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WALL STREET: DOPO IL RIBASSO, AZIONI AL FAIR VALUE

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Per i maggiori indici di Wall Street, Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq Composite, il 2000 sara’ il peggiore anno dal 1981.

Ma Morgan Stanley Dean Witter avverte che il mercato azionario Usa potrebbe ormai essere prezzato al suo ”giusto valore”, dopo i tumultuosi cali degli ultimi mesi.

Il modello statistico elaborato dalla banca d’affari americana mette in evidenza che dopo il forte ridimensionamento verificatosi tra marzo e dicembre, l’indice Standard & Poor’s 500 e’ oggi praticamente al ”fair value”.

Lo ”strategist” di Morgan Stanley Dean Witter Byron Wien ritiene che l’indice S&P 500 sia molto vicino al suo giusto valore, dopo aver raggiunto nel primo trimestre del 2000 una sopravvalutazione del 50%.

Il modello non dice che i titoli dello S&P 500 sono a buon mercato, ma indica chiaramente che adesso l’indice americano risulta ‘interessante’ in termini di investimento, come mai lo era stato in precedenza dalla fine del 1998 (l’anno della crisi russa e asiatica).

Secondo Wien – che si aspetta tra l’altro un taglio dei tassi dello 0,25% a gennaio da parte della Federal Reserve – il modello statistico che misura l’attrattivita’ delle azioni rispetto ai bonds fissa il ”fair value” dell’indice Standard & Poor’s 500 a 1.285, cioe’ 20 punti al di sotto rispetto alla chiusura di venerdi’: 1.305.

Il segnale piu’ positivo e’ rappresentato dai tassi in ribasso sui Treasury Bonds Usa: i rendimenti del trentennale sono scesi al 5,40% da un picco del 6,60%, mentre i rendimenti del bond a 10 anni sono calati al 5%, rispetto al 6,50%.

Se ne deduce che il peggio, per Wall Street, dovrebbe essere passato.

Da qui a dire pero’ che sulla borsa americana sta per tornare il Toro, ce ne passa. Lo stesso Wien ammette che prima che un segnale ”buy” si materializzi, bisognera’ che i titoli dello S&P 500 siano sottovalutati del 10-20%.

C’e’ poi un potenziale fattore destabilizzante che potrebbe soffocare il rialzo della borsa Usa: le eventuali fughe dai fondi comuni a gennaio.

Gli investitori infatti potrebbero essere scioccati nel momento in cui riceveranno i conti di fine anno relativi all’andamento dei loro fondi nel 2000. Le performance sono state per lo piu’ negative. C’e’ dunque il rischio che la pressione di vendite si accentui di nuovo.

Ma a quel punto, il 10-20% di ”spread” che ancora manca allo S&P 500 per far scattare il mercato Toro (la soglia della sottovalutazione), potrebbe essere a portata di mano.