la seduta contrastati. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0.03% a 11350, l’S&P500 lo 0.13% a 1380, il Nasdaq e’ arretrato dello 0.98% a 2292. Con una perdita mensile pari a -10.2% per l’indice industriale, giugno si conferma il peggior mese da settembre 2002. L’indice e’ in calo del 14.4% dall’inizio dell’anno e bisogna risalire al 1970 per trovare una performance cosi’ pessima per il primo semestre, mentre era dagli anni ’30 (tempi della Grande Depressione) che non si assisteva ad una performance cosi’ brutta nel mese di giugno.

Il clima a Wall Street resta dunque molto incerto. Gli elevati prezzi energetici continuano ad alimentare nuove tensioni sull’inflazione, sulla spesa dei consumatori e sull’abilita’ delle aziende di continuare a generare profitti. In mattinata il greggio e’ arrivato a toccare nuovo massimo storico di $143.67, spinto dalle rinnovate tensioni tra Israele ed Iran, prima di ritracciare e chiudere in lieve calo. I futures con scadenza agosto hanno chiuso la sessione con un ribasso di 21 centesimi a $140 al barile. La performance semestrale dell’oro nero e’ pari a +45.9%, +37.8% per il secondo trimestre, +9.9% per il mese.

“Cio’ implica un inferiore margine di profitto per le aziende e, in particolare, un rallentamento dei consumi a causa dei maggiori costi sostenuti dagli automobiliti per riempire i serbatoi delle auto” ha affermato Rick Meckler, presidente del gruppo d’investimento LibertyView Capital Management.

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I titoli finaziari, che rivestivano la leadership del mercato prima dello scoppio della crisi del credito, hanno registrato nella prima meta’ dell’anno perdite nettamente superiori alle attese; gia’ alcuni mesi fa erano abbondanti le previsioni che lasciavano intendere una chiusura del “credit crunch”, stime ovviamente rivaletesi sbagliate. Ad essere messi in ginocchio sono stati anche i titoli delle compagnie aeree, piegati dagli incrementi senza fine dei costi dei carburanti, cosi’ come quelli delle societa’ automobilistiche. Senza sorpresa, i comparti che hanno continuato a registrare le migliori performance sono stati quelli dei servizi petroliferi ed energetici.

Tra i titoli in evidenza nella seduta odierna, riflettori puntati sulla buona trimestrale della societa’ di consulenza fiscale H&R Block (HRB), che ha riportato un aumento dell’11% sui ricavi, ed un EPS di $1.66, in netto miglioramento rispetto alla perdita di 22 centesimi dello scorso anno. Il titolo e’ schizzato dell’8% in avvio, ma alla fine della giornata ha ristretto i guadagni a +2.79%.

In rally il titolo energetico Devon (DVN) che ha beneficiato dell’aumento del target price da parte di alcuni analisti. In lieve ribasso invece il colosso retail Wal-Mart (WMT) nonostante il miglioramento del rating da parte della banca svizzera UBS. Tra i finanziari tonfo di Lehman Brothers (LEH) costretta a pagare le voci secondo cui la banca sara’ venduta ad un prezzo inferiore rispetto a quello di mercato.

Sugli altri mercati, sul valutario, euro in calo nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di lunedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.5748. In flessione l’oro. I futures con consegna agosto sul metallo prezioso hanno ceduto $3.00 a $928.30 l’oncia. Seduta positiva infine per i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.9790% dal 3.99% di venerdi’.

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