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WALL ST: PERCHE’ I BOND ANTICIPANO IL MERCATO

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La connesione tra mercato obbligazionario e borsa e’ da sempre uno degli indicatori piu’ seguiti dagli investitori per scegliere il momento opportuno per comprare o vendere azioni. La tendenza ad analizzare attentamente le obbligazioni e’ diventata ancora piu’ evidente in un mercato dove domina la liquidita’. Cerchiamo di spiegare quali sono i segnali che vengono colti e proviamo a capire cosa ci dice oggi il mercato obbligazionario sul futuro della borsa.

La liquidita’ e la teoria dei vasi comunicanti
Il denaro si sposta valutando il rapporto rischio rendimento dei diversi investimenti possibili, in relazione alle attivita’ prive di rischio come le obbligazioni emesse dal Governo. Nei momenti di incertezza come quelli seguenti agli attacchi terroristici gli investitori si rifugiano sui bond emessi dal Governo americano, drenando liquidita’ dalla borsa e provocando ribassi come quello della seconda meta’ di settembre.

Tuttavia le diverse scadenze sul mercato obbligazionario si muovono in maniera differente. Nelle settimane successive all’attacco i rendimenti sul mercato obbligazionario sono scesi su tutte le scadenze. Da una parte gli investitori hanno comprato tutto quello che significava sicurezza e dall’altra la FED ha pompato liquidita’ nel circuito bancario per garantire il sistema dei pagamenti. In questo caso il travaso di liquidita’ e’ stato improvviso e concentrato nel tempo.

Quando il mercato ha terminato la fase di panico, il deflusso di liquidita’ dal mercato obbligazionario ha seguito una dinamica meno omogenea. Inizialmente si e’ assistito ad un generale rialzo dei tassi di interesse su tutte le scadenze mentre nelle ultime settimane ad essere piu’ penalizzate (sul prezzo) sono state le scadenze a lungo termine.

Il tasso di interesse sul Treasury note a 10 anni ha chiuso venerdi 7 dicembre con un rendimento a quota 5,17%, in deciso rialzo rispetto al 4,73% della settimana successiva. Gli investitori possono monitorare questo importante benchmark attraverso il TNX(TNX – CBOE), opzione sui rendimenti delle obbligazioni governative a 10 anni di piu’ recente emissione.

Il tasso di interesse sui Treasury note a 2 anni ha chiuso nella stessa settimana con un rendimento al 3,19%, in rialzo rispetto al 2,83% di quella precedente. La differenza tra le due scadenze e’ aumentata da 187 a 198 punti base. Gli analisti chiamano questo effetto stepening di curva: irripidimento della curva dei rendimenti per le diverse scadenze. Il dato va letto insieme a quello sui FED funds che scontano un ulteriore taglio dei tassi alla riunione di martedi 11 dicembre.

Il tasso sui FED funds determina il costo al quale le banche possono prendere a prestito il denaro sul circuito interbancario. Pur essendo determinato dal mercato questo tasso viene profondamente influenzato dalla FED che si pone un obiettivo che persegue attraverso operazioni di mercato aperto. Tali operazioni hanno l’effetto di drenare o aumentare la liquidita’ sul mercato e quindi di determinare il tasso sui prestiti interbancari.

Infine devono essere considerati i dati relativi al mercato delle obbligazioni societarie. L’offerta di questi strumenti e’ decisamente aumentata quest’anno, passando da $483 a $655 miliardi. Cio nonostante la differenza tra il rendimento pagato dai bond governativi a 10 anni e le obbligazioni societarie di pari scadenza con rating BB2, si e’ ridotta tra la meta’ di ottobre e i primi di dicembre del 20%.

Come leggere questi dati dunque?.
I dati sul rendimento delle obbligazioni con scadenza lunga, autorizzano a pensare ad una ripresa, tuttavia la Federal Reserve sembra non essere dello stesso parere, almeno sulla tempistica, dato che continua nella sua politica espansiva. Secondo Michael Shumacher, capo del interest-rate product strategy presso la banca Salomon, se la ripresa economica dovesse essere repentina, il mercato a questo punto dovrebbe scontare anche una fine dei tagli operati dalla FED.

Questo pero’ non sta avvenendo. Secondo i dati della Bond Market Association, il mercato sconta un taglio di 25 punti base alla riunione di martedi 11 con certezza quasi assoluta ed un ulteriore taglio a gennaio con un 20-25% di probabilita’. La lettura piu’ accreditata di questi dati prevede una ripresa dell’economia reale, lenta, da posizionare verso la fine del secondo trimestre del 2002 con delle prospettive di lungo periodo in costante miglioramento.

Francesco Leone e’ analista di Wall Street Italia