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WALL ST. INGRANA LA QUINTA CON JP MORGAN E INTEL

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L’azionario americano inanella la quinta seduta consecutiva di rialzi, galvanizzato dai conti migliori del previsto pubblicati da Intel, JP Morgan Chase e CSX.

Il Dow Jones ha chiuso per terza seduta di fila sopra quota 11000, guadagnando lo 0.94% a 11122.81 punti. Fa ancora meglio il Nasdaq, forte di un progresso dell’1.58% in area 2504.86, mentre l’S&P 500 avanza dell’1.11% a quota 1210.61.

A sostenere i listini nella seduta odierna ci hanno pensato anche una serie di dati macro convincenti, in particolare quelli relativi alle vendite al dettaglio, che hanno alimentato la fiducia nel mercato e contestualmente nel fatto che il rally di sei settimane sia giustificato.

Oltre alla banca d’affari e al colosso dei microprocessori, sul Dow Jones si mette in luce Bank of America. Relegate nei bassifondi invece Merck e Verizon. L’S&P ha superato la soglia chiave dei 1200 punti nel primo minuto di contrattazioni, un livello che non toccava da settembre 2008. CSX balza di oltre il 4% dopo aver pubblicato una trimestrale convincente.

“Nel complesso, la stagione delle trimestrali e’ appena iniziata, ma quello che abbiamo visto sinora e’ un segnale positivo sul fronte della domanda”, ha dichiarto a Reuters Bennett Gaeger, managing director di Stifel Nicolaus, aggiungendo che “non solo suggerisce una ripresa degli Usa dal punto di vista macro, bensi’ di tutto il mondo”.

Le parole di avvertimento del presidente della Fed Ben Bernanke circa una ripresa ancora lenta dell’economia, limitata dai problemi sul fronte del lavoro e delle costruzioni, non hanno invece avuto un particolare impatto negativo sul mercato, andando a colpire piu’ che altro il dollaro e i Treasuries.

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I commenti sono stati infatti interpretati come un segnale che la politica monetaria accomodante della Banca Centrale proseguira’ ancora per un po’ di tempo, anche se il numero uno della Fed ha preferito non fare riferimenti ad eventuali tempi e modi con cui verranno alzati i tassi di interesse, fermi ai minimi storici.

A grandi linee il rapporto sulle attivita’ economiche delle 12 regioni della Fed, noto come Beige Book, ha dipinto una situazione analoga. Fatta eccezione per la circoscrizione di St. Louis, l’economia si e’ infatti espansa ad un ritmo “in qualche modo” sostenuto, in particolare grazie all’incremento delle spese al consumo, ma il mercato del lavoro e il settore immobiliare restano ancora gli anelli deboli della catena.

Sempre all’interno della sfera macro sia vendite al dettaglio che l’indice dei prezzi al consumo sono risultati nel complesso migliori del previsto in marzo, mentre le scorte di magazzino in febbraio sono cresciute sui livelli piu’ alti degli ultimi sette mesi, con le aziende che hanno modificato l’offerta per adattarla alla crescente domanda.

Tra le notizie societarie piu’ importanti di giornata, Morgan Stanley ha informato gli investitori che potrebbe perdere $5.4 miliardi a causa di scelte infelici nel portafoglio investimenti. Apple nel frattempo ha annunciato che per rispondere agli alti livelli di domanda si e’ vista costretta a posticipare il lancio internazionale dell’iPad di un mese. I pre-ordini online saranno consentiti a partire dal 10 maggio.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico le quotazioni del greggio interrompono la serie negativa di cinque sedute, con un bel rialzo. I futures con consegna maggio chiudono avanzando di $1.79 attestandosi a quota $85.84 al barile. Sul valutario la moneta unica viaggia a quota $1.3650 (+0.28%). L’oro progredisce di $6.20 in area $1159. In ribasso i prezzi dei titoli di Stato, con il rendimento sul benchmark decennale che si attesta al 3.8550% dal 3.8110% di ieri (+4.4 punti base).