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WALL STREET CAMBIA LA ROTTA E VA SU GRAZIE A IBM

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Dopo aver iniziato la seduta con un tono negativo, gli indici azionari americani sono riusciti a ritrovare la strada dei rialzi grazie alla comunicazione da parte del gruppo IBM che ha offuscato i timori originati dai deludenti dati macro. Il Dow Jones ha archiviato la seduta con un rialzo dello 0.91% a 12685, l’S&P500 e’ salito dello 0.69% a 1381, il Nasdaq ha guadagnato lo 0.75% a 2344.

Il Board del colosso informatico ha autorizzato un piano di buy-back (riacquisto di azioni proprie) del valore di $15 miliardi che permettera’ alla societa’ di riportare risultati fiscali migliori di quanto annunciato in precedenza per l’anno in corso. Il titolo e’ schizzato del 3.65%, ai massimi di tre mesi, rivestendo cosi’ la leadership all’interno dell’indice industriale.

La notizia ha fatto seguito a due pessimi rapporti sulla congiuntura Usa diffusi nelle primissime ore di scambi che hanno evidenziato una crescita dei prezzi oltre le attese e il calo della fiducia dei consumatori ai minimi di 17 anni.

Nel mese di gennaio si e’ assistito ad un incremento dei prezzi alla produzione superiore al doppio delle attese. Il dato e’ cresciuto dell’1% contro le stime di un rialzo piu’ contenuto, pari a +0.4%; anche la versione “core” e’ cresciuta in misura nettamente superiore alle attese (+0.4% vs +0.2%), portando il tasso annuale ben al di sopra del tetto di “tolleranza” stabilito dalla Federal Reserve.

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In uno scenario di stagflazione (crescita economica nulla e aumento dei prezzi), la Fed sara’ probabilmente costretta a rialzare i tassi in fase recessiva. Il rapporto sul PPI segue il dato sui prezzi al consumo (CPI) rilasciato nei giorni scorsi, anche questi attestatisi a livelli maggiori delle stime. E’ un segnale d’allarme che mette in evidenza come la dinamica inflazionistica stia andando fuori controllo sia al dettaglio che all’ingrosso.

Il dato mette in enorme difficolta’ dunque la Federal Reserve che dovra’ rivedere per intero la politica economica basata sul continuo ribasso dei tassi d’interesse, proprio mentre l’economia degli Stati Uniti e’ praticamente in crescita zero o quasi in recessione, secondo molti economisti.

Cio’ non puo’ che sollevare seri dubbi sull’abilita’ della Banca Centrale di proseguire una politica monetaria di tipo “accomodante” (e cioe’ di ulteriore ribasso dei tassi d’interesse). I tassi sui fed funds sono al 3% e gli operatori, prima della comunicazione del dato sui prezzi alla produzione, scommettevano (94% di probabilita’) che nel meeting di marzo Bernanke & Co. avrebbero opererato una nuova riduzione di 50 punti base per contenere gli effetti della recessione. Adesso non e’ piu’ cosi’ certo. Alla luce di cio’, maggiore enfasi verra’ riposta nell’intervento di Ben Bernanke in calendario per la giornata di mercoledi’.

Tra le altre news societarie, il colosso di articoli per la casa Home Depot (HD) ha riportato un ribasso dei profitti del 27% nel quarto trimestre e comunicato il primo calo delle vendite su base annuale in assoluto. Utili in calo anche per il colosso retail n.2 in America, Target (TGT), comunque migliori delle attese.

Nel comparto hi-tech, a muoversi in buon rialzo e’ stata la societa’ di chip Intel (INTC), che ha funto da traino sull’intero comparto dei semiconduttori. Vendite invece per il colosso Internet Google (GOOG), in ribasso di quasi il 5%, a causa degli ultimi dati sul traffico del motore di ricerca online, in contrazione rispetto allo scorso anno.

Sugli altri mercati, in progresso ad un nuovo record storico il petrolio. I futures con consegna aprile hanno chiuso con un rialzo di $1.65 a $100.88 al barile, dopo essersi spinti ad un massimo intraday di $101.06. Sul valutario, euro ai massimi assoluti nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di martedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.4974. In buon progresso l’oro. I futures con consegna aprile sul metallo prezioso hanno chiuso in rialzo di $8.40 a $948.90 all’oncia. In recupero i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.86% dal 3.89% di lunedi’.

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