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WALL STREET BRUCIA I GUADAGNI E VA IN ROSSO

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Dopo aver trattato in rialzo (seppur modesto) per gran parte della seduta, i listini americani hanno girato in negativo nelle ultime ore di scambi archiviando la seduta in rosso. Il Dow Jones ha ceduto lo 0.70% a 12216, l’S&P500 lo 0.79% a 1315, il Nasdaq e’ arretrato dello 0.86% a 2261. In chiaroscuro i dati macro, forte volatilita’ nel comparto finanziario, allarme dal settore retail sulle vendite al dettaglio. Infine da Washington arriva la notizia che la Fed avra’ più poteri sui colossi di Wall Street per mantenere la stabilità dei mercati. Dopo un anno di lavoro, lunedì prossimo l’amministrazione Bush presenterà un progetto di riforma della autorità regolatrici del mercato.

Nel mese di febbraio la spesa al consumo ha registrato un progresso dello 0.1%, il minimo degli ultimi 17 mesi, ma il reddito e’ risultato in progresso, in misura maggiore delle attese. La lettura del dato sui prezzi al consumo (PCE) ha evidenziato un abbassamento del tasso annuale all’interno del range di tolleranza fissato dalla Fed. E’ risultato peggiore delle attese invece il dato rivisto sulla fiducia Michigan, inferiore sia alla lettura preliminare che a quella finale dello scorso mese.

La situazione resta dunque incerta. Per la banca tedesca Commerzbank, l’indice S&P500 trova un solido supporto in prossimita’ dei minimi di gennaio, in area 1270 punti, un valore che non dovrebbe essere violato nei prossimi mesi lasciando pensare ad un’estensione del recente rally. Per Citigroup invece “la recessione sara’ piu’ dura di quanto previsto in precedenza, la crescita rimarra’ al di sotto del trend fino alla seconda meta’ del 2009”.

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I primi segnali del rallentamento economico iniziano ad esserer accusati dalle famiglie americane che, alle prese con il deterioramento del mercato del lavoro, l’aumento dei prezzi energetici e la difficolta’ nell’ottenimento di prestiti, potrebbero ridurre gli acquisti. Significativo l’allarme
lanciato da JC Penney (JCP), costretta a tagliare gli obiettivi fiscali per il prossimo trimestre. Il titolo ha chiuso in ribasso del 7% trascinando al ribasso l’intero settore retail.

“Avevamo avuto per un attimo l’impressione che questa recessione potesse essere meno violenta di quanto pronosticato nel pieno della crisi finanziaria. Per il momento sembra non voler andar via” ha commentato Les Satlow, portfolio manager di Cabot Money Management. Gli operatori preferiscono non correre rischi, probabilmente in attesa di nuovi segnali economici (la settimana prossima c’e’ in calendario il rapporto occupazionale) e delle ultime trimestrali societarie.

Trading molto volatile all’interno del comparto finanziario. Dopo aver ceduto il 9% circa nella seduta di ieri, il titolo Lehamn Brothers (LEH) era risucito a rimbalzato in mattinata grazie all’upgrade di Citigroup (C), chiudendo poi la seduta in calo. “Crediamo in un potenziale di recupero di circa il 70% dagli attuali livelli. Lehman ha sufficiente liquidita’ per condurre serenamente il proprio business”, era stato il commento degli analisti. Inevitabile la ripercussione sugli altri titoli del comparto: Citigroup ha perso il 4% (risultando il peggiore componente del Dow Jones), -3% per Merrill Lynch (MER) e Morgan Stanley (MS)

Sugli altri mercati, nel comparto energetico dietro-front del petrolio. I futures con consegna maggio hanno chiuso a quota $105.62 al barile, in ribasso di $1.96. Sul valutario, euro in recupero nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di venerdi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.5789. In netto calo l’oro. I futures con consegna giugno sul metallo prezioso hanno ceduto $17.50 a $936.50 l’oncia. In rialzo infine i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.4660% dal 3.5340% di giovedi’.

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