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Wall Street chiude in rialzo alla vigilia del ponte pasquale

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NEW YORK (WSI) – Dopo un avvio poco mosso, la Borsa Usa chiude al rialzo alla vigilia del lungo pasquale: domani Wall Street resterà chiusa per il Venerdì Santo. La prossima settimana prenderà il via la stagione delle trimestrali.

Nel finale, il Dow Jones sale dello 0,37% a 17.763 punti, lo S&P 500 mette a segno un aumento dello 0,35% a 2.066 punti mentre il Nasdaq cresce dello 0,14% a 4.886 punti.

Piacciono alcuni dati macro arrivati nel corso della seduta negli Stati Uniti, in particolare quello migliore delle stime sulle richieste iniziali di sussidi di disoccupazione. Gli investitori hanno guardato alla situazione in Grecia e all’intesa preliminare sul nucleare iraniano.

Un quadro macroeconomico debole e aspettative per una stagione delle trimestrali poco entusiasmante hanno recentemente pesato sull’umore degli investitori, che oggi digeriscono sussidi di disoccupazione settimanali calati più delle stime. Il dato arriva alla vigilia del rapporto sull’occupazione di marzo, che potrebbe mostrare un rallentamento nella crescita delle assunzioni negli Usa.

Peraltro domani la borsa sarà chiusa in vista della Pasqua. Saranno aperti solo il mercato valutario e quello obbligazionario (quest’ultimo chiuderà in anticipo alle 12, le 18 in Italia). La coincidenza sembra insolita ma dal 1980 è successo 11 volte che tale rapporto venisse diffuso nel cosiddetto “Good Friday”. Le due volte più recenti risalgono al 2010 e 2012.

Con l’eccezione di chi fa trading di future, gli investitori dovranno quindi aspettare fino a lunedì per reagire alla fotografia di marzo del mercato del lavoro Usa. I future del Dow Jones perdono 16 punti, lo 0,09%, quelli dell’S&P 500 cedono 3,25 punti, lo 0,16%, quelli del Nasdaq lasciano sul terreno 6,5 punti, lo 0,15%.

Il petrolio perde quota all’indomani del maggiore rialzo giornaliero in quasi due mesi: il contratto a maggio segna un -2,77% a 48,7 dollari al barile.

Sul fronte macro, calano oltre le attese i sussidi di disoccupazione settimanali Usa, che si sono ridotti di 20mila unità a quota 268mila. Il dato e’ migliore delle attese degli analisti, che arrivavano a quota 285mila. Il dato arriva dopo il sondaggio ADP sul settore privato ha mostrato una creazione di posti inferiore alle stime e sotto le +200 unità per la prima volta da gennaio 2014. Domani sarà la volta della pubblicazione del report chiave sull’occupazione mensile in Usa. Nella settimana finita il 28 marzo gli americani senza lavoro che hanno presentato nuova domanda di indennità dovrebbero essere stati 285.000. Il dato precedente aveva visto +282.000 nuovi sussidi.

Nel frattempo, deficit commerciale degli Stati Uniti è sceso in febbraio a quota 35,44 miliardi di dollari, il livello più basso dall’ottobre del 2009. Il dato è nettamente migliore delle attese degli analisti che si attendevano un deficit pari a 41,5 miliardi contro i 42,68 del mese precedente (dato rivisto dalla stima di 41,75 miliardi riportata in via preliminare un mese fa). Nel mese le esportazioni sono calate dell’1,6% a 186,25 miliardi di dollari mentre le importazioni sono scese del 4,4% a 221,69 miliardi. Si e’ trattata della maggiore flessione delle importazioni dalla fine della recessione nel 2009.

Battono le attese gli ordinativi alle fabbriche negli Stati Uniti,cresciuti in febbraio dello 0,2% rispetto al mese precedente mentre al netto del comparto difesa il rialzo è stato dello 0,4%. Il dato è nettamente migliore delle attese degli analisti che si attendevano un ribasso dello 0,4%. Il governo ha tuttavia rivisto al ribasso il dato di gennaio, dal -0,2% riportato in via preliminare trenta giorni fa al -0,7% definitivo.

Un segnale di rallentamento dell’economia Usa nel primo trimestre del 2015 è invece arrivato dall’indice Ism di New York sceso in marzo a 50 punti in marzo da 63,1 in febbraio. Ogni dato sopra quota 50 punti indica una fase di espansione delle attività economiche mentre al di sotto si entra in territorio di contrazione. In marzo dunque le attività economiche hanno fatto registrare una forte battuta d’arresto.

A livello societario, McDonald’s intende alzare i salari orari di oltre il 10% per i suoi dipendenti Usa. Le autorità antitrust Ue si preparano ad agire contro Google, preparando il terreno per il lancio di accuse contro il colosso Internet oggetto di indagini da 5 anni.

Si riaccende la saga su Herbalife: nell’ambito di un’indagine volta a capire se il titolo del produttore di integratori alimentati e’ stato oggetto di manipolazione, i procuratori federali hanno preso in considerazione la presentazione fatta un anno fa dall’hedge fund manager William Ackman, convinto che Herbalife si regga su uno schema Ponzi e che in Cina abbia violato le leggi locali.

L’euro passa di mano a 1,0817 dollari (+0,5%) e a 129,31 yen (+0,33%), mentre il cambio dollaro/yen si attesta a 119,55 (-0,18%). Euro/franco svizzero +0,09% a CHF 1,0418.

Tra le commodities, i futures sul Wti cedono -0,96% a quota 49,61 dollari al barile. I contratti sul Brent londinese fanno -0,72% a 56,69 dollari al barile. L’oro guadagna ancora: +0,14% a 1,205,65 dollari l’oncia. L’argento fa +0,18% a 16,99 dollari.

(DaC-MT)