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WALL STREET CHIUDE POSITIVA, SCOMMETTE SULLA FED

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Gli indici Usa chiudono la seduta in territorio positivo, nell’attesa della riunione della Fed che si terra’ nella giornata di domani.

Notevole e’ stato il rialzo del Nasdaq, che si e’ attestato ai valori massimi degli ultimi due mesi, arrivando a toccare l’importante soglia dei 1.800 punti. Forsi ordini di acquisto anche per il Dow Jones. I risultati di bilancio di Cisco ( CSCO – Nasdaq), attesi dopo la chiusura delle contrattazioni, non hanno spaventato gli investitori che si sono catapultati soprattutto sui titoli tecnologici.

Il Nasdaq ha chiuso a 1.793,47 (+2,73%)
Il Dow Jones a 9.441,03 (+1,26%)
L’S&P 500 a 1.102,81 (+1,43%)

Il mercato si e’ lasciato alle spalle i dati relativi alla contrazione del PIL pubblicato la settimana scorsa scommettendo sul decimo taglio dei tassi da parte di Alan Greenspan.

La maggioranza degli analisti ritiene che il presidente della Fed operera’ un taglio dei tassi di 50 punti base, portando i saggi al 2%, nel tentativo di rivitalizzare la spesa dei consumatori e gli investimenti delle imprese.

A sostenere la fiducia degli investitori e’ stata anche l’attesa di un’azione concertata da parte delle altre Banche Centrali. Wim Duisenberg , presidente della Bce, potrebbe infatti decidere di ridurre i tassi nel meeting di giovedi’. Sulla stessa scia potrebbe muoversi la Banca Centrale di Inghilterra, dopo la pubblicazione di dati poco confortanti sul fronte macroeconomico che hanno messo in luce la forte contrazione dell’attivita’ manifatturiera del Regno Unito.

L’azione dei tre istituti centrali apporterebbe una buona dose di liquidita’ all’interno dei mercati internazionali, ridando cosi’ fiato all’andamento dell’azionario. Negli Usa, in particolare, la riduzione dei tassi unita al pacchetto fiscale di Bush sarebbe capace di rivitalizzare la spesa dei consumatori, depressa dall’attacco dell’11 settembre.

La giornata di oggi si e’ cosi’ rivelata all’insegna del denaro fin dalle prime battute. Ed e’ stato pressocche’ ignorato il dato relativo al Napm non manifatturiero , che si e’ rivelato inferiore alle attese di mercato.

Sul listino high tech si sono distinti i rialzi di Sun Microsystems (SUNW – Nasdaq), che nella giornata di oggi e’ stata inserita da JP Morgan nella focus list. La banca di affari ha anche mantenuto il rating “buy” sul titolo. Altre maglie rosa del listino high tech sono state Siebel Systems (SEBL – Nasdaq), Jds Uniphase (JDSU – Nasdaq) e Juniper Networks (JNPR -Nasdaq).
Fra i titoli industriali buone sono state le performance di General Electric (GE – Nyse), General Motors (GM -Nyse) e Home Depot (HD – Nyse).

Positivo e’ stato anche l’andamento di Microsoft (MSFT – Nasdaq). Il titolo ha guadagnato nonostante persistano alcuni problemi sul fronte giudiziario. Alcuni Stati della federazione Usa, infatti, avrebbero sollevato obiezioni nel dare il via libera all’accordo giudiziario che porrebbe fine ai contrasti del colosso di Bill Gates con l’Antitrust.

Sotto i riflettori anche la performance di Advanced Micro Devices
(AMD – Nyse) che ha recuperato terreno grazie all’annuncio del lancio di un nuovo processore per computer. Malgrado la notizia sia stata negativa per la rivale Intel (INTC – Nasdaq), il titolo ha chiuso in progresso, segno che oggi la febbre da tassi ha avuto la meglio.

Sul fronte dei singoli settori, si sono distinti i guadagni dei titoli tecnologici, Internet, software, edilizio, biotech e bancari. Negativo, invece, e’ stato l’andamento del comparto energetico, che ha tuttavia assistito alla buona performance di Enron (ENE – Nyse), con gli investitori che hanno riscoperto l’appetibilita’ del titolo dopo l’intenzione di Royal Dutch/Shell Group di acquisire il gigante. Debole il comparto del gas naturale. Giornata negativa per i titoli petroliferi, che hanno continuato ad accusare i cali di prezzo del greggio.

Gli investitori hanno focalizzato le loro attenzioni su Boeing (BA – Nyse), che ha guadagnato sulla scia di un nuovo ordine da parte degli Emirati Arabi.
In una conferenza telefonica i vertici societari hanno inoltre aggiunto che nel 2002 prevedono ricavi per $55 miliardi, in calo di $1 miliardo per la sconfitta nella gara per la commessa militare del Pentagono.

Tornando al fronte macroeconomico gli economisti sembrano aver recuperato l’ottimismo, poiche” formulano previsioni piu’ rosee sulla ripresa dell’economia. “Prevedo un recupero della congiuntura economica internazionale entro la primavera del 2002″ ha detto Bill Cheney, capo economista di John Hancock Financial.

“Gli investitori sono ormai convinti che il mercato e’ vicino al fondo e che i tagli dei tassi riusciranno a accelerare la ripresa”, ha sottolineato Christian Stadlinger di BlackRock Advisors.

Altri analisti sottolineano che il cocktail di politica monetaria e fiscale espansiva, se non riuscira’ a frenare il rallentamento ancora in atto, potra’ almeno fungere da trampolino di lancio per dare impulso alla crescita.

Tuttavia permangono sacche di scetticismo, anche sulla scia dei dati macroeconomici diffusi in mattinata che hanno messo in luce la forte contrazione del Napm non manifatturiero. Douglas Cliggott di JP Morgan ha infatti spiegato che nel 2002 la crescita degli utili pro forma sara’ vicina allo zero, escludendo cosi’ una ripresa nel breve periodo.

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