Società

WALL ST: TERZA SEDUTA CONSECUTIVA IN RIALZO

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

I mercati USA chiudono sui massimi una seduta trascorsa all’insegna della debolezza.

L’assenza di motivi per spingere sul ribasso e i volumi di contrattazione particolarmente deboli hanno convinto quei pochi investitori che ancora mantenevano posizioni corte aperte a chiuderle, in attesa dell’importantissima giornata di domani, in cui saranno resi noti l’esito delle elezioni di meta’ mandato e la decisione della Fed sui tassi d’interesse. Il risultato e’ stato uno sprint dell’ultima mezz’ora di contrattazioni, che ha portato il Nasdaq a chiudere sopra i 1.400 punti (cosa che non accadeva dal 22 agosto scorso) e il Dow a riportarsi a ridosso degli 8.700.

”Tutto sembra puntare a una vittoria repubblicana e a un taglio dei tassi – dice a Wall Street Italia Cesare De Novellis, senior vice president della banca d’affari Jefferies -. Per quanto riguarda il FOMC, la domanda e’ solo sull’entita’ del taglio. Personalmente ritengo che una revisione al ribasso del costo del denaro non serva in questo momento. Anche se la reazione immediata potrebbe essere una di sollievo, nel lungo termine un taglio non fungerebbe da stimolo per il rilancio dell’economia. Oltretutto, a livello psicologico una revisione al ribasso dell’obiettivo sui Fed Fund potrebbe far sorgere ancora piu’ dubbi sulla ripresa. A livello settoriale, i comparti che si sono comportati meglio sono stati quelli che ieri non avevano partecipato al rally, come i difensivi, tra cui in particolare il largo consumo e i farmaceutici, e i ciclici, tra cui l’esplorazione petrolifera e l’auto. Una menzione particolare meritano i titoli della difesa. Ma in generale, il clima e’ stato attendista: nell’incertezza, la maggioranza degli investitori ha preferito rimanere a bordocampo”.

Il Nasdaq ha chiuso a 1.401,14 (+0,33%)
Il Dow Jones a 8.678,27 (+1,24%)
L’S&P 500 a 915,40 (+0,78%)

L’esito delle elezioni avra’ ripercussioni importanti sia sul fronte della politica internazionale che su quello economico. Una vittoria dei repubblicani di Bush costituirebbe un lasciapassare per la guerra contro l’Iraq e velocizzerebbe l’adozione di politiche economiche care al presidente USA, quali ad esempio la riduzione delle tasse a favore dei consumatori. Ma per avere un quadro accurato dei risultati bisognera’ aspettare fino all’alba di mercoledi’.

Per quanto riguarda il FOMC, il mercato sembra ormai dare per scontata una revisione al ribasso del costo del denaro. Al momento i future sui Fed Fund danno al 108% la probabilita’ di un taglio di 25 punti base. E come insegna la storia, raramente una probabilita’ di oltre il 100% di un taglio non viene realizzata. Diminuiscono invece le probabilita’ di una riduzione di 50 punti base. Secondo molti operatori, alla luce della debolezza economica emersa dagli ultimi dati macro, una revisione al ribasso dei tassi d’interesse potrebbe costituire la spinta necessaria a fare uscire l’economia USA dall’attuale fase di stallo.

Ad alimentare il clima di cautela sui mercati e’ stato anche l’indebolimento del dollaro rispetto ad euro e yen. Oggi il biglietto verde e’ sceso al livello piu’ basso delle ultime cinque settimane contro la valuta nipponica e degli ultimi tre mesi contro l’euro, permettendo alla moneta del Vecchio Continente di riportarsi sopra la parita’.

Secondo Byron Wien, strategist di Morgan Stanley, agli attuali livelli l’azionario non puo’ considerarsi a buon mercato. Tuttavia, i titoli stanno reagendo alla buona stagione degli utili. Per l’analista, l’equity potrebbe ancora apprezzarsi del 5%-10%.

Anche secondo Merrill Lynch, gli indici USA possono crescere ancora. Per il chief global technical analyst Thomas Hobson, gli scogli piu’ difficili sono in coincidenza dei massimi segnati lo scorso agosto: 966 punti per l’S&P 500, 9.077 per il Dow Jones, 1.055 per il Nasdaq 100 e 1.426,70 per il Nasdaq Composite.

A livello macroeconomico, ha portato un po’ di sollievo sui mercati il dato migliore delle stime sull’ISM servizi di ottobre, che si e’ attestato a 53,1 punti contro i 52 del consensus generale di mercato. L’indicatore e’ pero’ risultato in calo rispetto a settembre, quando si era attestato a quota 53,9.

Per tutti i dettagli sui titoli che hanno movimentato la seduta odierna clicca su WSI TITOLI CALDI, in INSIDER.