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WALL STREET ARCHIVIA UNA SETTIMANA DIFFICILE

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La settimana che si e’ appena conclusa sulla piu’ importante piazza finanziaria del mondo e’ senz’altro meritevole di essere definita storica. In un mercato in cui gli scambi si sono distinti per l’ampiezza dei volumi trattati e l’estrema volatilita’ dei prezzi, i principali indici azionari hanno registrato variazioni che hanno precedenti solo nel lontano “ottobre caldo” del 1987.

Nella giornata di mercoledi’ il Dow Jones, l’indice delle blue chip americane, ha messo a segno un guadagno di quasi 500 punti, il secondo piu’ forte rialzo dopo quello successivo al crac del “lunedi’ nero” dell’87.

Il poderoso rimbalzo tecnico, seguito ai crolli a catena dell’ultimo periodo, non ha pero’ avuto seguito. Ricordiamo che nelle precedenti due settimane il Dow aveva ceduto il 14,5%, uno dei crolli piu’ pesanti della storia.

Con un guadagno complessivo di 245,13 punti, il Dow Jones questa settimana e’ avanzato del 3,6%, chiudendo a quota 8.264,39. Dall’inizio dell’anno, tuttavia, l’indice perde il 17,5%.

Il Nasdaq questa settimana ha archiviato una perdita piuttosto consistente. L’indice delle societa’ “high tech” e’ arretrato del 4,32% rispetto a venerdi’ scorso, a quota 1.262,12. Steve Milunovich, “global technology strategist” di Merrill Lynch, benche’ dell’avviso che il momento per tornare ad investire in titoli tecnologici si stia avvicinando, continua a consigliare cautela. Dall’inizio dell’anno il Nasdaq perde piu’ del 35%.

Per quanto riguarda l’S&P500, l’indice ha guadagnato in una settimana 5,09 punti (+0,60%), attestandosi a quota 852,84. La perdita da inizio anno e’ del 25,7%.




































Performance dei listini
americani
Indici Valori al 26/7/2002 Variazioni ultima settimana Variazioni da inizio anno Variazioni ultimi 12 mesi
DJIA 8.264,39 +245,13
(+3,06%)
-1.757,11 (-17,53%) -2.152,28 (-20,66%)
S&P500 852,84 +5,09
(+0,60%%)
-295,24 (-25,72%) -352,98 (-29,27%)
NASDAQ 1.262,11 -57,03 (-4,32%) -688,28 (-35,29%) -766,95 (-37,80%)
Fonte dati: Ufficio Studi
WallStreetItalia

I numeri sono relativi ai punti persi o guadagnati dai listini nel periodo di riferimento, mentre tra parentesi vengono riportate le performance percentuali.

L’attivita’ febbrile che si e’ scatenata a Wall Street ha fatto schizzare l’indice della volatilità (detto l’indice della paura): nella seduta di martedi’ il VIX ha superato in chiusura quota 50, testando il livello piu’ alto dagli ultimi 15 anni.

Ancora una volta non sono mancati gli scandali. John Rigas, fondatore e presidente di Adelphia Communications, ed altri membri della sua famiglia, sono stati arrestati per frode.

Il colosso multimediale AOL Time Warner (AOL – Nyse) ha annunciato che la Security and Exchange Commission (SEC), l’organo di controllo della borsa americana, sta investigando sulle sue pratiche contabili. E soprattutto emergono preoccupazioni sullo stato di salute del sistema bancario.

I mercati azionari:

Il settore dei semiconductori e’ stato tra i piu’ penalizzati. Le previsioni di un rallentamento del giro d’affari nella seconda meta’ dell’anno da parte di Taiwan Semiconductor (TSM – Nyse) sono state accolte con un’ondata di vendite. L’indice (SOX) ha perso in una sola giornata piu’ del 10%, la perdita piu’ consistente dall’ottobre 2000. Dalla chiusura dello scorso venerdi’, l’indice ha ceduto il 13,5%.

Le prospettive incerte di Computer Associates (CA – Nyse), la nota negativa di Goldman Sachs su Electronic Data Systems (EDS – Nyse) e la debolezza di Microsoft (MSFT – Nasdaq) hanno messo sotto pressione il settore software (GSO): l’indice (GSO) ha perso il 3,6%.

Il comparo delle telecomunicazioni (XTC ) ha archiviato la maggiore perdita (-19,44%). I giudizi negativi di Merrill Lynch su BellSouth (BLS – Nyse) e Verizon (VZ – Nyse), e le trimestrali sconfortanti di SBC Communications (SBC – Nyse) e Lucent (LU – Nyse) sono gli elementi che hanno maggiormente determinato le decisioni di vendita.

L’agenzia Moody’s ha inoltre tagliato il rating su Ericsson a livello junk, cioe’ spazzatura. Il titolo e’ precipitato. L’operatore WorldCom (WCOME – Nasdaq) ha fatto ricorso al procedimento di amministrazione controllata (Chapter 11) .

Il rischio di insolvenza di WorldCom ha avuto ripercussioni negative sul settore bancario, coinvolgendo in particolare J.P. Morgan (JPM – Nyse) e Citigroup (C – Nyse). I due colossi finanziari sono inoltre al centro di indagini avviate dalla SEC sul ruolo che hanno svolto nella vicenda Enron.

L’agenzia Moody’s ha rivisto al ribasso anche il rating sul debito di JP Morgan, che e’ passato da “stabile” a “negativo”. Altri sospetti, legati allo scandalo Imclone (IMCL – Nasdaq), vedono coinvolta Merrill Lynch (MER). American Express (AXP – Nyse) e’ cauta sui risultati del prossimo semestre.

Il Dow Jones e’ stato in paricolare sostenuto dalla buona performance di Procter&Gamble (PG – Nyse), che ha annunciato un piano di “buy back”, e di 3M (MMM – Nyse), la cui trimestrale ha battuto le aspettative degli analisti.

Le previsioni negative sul cash flow di Dynegy (DYN – Nyse) hanno depresso l’intero comparto energetico (XNG).

Il settore biotech (BTK) e’ stato positivo anche questa settimana (+2,5%), grazie soprattutto al positivo bilancio pubblicato da Amgen (AMGN – Nasdaq).

I dati macroeconomici pubblicati in settimana:

  • Ordini di beni durevoli. Il dato e’ stato particolarmente negativo, registrando un calo del 3,8%, il piu’ forte dal novembre 2001. Gli analisti avevano pronosticato un aumento dello 0,5%. Solo gli ordini della difesa sono risultati in crescita.
  • Sussidi di disoccupazione . Il numero settimanale di nuove richieste di sussidi e’ inaspettatamente sceso al piu’ basso livello da 17 mesi. Gli economisti ritengono che il dato sia un importante segnale che il mercato del lavoro e’ in ripresa.
  • Employment cost index. Il costo sostenuto dalle aziende americane per salari, stipendi e oneri sociali e’ cresciuto, nel secondo trimestre, in misura maggiore rispetto alle previsioni degli economisti. Negli ultimi 12 mesi il dato ha registrato un aumento del 4%.
  • Vendita di case esistenti. L’indicatore ha subito il piu’ pesante calo dall’aprile del 95, molto maggiore rispetto alle previsioni. Gli analisti adesso ritengono che il settore immobiliare stia transitando verso livelli di attivita’ piu’ sostenibili rispetto a quelli dei primi mesi del 2002.
  • Vendita di nuove case. A giugno si e’ avuta una aumento record, con un tasso annualizzato di crescita che supera per la prima volta il milione di unita’. I bassi tassi di interesse e le turbolenze dei mercati finanziari rendono l’investimento immobiliare piu’ attraente.
  • Fiducia Michigan –Def. La fiducia dei consumatori americani a luglio e’ maggiore di quanto si era stimato nel dato preliminare, ed e’ al di sopra delle aspettative degli economisti.

Le obbligazioni:

Il mercato dei Titoli di Stato prosegue sulla strada del rialzo, specularmente alla debolezza di Wall Street. “Gli investitori sono scettici” afferma Kevin Flanagan, fixed income strategist di Merrill Lynch, “e i rendimenti (sui bond) continueranno a ridursi fino a quando il mercato azionario non dara’ convincenti segnali di ripresa”.

Nonostante molti operatori ritengano che i Titoli di Stato siano sopravvalutati, i “fund manager” continuano ad investirvi, anche per la necessita’ di allocare gli enormi flussi di liquidita’ provenienti dai fondi azionari. In base ai dati di Lipper Inc., società’ di ricerca del settore, nel solo mese di giugno dai fondi azionari sono stati prelevati $13,8 miliardi; contemporaneamente nei fondi del reddito fisso sono affluiti ben $18 miliardi, una cifra record.

Questa settimana il Tesoro ha emesso nuovi Bond a due anni per un valore di $27 miliardi: la richiesta dei titoli e’ stata moderatamente sostenuta. Nel corso della settimana il rendimento sui Bond a due anni e’ arrivato al 2,28%, il piu’ basso livello mai raggiunto.

Per quanto riguarda il Treasury Bond a 10 anni, il benchmark della categoria, i rendimenti hanno toccato un minimo del 4,27% per poi risalire, in concomitanza al rally di Wall Street, fino al 4,37% nella chiusura di venerdi’. Negli ultimi tre mesi il rendimento si e’ ridotto di piu’ di un punto percentuale.

  • Tasso sui Treasury a 5 anni (FVX – CBOE)
  • Tasso sui Treasury a 10 anni (TNX – CBOE)

Il mercato valutario

Le turbolenze di Wall Street si sono riversate anche sui mercati valutari. Il dollaro si e’ rafforzato nei confronti delle principali valute, riconquistando la parita’ con l’euro gia’ ad inizio settimana.

Il successivo recupero della divisa europea e’ stato di breve durata. Alla chiusura di New York di venerdi’ le due monete si scambiavano a $0,9871 per 1 euro. La scorsa settimana il cambio euro/dollaro aveva raggiunto $1,018, il massimo di 30 mesi.

“Non c’e’ necessariamente un trend ben definito dietro i movimenti recenti delle valute” afferma Tony Norfield, responsabile per la strategia valutaria presso la banca d’affari ABN Amro. “L’instabilita’ del quadro finanziario induce gli operatori ad incessare i profitti appena possono”.

Le conclusioni

L’andamento erratico, scomposto e incoerente con il quale si muovono gli indici azionari, i forti volumi di scambi e l’elevata volatilita’ fotografano con chiarezza lo stato di confusione del mercato.

I timori del tracollo, che molti operatori paventavano dopo il forte calo della seduta di venerdi’ scorso, non si sono materializzati. Ne’ sono emersi elementi chiarificatori del quadro finanziario.

La vicenda delle banche coinvolte nei trucchi di bilancio diffonde nuove preoccupazioni sullo stato di salute degli istituti finanziari. Il presidente della Federal Reserve Alan Greenspan e’ intervenuto per sottolineare che il sistema bancario e’ solido, ma gli operatori restano ancora perplessi, alla ricerca di cause e responsabilita’ che diano una chiave interpretativa convincente.

Nell’insofferenza generale, lo stesso Greenspan non e’ risparmiato da critiche per non aver fatto abbastanza per frenare la crescita della “bolla speculativa”.

Diviene sempre piu’ arduo capire quale sia la direzione che prendera’ il mercato. Se questo clima nervoso dovesse continuare ancora per molto tempo, l’economia reale ne subira’ forti contraccolpi: questa al momento sembra essere l’unica certezza.