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Wall Street corre: i minimi 2009 sono ormai un lontano ricordo

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Wall Street ignora le tensioni geopolitiche e, preferendo guardare all’interno dei confini americani, chiude al rialzo. Il Dow ha chiuso a 12.288,17, in rialzo dello 0,50% (+61,53 punti). Su dello 0,76% a 2.825,56 il Nasdaq. Guadagno dello 0,63% a 1.336,32 per l’S&P 500 (+8,31 punti).

A livello settoriale bene energetici (+1,3%), risorse di base (+1,2%), consumi discrezionali (+0,8%), tech (+0,8%), finanziari (+0,6%), Health Care (+0,5%), industriali (+0,4%), beni di prima necessita’ (+0,2%). Giu’ Telecom (-0,3%) e utilities (-0,3%).

E’ ormai un lontano ricordo la soglia dei 666,79 punti toccata dall’indice benchmark della borsa americana il 6 marzo del 2009. Da allora l’S&P 500 ha guadagnato un +100% e la corsa non sembra essere finita, almeno stando alle indicazioni del capo economista di Goldman Sachs, Jan Hatzius (tra i piu’ ascoltati tra gli strategist). In un’intervista a Bloomberg Tv ha detto di aspettarsi un +18% sull’azionario entro fine anno.

Un mix di fattori ha spinto oggi i listini Usa: fermento da M&A, risultati societari, revisione al rialzo del Pil Usa da parte della Fed e dati macro incoragginati. Sul primo fronte la francese Sanofy-Aventis comprera’ l’americana Genzyme per $20 miliardi in contanti. Family Dollari e’ arrivato a guadagnare il 22% dopo che la societa’ del’investitore Nelson Peltz si e’ detto pronto a comprare la catena che vende articoli a prezzi stracciati per $60 ad azione (pari a un premio del 36%).

Quanto ai dati societari, corsa a doppia cifra per Dell, che ha alzato le stime sui ricavi per l’anno fiscale in corso. Cio’ fa pensare che le aziende stiano spendendo piu’ di prima in computer, server e tecnologie varie. Bene anche i conti della catena di abbigliamento Abercrombie & Fitch, dell’operatore televisivo Comcast e di Deere.

Per quanto riguarda le previsioni della Federal Reserve, dai verbali della riunione del 25-26 gennaio e’ emersa una revisione al rialzo del Pil americano per quest’anno anche se il tasso di disoccupazione, pur tagliato al ribasso, resta “troppo alto”.

Quanto al quadro macro, non sono mancate le buone notizie dal fronte immobiliare. Massimi da 4 mesi per i nuovi cantieri edili, cresciuti del 14,6% a gennaio su base mensile. Nel frattempo le rischieste di prestito immobiliare sono calate del 9,5% nell’ultima settimana dopo la flessione del 5,5% dei sette giorni prima. Sempre in tema di dati macro, sopra le attese i prezzi alla produzione, aumentati dello 0,8% nel primo mese del 2011. Per la componente core, top dal 2008. La produzione industriale a gennaio e’ invece calata dello 0,1% interrompendo i rialzi dei due mesi prima.
[ARTICLEIMAGE]Non sono riuscite a catturare l’attenzione del mercato le minacce sul fronte geopolitico arrivate da Israele, secondo cui navi da guerra iraniane che starebbero per superare il Canale di Suez puntando sulla Siria. “Vogliamo vedere cosa fanno”, ha spiegato il portavoce del dipartimento di Stato Usa Philip J. Crowley. Intanto le autorita’ egiziane che controllano il canale hanno riferito che finora nessuna unita’ da guerra ha chiesto l’autorizzazione ad attraversare Suez aggiungendo allo stesso tempo che normalmente il passaggio viene consentito a tutte le navi, anche militari,purche’ non appartengano a Paesi in stato di guerra con l’Egitto”. Da ricordare le proteste in Libia e sull’isola saudita Bahrain mentre in Egitto le autorita’ hanno comunicato lo slittamento dell’apertura della borsa, chiusa dal 27 gennaio.

Sugli altri mercati, i futures con scadenza marzo del petrolio hanno guadagnato $0,67 a $84,99 il barile. Le tensioni tra Iran e Israele hanno spinto a livello intraday il Brent oltre i $104 aggiornando il record dello spread con il Wti (verso i $19). I contratti con scadenza aprile dell’oro sono saliti di $0,60 a $1.374,70 l’oncia mentre i derivati con scadenza marzo dell’argento hanno visto un calo di 6,1 centesimi a $30,635. Perdita simile per il rame a $4,4755 alla luce di una domanda vista in calo e di scorte in ampliamento. E’ stato toccato un record dal cotone, spinto dalla domanda in Cina.

Sul fronte valutario l’euro ha chiuso in rialzo dello 0,69% a quota $1,3565 (ma a livello intraday era scivolato in area $1,34). Quanto ai Treasury, il rendimento sul decennale vale il 3,6210% dal 3,6160% di ieri