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WALL STREET: CAUTELA IN ATTESA DI DECISIONE TASSI

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Gli investitori rimangono cauti in attesa della decisione sui tassi di interesse, e gli indici consolidano le posizioni raggiunte nella prima ora e mezza di contrattazioni.

Un dato positivo sulla produttivita’ americana nel primo trimestre del 2002 e un dato problematico sulle scorte di magazzino in marzo neutralizzano a vicenda il proprio effetto sui mercati, che preferiscono concentrarsi sulle notizie aziendali.

I temi del pomeriggio rimangono la decisione della Federal Reserve sui tassi di interesse e la comunicazione degli utili di Cisco Systems dopo la chiusura.

Intanto le principali perdite sono concentrate nel mercato tecnologico del Nasdaq.

Da segnalare:

Grande attesa sui mercati per la riunione del Federal Open Market Committee (FOMC: il braccio operativo della Federal Reserve) che alle 20:15 (le 14:15 ora di New York) annuncia la decisione sui tassi d’interesse.

Intanto molti economisti e gli analisti a Wall Street ritengono unanimemente che la Fed lascera’ l’obiettivo sui fed funds invariato al livello piu’ basso degli ultimi 40 anni (1,75%), al fine di garantire ai consumatori di permettersi piu’ case e macchine e alle societa’ di poter investire con piu’ facilita’. Lo riporta oggi l’agenzia di stampa Bloomberg.

Alle 21:00 ora italiana e’ atteso il dato sul credito al consumo negli USA in marzo. La stima e’ per una flessione a $6,0 mld rispetto ai $7,1 mld in febbraio.

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In particolare:

La banca d’affari Salomon Smith Barney sottolinea che questo e’ un buon periodo per accumulare posizioni nei titoli delle societa’ a larga capitalizzazione del settore biotech. Salomon sottolinea inoltre che l’indice di riferimento Biotechnology Index (BTK ) dovrebbe al limite scendere di un altro 10-15% per poi toccare il fondo.

In calo la compagnia aerea JetBlue (JBLU – Nasdaq), sbarcata in borsa lo scorso 11 aprile con un prezzo di $27, dopo la notizia che la banca d’affari UBS Warburg ha iniziato la copertura sul titolo con un rating di ‘reduce’ e un target price di $38.

Tra i titoli che muovono i listini:

– Gli occhi degli investitori rimangono puntati sui risultati trimestrali che, dopo la chiusura dei mercati, saranno pubblicati da un grande colosso: la societa’ di infrastrutture Internet Cisco Systems (CSCO – Nasdaq).

– Il Wall Street Journal riporta che Samuel Palmisano, l’amministratore delegato di International Business Machines (IBM – Nyse), ha detto di non attendersi un forte recupero del settore high tech, neanche nel 2003. Intanto La banca d’affari Salomon Smith Barney taglia il target price sul titolo del colosso informatico da $105 a $90 poiche’ ha abbassato il target sul PE a 19 volte il prezzo sugli utili per azione.

– La banca d’affari CIBC World Markets ha tagliato il rating sul numero due mondiale del software Oracle (ORCL – Nasdaq) da ‘buy’ a ‘hold’. Si e’ invece espressa positivamente su ORCL Prudential, che ha confermato il giudizio ‘buy’, con un target price di $13.

– La banca d’affari Morgan Stanley ha alzato il rating sul colosso informatico Hewlett-Packard (HPQ – Nyse) da ‘equal weight’ a ‘overweight’, con un target price di $23.

– Il colosso del software Microsoft (MSFT – Nasdaq) ha annunciato l’acquisto del produttore di software danese Navision per $1,3 miliardi (circa 1,5 miliardi di euro) in azioni e contanti.

– La blue chip United Technologies (UTX – Nyse), specializzata nella produzione di prodotti tecnologici per il settore aerospaziale, ha confermato le previsioni sui risultati per l’anno fiscale 2002. Il direttore finanziario, Dave FitzPatrick, ha dunque ribadito la stima di utile per azione di $4,32 e di un flusso di cassa di $2 miliardi per l’anno fiscale 2002.

– La banca d’affari Merrill Lynch ha tagliato il rating sul colosso delle fotocopiatrici Xerox (XRX – Nyse) da ‘near-term buy’ a ‘near-term neutral’.

Sul fronte macroeconomico:

Nel primo trimestre 2002 la produttivita’ USA si e’ attestata a +8,6%. Si tratta dell’incremento maggiore dal 1983. Il dato e’ nettamente superiore alle stime degli analisti, che avevano previsto una crescita del 7% (sondaggio CNBC/Dow Jones).

Il dato sulle scorte di magazzino all’ingrosso nel mese di marzo e’ rimasto invariato a $284,44 miliardi, dopo essere calato per nove mesi consecutivi. L’attesa era di un calo del -0,4%, rispetto a un -0,7% in febbraio. Piu’ prodotti del previsto nei magazzini significa meno vendite per le aziende, e quindi meno profitti.

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