Società

WALL ST. RALLENTA, OBAMA CHIEDE IL CONTO A BP

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Dopo quasi due ore e mezzo dall’avvio positivo delle contrattazioni, Wall Street prosegue al rialzo tanto che l’S&P 500 e’ riuscito a cancellare le perdite che si faceva sentire dal sell-off dello scorso sei maggio. Su questo indice sono gli industriali e i titoli tecnologici a guadare gli acquisti mentre i finanziari insieme all’health care viaggiano sulla parita’.

Nel frattempo l’Europa e’ riuscita a consolidare i propri guadagni con Francoforte reginetta indiscussa con un +2.7% seguita da Parigi (+1.5%), Madrid (+1.3%), Londra (+1%) e Milano con il Ftse Mib che ha segnato un +0.7%. In generale sono i bancari ad esser stati ben comprati (vedi a fine pagina l’analisi della giornata finanziaria di Unicredit). A sostenere i listini i dati del Pil nell’Eurozona e il piano di austerity messo a punto dalla Spagna. Intanto il Portogallo ha superato la prova del mercato con un’asta da un miliardo di euro di titoli a 10 anni che ha raccolto una domanda 1.8 volte superiore all’offerta. E per attrarre gli investitori Lisbona e’ riuscita a strappare un rendimento del 4.52% inferiore di 181 punti base rispetto ai picchi della settimana scorsa.

Il Dow nel frattempo segna un rialzo di 69 punti a 10820.00 (+0.67%). Su di 6 punti a 1162.00 (+0.53%)l’S&P 500 mentre il Nasdaq avanza di 24 punti a 2401 (+1.02%).

Se e’ vero che permangono i dubbi sull’efficacia del piano anti-crisi messo a punto domenica notte da Ue, Fmi e Bce e’ sull’euro che si concentra l’attenzione degli operatori, tanto che qualcuno avverte: nel peggiore dei casi una caduta al di sotto di quota $1.19 potrebbe rapidamente portare la valuta europea alla parita’ nei confronti del biglietto verde. Per la precisione vicino a $1.03.

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Non mancano eventi capaci di catalizzare l’attenzione degli esperti Oltreoceano. Dopo un mese dalle accuse di frode rivolte dalla Sec a Goldman Sachs, ora a entrare nel mirino delle autorita’ e’ Morgan Stanley (che riduce le perdite con un -3.3% dopo esser arrivata a cedere oltre il 5%). Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, i procuratori degli Stati Uniti starebbero accertando se la banca abbia ingannato gli investitori, offrendo prodotti finanzari e piazzando poi scommesse sul crollo del loro valore (stessa accusa di Goldman Sachs). L’istituto, per bocca del suo ceo, ha detto di non essere a conoscenza di alcuna indagine.

Tra i titoli tecnologici, occhio a Google (-0.7%). In un intervista al Wall Street Journal il numero uno di Verizon Wireless conferma voci gia’ circolate su un prossimo esordio del gruppo di Mountain View nel mercato dei tablet per contrastare l’iPad. No comment su produttore dell’hardware, tipo di sistema operativo e data del lancio. Obiettivo della societa’ di tlc: fare le scarpe ad AT&T, operatore di riferimento di Amazon per il suo lettore di e-book Kindle e di Apple per l’iPad.

Tra le trimestrali di oggi, e’ arrivata quella della catena di abbigliamento Macy’s (il titolo perde smalto con un +0.7% dal +3.35% dell’apertura): riesce a tornare in utile superando le stime del mercato. Restano in calendario quelle dei supermercati Whole Foods Market e del colosso IT Cisco Systems.

Sul fronte macro attenzione alla bilancia commerciale di marzo, ai massimi di un anno ma migliore delle attese. Alle 20 tocchera’ al Budget del Tesoro. Attenzione all’asta di titoli a 10 anni da $24 miliardi. Nel frattempo le richieste di mutui sono cresciute la scorsa settimana grazie a un balzo della domanda di rifinanziamento che bilancia il calo della richiesta di nuovi prestiti.

Monitorato speciale anche il petrolio, e non solo alla luce del dato sulle scorte, maggiori del previsto. L’Aie ha fatto sapere che gli effetti della crisi del debito della Grecia avranno una ricaduta sulla domanda di gas e petrolio in Europa, che potrebbe scendere ai livelli del 1999. Intanto il presidente americano Obama ha chiesto al Congresso di aumentare il tetto di responsabilita’ delle compagnie per danni ambientali a $1.5 miliardi. Ha inoltre proposto di aumentare di $0.01 al barile le tasse sulle compagnie petrolifere. Obiettivo: raccogliere fondi per circa $118 milioni l’anno che potrebbero essere usati per intervenire in caso di disastri naturali come quelli che vedono chiamata in causa BP nel Golfo del Messico.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico le quotazioni del greggio hanno perso quota. I futures con consegna giugno segnano un calo dello 1.20% (-$0.92) attestandosi a quota $75.45 al barile. Sul valutario la moneta unica si attesta appena sotto $1.27, a $1.2641 (+0.12%). L’oro e’ ben comprato e ha messo a segno un nuovo top assoluto. In questo momento il metallo giallo e’ in rialzo di $10.90 (+0.91%) in area $1210.00. Il rendimento sul benchmark decennale si attesta al 3.56% dal 3.5350% di ieri.

Macroeconomia

L’Italia chiude il primo trimestre 2010 con un Pil in rialzo dello 0,5% sul trimestre precedente (chiuso a -0,1%, dato rivisto da -0.3%). Su base annua il Pil è salito dello 0.6% (da -2,8% del 4Q09). Le attese medie degli analisti indicavano invece un rialzo dello 0.3% su trimestre ed una variazione nulla su base annua. L’Area Euro è cresciuta di 0.2% rispetto al 4Q09 e segnato un progresso di 0,5% rispetto ad un anno fa. Entrambi i dati sono in linea con le attese degli analisti.

Sempre in Eurozona la produzione industriale registra a marzo un incremento dell’1,3% su mese e del 6,9% su base tendenziale, contro un consensus rispettivamente per rialzi a +1% m/m e +6,1% a/a. La Grecia ha registrato una contrazione del Pil dello 0,8% su trimestre, a fronte di attese per un calo più marcato dell’1,4%. A livello tendenziale il Pil greco ha registrato una contrazione del 2,3% (attese per -2,7%).

Negli Stati Uniti il deficit commerciale è salito a marzo del 2,5% a USD40,4 mld, il maggiore da dicembre 2008, leggermente più alto del dato rivisto di febbraio di USD39,4 mld e a fronte di un consensus per un disavanzo di USD40,1 mld.

Cambi e commodities

Euro in moderato rialzo rispetto a yen e sterlina e poco mosso vs. il dollaro in scia alle misure di austerità annunciate dalla Spagna, mentre il petrolio Wti Usa scambia in calo a USD75,3 al barile, dopo che i dati diffusi dall’Eia hanno evidenziato scorte di greggio in crescita di 1,9 mln di barili (attese +1,3 mln).

Azioni Italia

Acea (EUR7,65): ha archiviato il primo trimestre 2010 con risultati sopra le attese evidenziando un utile netto di EUR38,8 mln (+17,6% sul 1Q09) e un Ebitda a EUR154,2 mln (+21,6%). L’indebitamento netto è salito a fine marzo a EUR2,29 mld da EUR2,17 mld di fine 2009.

Benetton (EUR6,345): ha chiuso il primo trimestre 2010 con un utile netto aumentato a EUR20 mln (da EUR18 mln del 1Q09) a fronte di un fatturato salito a EUR457 mln (+1,8%) grazie a un mix delle collezioni, a una soddisfacente crescita delle vendite nei negozi a gestione diretta e a un favorevole andamento dei cambi. L’indebitamento finanziario netto si attesta a EUR589 mln rispetto a EUR763 mln di fine marzo 2009, con un aumento di EUR33 mln rispetto a fine 2009.

Buzzi (EUR10,73): ha registrato nel 1Q10 vendite di cemento e di calcestruzzo preconfezionato in diminuzione rispettivamente del 19,6% e del 14,1%. In calo anche i ricavi netti che sono stati pari a EUR459,6 mln (nel 2009: EUR587,3 mln), il margine operativo lordo di EUR13,9 mln (nel 2009: EUR39,3 mln), mentre la perdita netta è salita a EUR50,2 mln da EUR40,4 mln del 1Q09. La società, che ha visto una crescita di EUR110 mln dell’indebitamento netto, ha confermato per l’intero esercizio 2010 la previsione di risultati in diminuzione.

Dada (EUR3,46): ha chiuso il primo trimestre 2010 con ricavi consolidati pari a EUR38,6 mln (EUR38,4 mln nel 1Q09) ed un risultato netto negativo per EUR1,3 mln (EUR0,7 mln). La posizione finanziaria netta a fine marzo risulta negativa per EUR43,8 mln rispetto a -EUR36,7 mln di fine 2009.

Enel (EUR3,855): chiude il primo trimestre 2010 con ricavi e Ebitda in crescita ma con un calo del dell’utile netto a EUR1,05 mld (-45% rispetto al 1Q09) a causa di una flessione della gestione finanziaria. Il buon andamento della gestione operativa si riflette nell’aumento dei ricavi a EUR18,12 mld (+19,9%) e dell’Ebitda a EUR4,48 mld(+16,3%). Il debito del gruppo è salito a EUR51,945 mld (+2,1%). L’Ad Conti ha dichiarato che i buoni risultati operativi conseguiti nel periodo, anche grazie alle azioni di miglioramento dell’efficienza e di protezione dei margini già avviate, confermano la solidità degli obiettivi 2010 comunicati ai mercati finanziari a marzo.

Generali (EUR15,74): chiude il primo trimestre 2010 con un utile netto di EUR527 mln, in forte progresso rispetto a quello del primo trimestre del 2009, che aveva registrato un risultato di EUR104 mln. Da segnalare che i premi lordi complessivi sono cresciuti del 16,2% a EUR20,9 mld (EUR18,5 mld nel primo trimestre 2009). Per quanto riguarda il ramo danni, il combined ratio si è attestato al 98% (96,3% nel 1Q09) a causa principalmente dell’aumento della sinistralità, passata da 68,8% a 70,2%, per effetto di maggiori eventi catastrofali.

Azioni Estero

Allianz (EUR85,25): il maggiore gruppo assicurativo europeo ha riportato un utile netto più che triplicato nel primo trimestre 2010 a EUR1,59 mld (EUR424 mln nel 1Q09), con le attività di assicurazione vita e salute e l’asset management che hanno compensato l’effetto negativo delle forti richieste danni.

Deutsche Telekom (EUR9,11): ha chiuso il primo trimestre 2010 in linea con le attese con un Ebitda migliorato a EUR4,9 mld (+1,6% sul 1Q09) su un fatturato totale stabile a EUR15,8 mld. Il gruppo teleconico ha ribadito l’outlook per il 2010, atteso con un Ebitda di EUR20 mld ed una generazione di cassa di circa EUR6,2 mld.

Ing (EUR7,034): il colosso bancassicurativo olandese ha chiuso il primo trimestre 2010 con un ritorno all’utile netto per EUR1,33 mld, superiore alle attese degli analisti ferme a EUR964 mln e dopo la perdita di EUR793 mln di un anno fa, sostenuto dal miglioramento dei mercati finanziari e dalla diminuzione dei costi sui crediti in sofferenza. Ing ha anche annunciato un aumento dell’esposizione nei confronti della Grecia, mentre si è ridotto il portafoglio portoghese, e si è detto non preoccupato della propria esposizione al debito sovrano.

Grafico del giorno: Ftse Mib

Il brusco storno delle ultime settimane ha depresso il FTSE/MIB da 23.600 pts fino ai minimi dal luglio ’09 sotto il livello dei 18.500 pts. Da notare tuttavia il pronto rimbalzo dell’indice italiano, tornato sopra la soglia psicologica dei 20.000 pts. A questo punto, in caso di ripresa del trend rialzista, il deciso breakout delle MM a 14 e a 65 gg attualmente a 21.250 pts e a 22.080 pts creerebbe i presupposti per un ulteriore allungo verso i target successivi posti rispettivamente a 23.600 pts, 24.060 pts e a 24.550 pts, sui livelli di metà ottobre 2009. Diversamente, in caso di nuovo indebolimento delle quotazioni, la prossima rottura dei 20.000 pts deprimerebbe l’indice prima verso il supporto statico a 19.500 pts e successivamente verso i minimi dei giorni scorsi di 18.463,16 pts. Supporti successivi a 17.600 pts e a 16.550 pts. I principali indicatori testimoniano il miglioramento del quadro tecnico di breve, con l’Rsi uscito dall’Ipervenduto e con il Macd prossimo all’incrocio rialzista sulla propria Signal Line con entrambi tuttavia ancora sotto la linea dello zero.

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*Questo documento e’ stato preparato da UniCredit Bank AG. Le analisi qui pubblicate non implicano responsabilita’ alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita’ di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI.