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WALL ST.: PESANTI VENDITE CON CRISI FINANZIARIA

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Listini in ribasso sulla piazza di New York, dove le vendite si sono intensificate in seguito alla circolazione di alcuni rumors negativi sul comparto finanziario. Il Dow Jones ha ceduto l’1.29% a 11740, l’S&P500 l’1.55% a 1273, il Nasdaq e’ arretrato -1.95% a 2169. I listini hanno cosi’ chiuso in ribasso per la terza sessione consecutiva, l’S&P500 e’ scivolato ad un nuovo minimo di 19 mesi. McDonald’s e’ risultato essere il miglior titolo del Dow Jones, le famiglie mangiano sempre piu’ fast food a buon mercato, per la recessione.

A guidare la strada dei ribassi e’ stato ancora una volta il comparto finanziario, pressato da una serie di notizie negative che non fanno altro che appesantire il clima originato dalla crisi del credito. Bear Stearns (BSC) ha visto il titolo scivolare ai minimi di 5 anni dopo che l’agenzia di rating Moody’s ha tagliato il giudizio su alcuni asset della banca d’affari, tra cui quelli connessi ai prestiti immobiliari forniti alle famiglie con problemi di credito. Il gruppo di private equity Blackstone (BX) ha riportato una perdita trimestrale di $170 milioni nel quarto trimestre, sempre a causa (ovviamente) del “credit crunch”.

Va segnalato poi il ribasso del 14% di Countrywide Financial (CFC) sulla notizia pubblicata dal New York Times secondo cui l’Fbi avrebbe iniziato un’indagine sull’istituto finanziario. Non sorprende che l’intero gruppo delle grosse banche d’investimento (Lehman, Goldman Sachs, Merrill Lynch e Morgan Stanley) si sia mosso al ribasso, appensatito anche dai commenti negativi espressi da Citigroup.

L’ultima ondata di vendite sull’azionario che ha spinto gli indici ai minimi di oltre un anno e mezzo ha sollevato alcune speculazioni tra gli operatori su un possibile intervento della Federal Reserve a mercati aperti, prima dell’incontro fissato per il prossimo 18 marzo. Gli stessi analisti di Goldman Sachs hanno scritto in una nota che non e’ da escludere una manovra straordinaria della Fed: stimati tassi al 2% entro la fine del prossimo mese.

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Dopo il crollo dell’occupazione annunciato venerdi’ scorso, che ha di fatto confermato l’ingresso dell’economia Usa in recessione, “non sembrano esserci gli elementi per assistere ad un rally dei listini nei prossimi giorni” ha affermato David Jones, capo analista di IG Index. E’ possibile dunque continuare ad assistere a movimenti laterali ad alta volatilita’ dei mercati anche nei prossimi giorni.

A contribuire al calo dei listini e’ stata anche l’impennata dei prezzi energetici, con il petrolio balzato ad un nuovo massimo storico oltre la soglia dei $108. I futures con consegna aprile si sono spinti ad un massimo intraday di $107.18 per poi chiudere a quota $107.90, in rialzo di $2.75.

Tra i singoli titoli, il colosso fast food McDonald’s (MCD) ha comunicato vendite comparate nel mese di febbraio che hanno battuto le attese degli analisti. Il titolo e’ avanzato del 2.45% risultato il miglior componente dell’indice industriale. In calo le conglomerate industriali United Technologies (UTX) e 3M (MMM), considerate cartine di tornasole dell’economia, penalizzate dalla serie negativa di dati macro, tra cui il calo nell’occupazione comunicato venerdi’ scorso. Nel comparto tecnologico, alcune pressioni stanno colpendo il colosso Internet Google (GOOG), gia’ in forte perdita negli ultimi mesi: il settimanale finanziario Barron’s ha scritto che il titolo potrebbe deprezzarsi di un ulteriore 20% dagli attuali livelli. L’azione ha lasciato sul terreno il 4.5%.

Il gigante dei chip per la telefonia mobile Texas Instruments (TXN) rilascera’ un aggiornamento infratrimestrale subito dopo la chisuura delle borse. Con la fiducia dei consumatori scivolata ai minimi di 16 anni, sarebbe interessante vedere numeri migliori delle attese da parte di questa societa’, purtroppo sono pochi quelli che si attendono una sorpresa al rialzo dato il rallentamento economico che sta interessando molti settori.

Sugli altri mercati, sul valutario, poco variato l’euro. Nel tardo pomeriggio di lunedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.5349. L’oro e’ arretrato di $2.40 a $971.80 all’oncia. In buon progresso i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.4380%.

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