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WALL STREET: ANCORA VIVA LA SPINTA DELLA FED

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Listini sempre in buon rialzo sulla borsa Usa. Al giro di boa il Dow Jones guadagna lo 0.72% a 13838, l’S&P500 lo 0.88% a 1533, il Nasdaq lo 0.80% a 2672. Gli operatori continuano ad applaudire la decisione della Fed di abbassare il costo del denaro.

I listini stanno estendendo il forte rally di ieri (migliore performance giornaliera degli ultimi 5 anni) originato dalla decisione della Federal Reserve di tagliare i tassi d’interesse di mezzo punto percentuale. I fed funds sono al 4.75%, minor livello dal maggio dello scorso anno.

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La linea dura adottata dalla Banca Centrale, nel tentativo di contenere gli effetti negativi prodotti dalla crisi del comparto immobiliare e dalle recenti turbolenze nel settore del credito, e’ stata ben accolta dagli operatori, che gia’ nel pre-borsa si sono lanciati in nuovi ordini Buy. C’e’ forte incertezza pero’ circa l’atteggiamento della Fed nei prossimi mesi. Per alcuni analisti la banca centrale Usa potrebbe decidere uno o due ulteriori ribassi del costo del denaro prima della fine dell’anno. Per altri, Bernanke & Co. potrebbero confermare l’attuale livello per qualche tempo, considerato l’accenno alle ancora elevati pressioni inflazionistiche riportato nel documento ufficiale che ha accompagnato la decisione.

A tal proposito sara’ fondamentale continuare a monitorare da vicino gli sviluppi economici e i risultati fiscali delle aziende. I numeri diffusi in mattinata hanno confermato la pesante situazione del comparto immobiliare e, sul fronte inflazione, un moderato raffreddamento dei prezzi. Nel dettaglio, sia i nuovi cantieri edili che le licenze di costruzione sono scese oltre le attese ad agosto, al peggior livello degli ultimi 12 anni. Sul fronte inflazione, i prezzi al consumo (CPI) hanno registrato la prima flessione da quasi un anno, sorprendendo gli analisti.

I dati sulle scorte di greggio hanno evidenziato un nuovo calo delle riserve di petrolio, ma un rialzo superiore alle attese di quelle di benzina e di prodotti distillati. Cio’ ha provocato un raffreddamento dei prezzi petroliferi, con i futures con consegna ottobre sul petrolio arretrati di 32 centesimi a quota $81.19 al barile.

Sul fronte societario, occhi ancora puntati sul comparto finanziario. Dopo la buona trimestrale di Lehman Brothers (LEH), che ieri ha rassicurato gli investitori sull’impatto che la crisi dei mutui subprime potrebbe avere sui risultati aziendali, notizie negative sono giunte da Morgan Stanley (MS) che ha riportato utili per azione di $1.38, 10 centesimi inferiori al consensus (e $0.16 al di sotto delle previsioni Reuters di $1.54).

La trimestrale della banca americana e’ una delle tappe in una settimana che vedra’ molte importanti societa’ finanziarie rivelare quanto abbia pesato la crisi del mercato del credito. Domani sara’ la volta di Bear Stearns (BSC) e Goldman Sachs (GS).

A livello settoriale le migliori performance sono segnate dai comparti: Tires and Rubber +5.7%, Fertilizers and Agriculture Chemicals +3.8%, Apparel and Accessories +3.8%, Office REITS +3.6%, e Real Estate Management +3.6%. Tra i piu’ forti ribassi: Building Products -1.5%, Oil and Gas Refiners -1.5%, Railroads -1.1%, Systems Software -0.79%, e General Merchandise -0.75%.

Alle 12.30 E.T. il volume di scambio e’ di 645 milioni di pezzi al NYSE e 951 milioni al Nasdaq. I titoli in rialzo contro quelli in ribasso sono 2283 a 895 al Nyse e 1989 a 897 al Nasdaq. I nuovi massimi contro i nuovi minimi delle ultime 52 settimane sono: 187 a 48 al NYSE e 181 a 33 al Nasdaq.