La seduta di borsa a Wall Street si e’ chiusa con gli indici in forte rialzo. Al termine della riunione di politica monetaria la Federal Reserve ha affermato che, sebbene l’economia sia ancora debole, il ritmo della contrazione “sembra che sia in un certo qual modo in fase di moderazione” rispetto all’ultimo incontro dello scorso marzo. Questa conferma e’ stata sufficiente al mercato, che ha esteso i guadagni accumulati nella prima parte di seduta per poi chiudure in positivo. Il Dow Jones ha guadagnato il 2.11% a 8185, l’S&P500 il 2.16% a 873, il Nasdaq il 2.28% a 1711.
“E’ tutta questione di fiducia in miglioramento”, ha detto Richard E. Cripps, chief market strategist di Stifel Nicolaus. Le azioni si muovevano gia’ in deciso progresso in avvio di seduta, con gli investitori che hanno cercato di trovare i lati positivi del rapporto deludente rilasciato dal Dipartimento del Commercio sulla crescita economica trimestrale. Il Pil ha subito un violento calo del 6.1% nei primi tre mesi dell’anno, secondo i dati preliminari, un risultato molto piu’ debole del -4.7% atteso in media dagli economisti.
Ma il miglioramento delle spese al consumo (+2.2%), che rappresentano quasi i due terzi dell’attivita’ economica del Paese, e un calo delle scorte aziendali, hanno incoraggiato gli operatori, spingendo l’indice allargato Standard & Poor’s 500 sui massimi da fine gennaio. Nel centesimo giorno alla Casa Bianca del presidente Barack Obama, il Pil ha cosi’ almeno offerto indicazioni che la contrazione economica del paese inizia a dare segnali di lieve rallentamento. Secondo Michael Sheldon, chief market strategist di RDM Financial, il calo delle scorte di magazzino “dovrebbe aprire la strada ad un miglioramento della produttivita’, occupazione e utili”.
Nonostante il Dow rimanga il 22% sopra i minimi di inizio marzo, le azioni sono rimaste sostanzialmente invariate nelle ultime sedute, penalizzate dai timori circa l’eventuale pandemia della influenza suina e le persistenti preoccupazioni sulle principali banche del Paese. Resta infatti alto il nervosismo circa le risorse di capitale di alcune banche, tra cui Citigroup e Bank of America, che secondo le ultime indiscrezioni potrebbero aver bisogno di chiedere aiuti finanziari dal governo o dagli investitori.
Ciononostante il settore finanziario risulta tra i migliori di seduta, forte di un balzo del 4%. Avanzono rispettivamente del 7% e del 6% Citi e BofA, dopo che Fox-Pitt Kelton Cochran Caronia Waller ha promosso il rating dei due istituti per la prima volta dal 2004, dicendo che le perdite degli asset non-performanti toccheranno i livelli massimi alla fine del 2009. Il rating sulle azioni e’ passato a Marketweight da Underweigth.
I dati sulla crescita economica pubblicati mercoledi’ hanno evidenziato una accelerazione dei consumi, che potrebbe tradursi in utili piu’ alti per le aziende. Nella seduta precedente era proprio stato un rapporto sulla fiducia dei consumatori, da cui era emerso un netto miglioramento in aprile, ad avere ispirato il tentativo di rally della Borsa Usa dopo l’avvio difficile. Le cifre relative ai consumi offrono uno spunto per acquistare alcuni titoli retail, tra cui in particolare WalMart (+4%) e Jones Apparel Group (+15%).
Sicuramente contribuiscono a sostenere il mercato anche le trimestrali societarie migliori del previsto. Convincono in particolare i conti della conglomerata media Time Warner, i cui profitti sono scivolati del 14%, facendo pero’ meglio delle attese. La societa’ che opera nel settore della difesa General Dynamics ha annunciato utili in rialzo del 3%, accompagnati da vendite solide di attrazzature militari.
Sugli altri mercati, favorito dal ribasso inatteso delle scorte settimanali di benzina, il contratto sul petrolio Usa con consegna a giugno ha guadagnato $1.22 salendo a quota $50.97 al barile.
Sul valutario, si rafforza l’euro nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di mercoledi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.3268. Ancora in calo l’oro: i futures con consegna giugno sul metallo prezioso hanno perso $14.60 a $893.60 l’oncia. In flessione, infine, i Titoli di Stato Usa. Il rendimento sul benchmark a 10 anni e’ salito al 3.0960% dal 3.0020% di martedi’.