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WALL STREET ARRETRA CON MICROSOFT E DATI MACRO

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Gli indici azionari americani hanno archiviato la seduta in rosso, appesantiti dalla serie di trimestrali negative e dagli ultimi dati macroeconomici che hanno segnalato un peggioramento delle condizioni economiche. Il Dow Jones ha ceduto l’1.28% a 8122, l’S&P500 l’1.52 a 827, il Nasdaq e’ arretrato del 2.76% a 1465.

A dare la stura alle vendite e’ stata la cattiva trimestrale
comunicata dal colosso software Microsoft, che ha sorpreso in negativo il mercato con una contrazione dell’11% degli utili e l’annuncio del taglio di 5.000 posti di lavoro nei prossimi 18 mesi. La societa’ ha citato il peggioramento delle condizioni economiche e il calo dei ricavi nel segmento del software per PC, precisando che non sara’ in grado di fissare una guidance per il resto dell’anno a causa della votalita’ dei mercati. L’azione ha lasciato sul terreno il 10%, gravando sulle performance di titoli come Dell, Hewlett-Packard ed IBM.

L’incapacita’ di Microsoft nell’offrire le stime sul resto dell’anno fiscale evidenzia come la recessione in atto sia piu’ grande, piu’ estesa e piu’ potente di un’altra qualsiasi recessione” ha affermato Ralph Shive, manager di Wasatch Income Equity Fund. Gli analisti prevedono un calo medio del 28% degli utili per le societa’ facenti parte dell’S&P500, dopo aver pronosticato un rialzo del 55% agli inizi dello scorso anno. Le maggiori perdite potrebbero essere riportate dalle aziende maggiormente dipendenti dai consumi discrezionali delle famiglie, oltre ovviamente alle banche.

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Proprio le preoccupazioni sulla stabilita’ del settore finanziario hanno continuato anche oggi a turbare gli investitori, con le azioni degli istituti bancari che hanno subito un altro duro colpo. Dopo le trimestrali deludenti e le ingenti perdite legate ai prestiti, gli investitori temono che la crisi finanziaria sia tutt’altro che finita e che gli sforzi economici del governo non siano sufficienti ad evitare nuovi fallimenti.

Maglia nera del comparto e’ stata Bank of America, in calo -14%, sotto i riflettori per l’uscita dal gruppo di John Thain, ex n.1 di Merrill Lynch, la cui acquisizione e’ stata ultimata nei giorni scorsi. La societa’ si e’ attirata le critiche proprio per l’operazione di takeover di Merrill, che la scorsa settimana ha annunciato un rosso di $15.45 miliardi nel quarto trimestre.

A deteriorare ulteriormente il sentiment del mercato sono arrivate anche letture macroeconomiche peggiori delle attese, tra cui un incremento del numero di richieste settimanali di sussidi per la disoccupazione e un pesante calo nella attivita’ di costruzione di case, con cantieri edili e licenze di costruzioni piombati ai minimi storici.

Tornando all’andamento dei singoli titoli, lettera anche su eBay, che continua a perdere quote di mercato a favore di Amazon ed altri competitors online: il colosso delle aste su Internet ha registrato un calo del 31% dei profitti nell’ultimo trimestre. In rosso anche il produttore finlandese di cellulari Nokia, che ha riportato un calo delle vendite del 19% e pronosticato una contrazione dei volumi per l’intero settore di almeno il 10% nel nuovo anno, e Seagate Technology, societa’ distributrice di supporti per immagazzinamento dati elettronici, che ha riportato la prima perdita fiscale dal 2004 ed annunciato un possibile taglio del dividendo del 75%. Subito dopo la chiusura delle borse sara’ il gigante Internet Google a diffondere gli ultimi numeri fiscali.

Tra le rare voci fuori dal coro Apple. Il colosso informatico ha riportato un aumento del 2% dei profitti che ha sorpreso le attese degli analisti; annunciata anche un’espansione dei margini grazie alle robuste vendite di iPod. Il gruppo ha emesso un outlook poco incoraggiante per i prossimi risultati, ma gli investitori non hanno dato particolare peso alla notizia a giudicare dalla performance del titolo che ha chiuso con un guadagno superiore al 7%.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico in lieve progresso il greggio. I futures con consegna marzo hanno guadagnato $0.12 a $43.67 al barile. Sul valutario, euro stabile nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di giovedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.30. In recupero l’oro: i futures con consegna febbraio hanno guadagnato $9.20 a $859.30 l’oncia. Ritracciano infine i Titoli di Stato Usa: il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 2.5940% dal 2.5260% di mercoledi’.