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WALL ST: SI INTENSIFICANO LE PAURE SULL’INFLAZIONE

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La seduta di borsa di Wall Street si e’ chiusa con gli indici azionari in territorio negativo. Il Dow Jones ha ceduto lo 0.61% a 10.285; l’S&P500 l’1.00% a 1.178, il tecnologico Nasdaq, infine, e’ arretrato dello 0.69% a 2.056. A determinare le vendite sui mercati sono stati ancora una volta i timori sull’inflazione, intensificati dal balzo dei prezzi al consumo del mese di settembre.

L’indice PPI e’ salito dell’1.9%, ben al di sopra delle previsioni degli analisti che erano per un incremento piu’ contenuto (+1.2%). Su base annua l’incremento e’ del 6.9%, il piu’ sostenuto dal 1990, mentre il rialzo mensile e’ il piu’ sostenuto degli ultimi 31 anni. Il dato ‘core’, al lordo delle componenti volatili di cibo ed energia, e’ salito dello 0.3%, contro l’aumento dello 0.2% previsto dal mercato.

Gia’ da alcune settimane le preoccupazioni sull’inflazione, e su un conseguente aumento dei tassi d’interesse da parte della Fed, hanno contribuito in modo significativo alla brusca correzione registrata sia dal mercato azionario che obbligazionario.

Il fatto ha prevalso sia sulle buone notizie giunte dal comparto energetico, con il petrolio riportatosi sotto i $64, sia sugli aggiornamenti dal fronte societario, con gli utili risultati complessivamente incoraggianti. Il contratto future sul greggio con consegna novembre ha ceduto $1.16 a quota $63.20 al barile, in seguito al cambio di rotta dell’uragano Wilma, ora orientato in una zona distante dal centro chiave in cui sono dislocate le numerose piattaforme di estrazione e lavorazione di petrolio.

Per quanto riguarda gli sviluppi societari, il colosso informatico IBM nell’after hour di lunedi’ ha pubblicato risultati migliori delle previsioni degli analisti. Anche la conglomerata industriale 3M ha riportato risultati trimestrali superiori alle stime ed ha inoltre annunciato un ampliamento del programma di riacquisto di azioni proprie. Il titolo e’ avanzato di oltre il 3%. Il colosso farmaceutico Johnson & Johnson, invece, ha battuto le attese del mercato sugli utili ma ha deluso sul fatturato. Le altre blue chip che si sono distinte in positivo sono Intel, che comunichera’ la trimestrale subito dopo la chiusura delle borse, Hewlett Packard e Microsoft.

A pesare maggiormente sulla performance del Dow Jones e’ stato il notevole calo di Exxon Mobil (oltre 4.3%, ai minimi di quattro mesi). Il colosso petrolifero e’ stato investito da un’ondata di sell, rivelatasi in seguito come una vendita di 24.5 milioni di azioni a blocchi al prezzo unitario di $57.00. Gli altri maggiori ribassi li hanno registrati United Tech, Altria e General Motors.

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Sugli altri mercati, l’euro si e’ deprezzato nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di martedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ $1.1958. In calo l’oro. Il future con scadenza dicembre ha chiuso in ribasso di $2.00 a quota $474.60 all’oncia. In leggero rialzo, infine, i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 4.47%, dal 4.49% di lunedi’.