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WALL STREET: ADDIO SPERANZE SU TAGLIO DEI TASSI

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Un’altra seduta volatile a Wall Street conclusasi con gli indici in leggero calo. Gli ultimi dati economicci hanno relativamente rassicurato gli investitori sullo stato di salute dell’economia americana, ma l’ancora elevato livello dell’inflazione allontana le speranze di un possibile taglio del costo del denaro nel breve termine. Il Dow Jones e’ arretrato dello 0.41% a 12110, l’S&P500 dello 0.38% a 1386, il Nasdaq ha ceduto lo 0.25% a 2372.

Nell’arco della settimana si e’ assistito ad un’impennata delle pressioni inflazionistiche accompagnata da una brusca decelerazione dell’attivita’ manifatturiera. I prezzi alla produzione sono schizzati ben oltre le attese, i prezzi al consumo sono saliti rispettando il consensus. Nel mese di febbraio il CPI e’ avanzato dello 0.4%, appena al di sopra delle previsioni; la versione “core”, salendo dello 0.2%, ha rispettato le stime degli analisti.

Mercoledi’ prossimo la Federal Reserve si riunira’ per decidere sui tassi d’interesse, che al momento sono al 5.25%. Gli operatori sono in attesa da ormai diversi mesi di una possibile riduzione dei fed funds, ora piu’ di prima data la crisi nel settore dei mutui immobiliari che ha potuto originare alcuni problemi di liquidita’ sui mercati. Ma con l’inflazione agli attuali livelli, ben oltre il tetto massimo di tolleranza stabilito dalla Banca Centrale, e’ molto improbabile che si assista ad un calo del costo del denaro nel brevissimo periodo.

Alcuni analisti sono convinti che il trend di crescita dei prezzi tendera’ a ridursi nei prossimi mesi, in parallelo con la discesa del tasso di crescita dell’economia: sara’ solo allora che Bernanke & Co. assumeranno un atteggiamento meno aggressivo sulla politica monetaria.

Contrastati gli altri dati diffusi in mattinata. Bene la produzione la produzione industriale balzata dell’1% netto (maggiore rialzo dal novembre 2005), ben oltre le previsioni del mercato (+0.3%) dopo essere scesa dello 0.5 % a gennaio. Leggermente inferiore alle stime invece il dato sulla fiducia dei consumatori stilato dall’universita’ del Michigan. L’indicatore, che monitora il sentiment delle famiglie americane, e’ scivolato a quota 88.8 punti dai 91.3 di febbraio (consensus 89), minor livello degli ultimi sei mesi.

Oltre alla forte incertezza sui mercati, a contribuire alla volatilita’ odierna e’ stato anche il cosiddetto “giorno delle quattro streghe”, che segnala la scadenza di quattro diversi tipi di contratti su futures e opzioni. Al Nyse sono state scambiate 1.6 miliardi di azioni, 1.7 mld al Nasdaq Stock Market.

A livello settoriale, si e’ assitito ad un rimbalzo del gruppo delle societa’ recentemente colpite dalla crisi del settore dei mutui. Le nuove operazioni da $2.7 miliardi in prestiti da parte di Accredited Home Loans ([[LEND]]) e l’estensione del credito da parte di Credit Suisse su Fremont General ([[FMT]]) hanno disteso il clima sul comparto.

Seduta di rialzi anche per i titoli del comparto minerario (sostenuti dalla voci di takeover su Newmont Mining ([[NEM]])), maggiori pressioni invece sui comparti brokeraggio e bancario.

Tra i titoli del Dow Jones, bene Hewlett-Packard ([[HPQ]]) sulla scia della notizia di un corposo riacquisto di azioni proprie e Microsoft ([[MSFT]]), grazie alla parziale risoluzione positiva del contenzioso legale che la vede contrapposta a Alcatel-Lucent ([[ALU]]). Wal-Mart ([[WMT]]) ha annunciato che non intendera’ piu’ perseguire il piano relativo al lancio di prodotti finanziari.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico il greggio ha continuato a cedere terreno. I futures con consegna aprile sono arretrati di 44 centesimi a $57.11 al barile, peggior livello dallo scorso 29 gennaio. La perdita settimanale e’ del 4.9%.

Sul valutario l’euro ha chiuso in forte progresso rispetto al dollaro. Nel tardo pomeriggio di venerdi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.3311, massimo dell’anno. L’oro si e’ spinto al rialzo: i contratti con consegna aprile sul metallo prezioso sono avanzati di $6.80 a $653.90 l’oncia. In leggero calo i titoli di Stato Usa: il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 4.55% dal 4.5360% di giovedi’.