NEW YORK (WSI) – Chiusura negativa per la Borsa Usa sui cui pesa il nuovo scivolone del greggio. Nel finale, il Dow Jones ha perso lo 0,66%, lo S&P 500 ha lasciato sul terreno lo 0,70% mentre il Nasdaq ha ceduto lo 0,79%.
Oggi il contratto Wti a gennaio e’ sceso del 5,8% 37,65 dollari, vicino ai minimi di febbraio 2009, ancora sulla scia della decisione di venerdi’ scorso dell’Opec di lasciare invariata la produzione. In quella giornata le quotazioni erano finite sotto i 40 dollari al barile.
Il settore energetico (-4,23%) ne ha fatto le spese con titoli come Exxon (-2,9%) e Chevron (-2,63%) che pesano sul Dow Jones, che riporta in negativo il bilancio da inizio anno.
Venerdi’ scorso gli indici americani erano stati protagonisti del migliore rally da tre mesi grazie a un solido rapporto sull’occupazione Usa a novembre, che alimenta le attese per un rialzo dei tassi questo mese da parte della Federal Reserve, e i toni “dovish” del governatore della Bce Mario Draghi.
La settimana in partenza oggi sara’ molto piu’ tranquilla dal fronte macroeconomico fatta eccezione per venerdi’ prossimo quando arriveranno le vendite al dettaglio, la fiducia dei consumatori e i prezzi alla produzione.
Dopo il forte rally delle ultime sedute della scorsa settimana, il cambio euro-dollaro – schizzato fino a oltre $1,09, segnando il rialzo maggiore dal 2009, nelle ore successive agli annunci deludenti di Mario Draghi, viaggia attorno a $1,0867.
Dal fronte societario, General Electric rinuncia alla cessione della divisioni di elettrodomestici, che doveva essere rilevata dalla svedese Electrolux per 3,3 miliardi di dollari. Hanno pesato le pressioni del dipartimento americano di Giustizia, intenzionato a bloccare la transazione per motivi antitrust. La conglomerata ha diritto a 175 milioni di dollari per il fatto che l’accordo con Electrolux e’ saltato.