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WALL STREET: DOW E NASDAQ STABILMENTE IN CALO

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Indici a testa bassa nel primo pomeriggio, incapaci di trovare una spinta verso i rialzi, nonostante non siano mancate notizie confortanti sul fronte degli utili.

Sul Nasdaq i guadagni di Inktomi Corporation (INKT – Nasdaq) e PeopleSoft (PSFT – Nasdaq) non sono sufficienti a far riguadagnare terreno al listino, mentre sul Dow Jones pesano i ribassi di American Express (AXP – Nyse) e McDonald’s (MCD – Nyse).

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“Le ragioni per cui il mercato sta cercando in tutti i modi di contrastare il trend ribassista vanno cercate nei timori relativi all’economia e negli utili in calo delle societa’”, ha commentato Hugh Johnson, chief investment officer presso First Albany Corp.

“Le societa’ sono ancora riluttanti a girare i pollici verso l’alto per il 2002″, ha commentato David Sowerby, di Sayles & Co.

Microsoft (MSFT – Nasdaq) giovedi’ ha pubblicato una trimestrale superiore alle aspettative; tuttavia, il colosso informatico ha dichiarato di prevedere per il mese di dicembre un debole mercato per quanto riguarda i personal computer.

Pesa sul mercato il gruppo che emette carte di credito Providian Financial (PVN – Nyse), in forte calo in seduta e tra i titoli piu’ scambiati dopo che il gruppo ha riportato una flessione del 71% negli utili trimestrali.

Il titolo ha influenzato il comparto, trascinando al ribasso anche Citigroup (C -Nyse), American Express e Jp Morgan (JPM -Nyse).

Buone, invece, le performance dei farmaceutici, dei titoli legati al settore del tabacco e dei difensivi che in momenti di rallentamento economico continuano normalmente a non essere intaccati in quanto settori rifugio per gli investitori che diminuiscono la loro propensione al rischio.

La stagione degli utili ha raggiunto il suo picco questa settimana, ma gli investitori hanno altro per la mente oltre ai numeri aziendali. Basti pensare ai 6 casi accertati di contagio da antrace , mentre oltre 30 persone sono risultate positive ai test di esposizione al carbonchio. La paura per il bioterrorismo, spintasi oltre i confini statunitensi, fa capire quindi la vastita’ del problema.

Sul fronte macroeconomico ha sconfortato la pubblicazione in Usa di importanti dati macroeconomici, quali la bilancia commerciale relativa al mese di agosto e l’indice dei prezzi al consumo di settembre.

Gli indicatori hanno messo in luce uno scenario contrastante: da un lato, infatti, il dato sulla bilancia e’ stato positivo dal momento che ha messo in luce l’ennesimo calo del deficit, che si e’ cosi’ attestato al valore piu’ basso degli ultimi 19 mesi.

Il dato e’ stato pero’ offuscato dalla pubblicazione dell’inflazione su cui si sono immediatamente focalizzate le attenzioni degli operatori.

L’indice dei prezzi al consumo ha registrato una crescita dello 0,4%, al di sopra dunque delle previsioni di mercato che avevano pronosticato un incremento dello 0,3%.

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