Nonostante i deludenti dati economici, gli indici americani hanno terminato la seduta in rialzo, spinti dal pesante calo del petrolio e dall’opinione di alcuni analisti che la settimana prossima la Fed non attuera’ un rialzo dei tassi d’interesse. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0.79% a 10.641, l’S&P500 lo 0.83% a 1.237, il Nasdaq e’ avanzato dello 0.66% a 2.160.
La prova offerta nella sessione di oggi dai mercati americani, detta di “quadruple witching” per via delle scadenze tecniche (contratti futures e opzioni su indici e singole azioni), e’ un significativo indicatore di resistenza, soprattutto in considerazione delle notize negative giunte dal fronte macro.
Nel secondo trimestre il disavanzo delle partite correnti degli Stati Uniti e’ sceso dell’1.5% a $195.7 miliardi. E’ un livello pari al 6.3% del Pil. Gli economisti si aspettavano pero’ un deficit di $193.0 miliardi.
Deludenti anche i dati sulla fiducia dei consumatori. L’Universita del Michigan ha annunciato che a settembre l’indice sulla fiducia delle famiglie americane e’ sceso a 76.9 punti. Il valore (preliminare) si e’ rivelato inferiore alle attese del mercato, che erano per un calo piu’ contenuto a 85 punti.
Buone notizie sono pero’ arrivate con i numeri relativi ai movimenti di capitale. A luglio le entrate nette negli Usa sono salite a 87.4 miliardi.
Una ragione della tenuta dei listini, riferiscono gli esperti, risiede nelle attese sui tassi d’interesse. Secondo gli operatori la Federal Reserve potrebbe infatti decidere di interrompere la serie di strette creditizie iniziata a giugno 2004 per consentire all’economia di riprendere con fermezza la via della crescita. Ricordiamo che al momento i tassi a breve sono del 3.5%
L’altra ragione risiede nel marcato calo del greggio, oggi particolarmente sotto pressione. Il contratto future con scadenza ottobre ha ceduto $1.75 per chiudere la sessione a quota $63 al barile e segnare una perdita di quasi il 2% per l’intera settimana.
Ad innescare le vendite sul comparto energetico e’ stata in primo luogo la revisione al ribasso sulle stime della domanda globale da parte dell’OPEC. Inoltre, nel meeting della settimana prossima, il cartello petrolifero potrebbe decidere di incrementare l’output.
Sul fronte societario, sotto i riflettori Adobe Systems. L’azienda di software per il settore media ha riportato utili trimestrali superiori alle stime degli analisti. Il titolo ha guadagnato quasi il 10%.
Da segnalare all’interno del Dow Jones gli upgrade di diverse banche d’affari su Intel e Exxon Mobil. Il rating del colosso informatico e’ stato migliorato da Underperform a Neutral in base a considerazioni sulla valutazione del titolo. Il giudizio della compagnia petrolifera e’ passato, invece, da Hold a Buy: per gli analisti di Deutsche Bank il titolo potrebbe spingersi fino a $75.
Commenti positivi sono stati espressi anche sull’altra blue chip, Honeywell, che e’ avanzata di quasi il 2%, ma la migliore performance tra le componenti dell’indice industriale l’ha registrata il colosso fast food McDonald’s, cresciuto di oltre 3 punti percentuali.
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Sugli altri mercati, l’euro e’ in calo rispetto al dollaro. Nel tardo pomeriggio di venerdi’ a New York il cambio tra le due valute e’ $1.2232. In netto progresso l’oro. Il future con scadenza dicembre ha guadagnato $4.00 a quota $463.30 all’oncia. Da segnalare che il prezzo spot per il metallo prezioso ha raggiunto i massimi di 17 anni. In ribasso, infine, i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 4.27% dal 4.21% di giovedi’.