Società

Wall Street avanza, oro record, avanza l’hi-tech

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Gli indici americani archiviano la seduta con un deciso segno piu’, non lontani dai massimi di seduta. Dow e S&P 500 hanno registrato la miglior tre giorni dal luglio 2009.

Il Dow termina la giornata con un +1.38% a 10897 (+ 149 punti), il Nasdaq segna un rialzo del 2% a 2425 (+49 punti) mentre l’S&P 500 e’ avanzato dell’1.4% a 1171 (+15 punti) sostenuto dai titoli industriali e tecnologici.

E’ proprio il settore tech ad aver brillato capitanato da Ibm (su di oltre il 4%) nel giorno dell’assemblea annuale degli azionisti durante la quale il gruppo ha annunciato l’intenzione di raddoppiare gli utili ad almeno $20 per azione entro il 2015. su di circa il 3% Cisco, che proprio al suono della campanella comunichera’ i conti trimestrali. Da segnalare il balzo della societa’ di software specializzata in applicazioni per cellulari e database Sybase: nel corso della seduta e’ arrivata a guadagnare il 50% su voci fusione con il gigante tedesco del software SAP che metterebbe sul piatto $6 miliardi. La societa’ su cui si sono catalizzati gli acquisti non ha voluto commentare. Seduta da dimenticare per il colosso dei videogiochi Electronic Arts all’indomani dei risultati (quasi -6%).

Soffrono invece le banche come Bank of America e Jp Morgan. Morgan Stanley, dopo un’apertura in calo del 5% riesce a limitare le perdite al 2.15% circa. Dopo un mese dalle accuse di frode rivolte dalla Sec a Goldman Sachs, ora a entrare nel mirino delle autorita’ e’ proprio Morgan. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, i procuratori degli Stati Uniti starebbero accertando se la banca abbia ingannato gli investitori, offrendo prodotti finanzari e piazzando poi scommesse sul crollo del loro valore (stessa accusa di Goldman Sachs). L’istituto, per bocca del suo ceo, ha detto di non essere a conoscenza di alcuna indagine.

Nel settore petrolifero, il colosso inglese BP perde solo mezzo punto percentuale, insensibile alle proposte del presidente americano Obama, che ha chiesto al Congresso di aumentare il tetto di responsabilita’ delle compagnie per danni ambientali a $1.5 miliardi. Ha inoltre proposto di aumentare di $0.01 al barile le tasse sulle compagnie petrolifere. Obiettivo: raccogliere fondi per circa $118 milioni l’anno che potrebbero essere usati per intervenire in caso di disastri naturali come quelli che vedono chiamata in causa BP nel Golfo del Messico.

Google (-0.79%) non ha entusiasmato alla luce dell’intervista al Wall Street Journal del numero uno di Verizon Wireless, che conferma voci gia’ circolate su un prossimo esordio del gruppo di Mountain View nel mercato dei tablet per contrastare l’iPad. No comment su produttore dell’hardware, tipo di sistema operativo e data del lancio. Obiettivo della societa’ di tlc: fare le scarpe ad AT&T, operatore di riferimento di Amazon per il suo lettore di e-book Kindle e di Apple per l’iPad.

Tra le trimestrali di oggi, e’ arrivata quella della catena di abbigliamento Macy’s (+3.35%): riesce a tornare in utile superando le stime del mercato.

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I problemi che attanagliano l’Europa, nella morsa debito-deficit, sembrano oggi esser passati in secondo piano, non solo a Wall Street. I listini d’Europa sono riusciti a consolidare i propri guadagni con Francoforte reginetta indiscussa con un +2.7% seguita da Parigi (+1.5%), Madrid (+1.3%), Londra (+1%) e Milano con il Ftse Mib che ha segnato un +0.7%. In generale sono i bancari ad esser stati ben comprati.

A sostenere i listini i dati del Pil nell’Eurozona e il piano di austerity messo a punto dalla Spagna. Intanto il Portogallo ha superato la prova del mercato con un’asta da un miliardo di euro di titoli a 10 anni che ha raccolto una domanda 1.8 volte superiore all’offerta. E per attrarre gli investitori Lisbona e’ riuscita a strappare un rendimento del 4.52% inferiore di 181 punti base rispetto ai picchi della settimana scorsa.

E’ sull’euro comunque che si concentra l’attenzione degli operatori, tanto che qualcuno avverte: nel peggiore dei casi una caduta al di sotto di quota $1.19 potrebbe rapidamente portare la valuta europea alla parita’ nei confronti del biglietto verde. Per la precisione vicino a $1.03.

Sul fronte macro attenzione alla bilancia commerciale di marzo, ai massimi di un anno ma migliore delle attese. L’asta di titoli a 10 anni da $24 miliardi ha riscosso successo con una domanda superiore all’offerta. Le richieste di mutui sono cresciute la scorsa settimana grazie a un balzo della domanda di rifinanziamento che bilancia il calo della richiesta di nuovi prestiti.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico le quotazioni del greggio hanno perso quota. I futures con consegna giugno segnano un calo dell’1.30% (-$0.99) attestandosi a quota $75.38 al barile. Sul valutario la moneta unica si attesta appena sotto $1.27, a $1.2626 (+0.12%). L’oro e’ ben comprato e ha messo a segno un nuovo top assoluto a $1245 e chiude a 1210 (+0.91%). Il rendimento sul benchmark decennale si attesta al 3.5670% dal 3.5350% di ieri.