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Wall Street: continuano i Sell dopo i dati sul lavoro

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NEW YORK (WSI) – Wall Street chiude in territorio negativo. Il Dow Jones perde lo 0,35% a 13.879,93 punti, il Nasdaq cede l’1,04% a 3.131,49 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno lo 0,7% a 1.502,11 punti.

Sul fronte macro, oggi i fari del mercato si sono accesi sul dato sull’inflazione, fermo per il secondo mese di fila. Nel mese di gennaio, l’indice dei prezzi al consumo è rimasto piatto su base mensile, mentre anno su anno ha segnato un incremento dell’1,6% (il dato core a1,9%, ex energia e cibo), ovvero entro il tetto del 2-2,5% fissato dalla Fed.

Sempre oggi sono stati diffusi i dati sui sussidi di disoccupazione. Nella settimana chiusa lo scorso 16 febbraio, le richieste sono salite ben oltre le attese, aumentando di 20 mila unitĂ , raggiungendo complessivamente quota 362 mila. Si tratta di un dato superiore alle stime di Wall Street.

Tra i singoli nomi, VeriFone Systems perde il 35% dopo che il terminale di carte di credito ha previsto di chiudere il secondo trimestre dell’esercizio fiscale con profitti in calo rispetto alle stime iniziali. Per via delle condizioni economiche deboli in Europa.

Da parte sua US Airways e’ favorita dalla promozione dei titoli da parte della banca JP Morgan Chase. Bene anche Google, dopo che il broker Bernstein ha alzato il prezzo obiettivo sui titoli a quota $100.

L’indice ha accusato un calo dell’1,2% ieri, pagando le preoccupazioni circa la possibilita’ di una exit strategy della Federal Reserve dalle politiche accomodanti di stimolo monetario.

Il listino allargato e’ ad ogni modo in progresso del +6% da inizio anno sulle ali del compromesso raggiunto sul budget fiscale e anche grazie ai conti societari positivi.

In generale il sentiment di mercato rimane fragile. Gli investitori continueranno a digerire le implicazioni dei problemi fiscali e politici, con le prossime notizie macro e societarie che da sole difficilmente saranno sufficienti a guidare la direzione della Borsa e dell’obbligazionario.

In ambito valutario, l’euro sotto la soglia di $1,32, conferma il rinnovarsi delle tensioni sui mercati, e il ritorno dell’avversione al rischio.

Considerevole il dietrofront della moneta unica che dopo i dati deludenti arrivati dal fronte macro europeo si attesta ai minimi dallo scorso 10 gennaio, fino a $1,3180, con una flessione verso il dollaro -0,75%. Al momento si attesta a $1,3198. Rapporto dollaro/yen -0,37% a JPY 93,19.

Intanto, nella guerra valutaria in corso che molti negano stiano accadendo, non si mette sotto i riflettori soltanto il deprezzamento dello yen, ma anche il calo della sterlina inglese, sostenuto dalle speculazioni di nuovi interventi da parte della Bank of England.

Quanto alle commodities, i futures sul petrolio -1,16% a $94,12 al barile, quotazioni oro continuano a scivolare, cedono -0,65% a $1.567 l’oncia. Per quanto riguarda i Treasuries, i rendimenti sul decennale sono in calo di 2 punti base all’1,98%.