Dopo i forti acquisti della prima parte di seduta, i principali indici azionari americani hanno ridotto i guadagni con il Dow Jones che ha virato in rosso, nel giorno in cui il presidente Barack Obama ha confermato che la casa automobilistica Chrysler LLC fara’ ricorso alla bancarotta controllata, fase che durera’ sino a 60 giorni. Il paniere delle blue chip chiude in calo dello 0.22% a 8168.12 punti, l’indice allargato S&P 500 chiude in flessione dello 0.10% a 872.81 punti, mentre il listino dei tecnologici Nasdaq registra un progresso dello 0.31% a 1717.30. Su base mensile il Dow ha pero’ guadagnato il 7.3%, il Nasdaq il 12.3%, miglior risultato da ottobre 2002, mentre l’S&P 500, forte di un +9.4%, si e’ reso protagonista del balzo mensile maggiore dal 2000 a questa parte.
L’annuncio nel settore auto non ha sorpreso gli investitori, ma ha comunque attenuato parte dell’ottimismo suscitato dalle parole rassicuranti della Federal Reserve sulle condizioni economiche e da un calo inatteso delle richieste di sussidi di disoccupazione. Secondo Jack A. Ablin, chief investment officer di Harris Private Bank, il mercato si e’ dovuto misurare con i fatti, dopo che da tempo si rincorrevano le voci di bancarotta per Chrysler. “Una volta che gli investitori si ritrovano faccia a faccia con la realta’, hanno una reazione diversa”.
Ablin sottolinea inoltre che considerando gli ostacoli, l’ingresso in Chapter 11 della casa automobilistica, l’incertezza per gli stress test sulle banche e l’eventuale pandemia di influenza suina, il mercato ha mostrato una notevole resistenza. E’ da un po’ di tempo che a Wall Street e’ cresciuto l’ottimismo sulla stabilizzazione dell’economia, che tuttavia rimane debole. Il Dow Jones e’ in rialzo del 25% dall’inizio di marzo.
Vengono schiacciate in fondo al paniere delle blue chip Exxon Mobil, Chevron e JP Morgan Chase. Oggi la maggiore societa’ petrolifera al mondo ha annunciato profitti in calo del 58% nei primi tre mesi dell’anno, sui livelli piu’ bassi da cinque anni a questa parte. Il titolo ha chiuso con un ribasso del 2.6%. JP Morgan invece compare nella lista dei creditori di Chrysler ed ha inevitabilemnte risentito in borsa, lasciando sul terreno il 4.29%. Tuttavia General Motors, altra casa automobilistica in difficolta’, ha chiuso in netto rialzo (+6.09%) nonostante le notizie riguardanti Chrysler.
La Fed ritiene che la contrazione dell’economia sia in fase di rallentamento e i dati giunti oggi dal fronte macro sembrano sostenere questa teoria. In una notizia che ha sopreso il mercato, il Dipartimento del Lavoro ha annunciato che le nuove richieste di sussidio di disoccupazione sono calate di 14000 unita’ a 631000 nell’ultima settimana. Il dato e’ migliore di quanto non si aspettassero gli economisti. Ad offrire un buon supporto e’ anche il miglioramento notevole nel mese di aprile dell’attivita’ manifatturiera nella zona del Midwest.
Tuttavia non tutti i dati giunti oggi sono stati positivi — le persone senza lavoro che continuano a richiedere assistenza economica sono salite a un nuovo livello record, e il governo ha reso noto che le spese al consumo e il reddito personale hanno subito un lieve calo a marzo. Ad ogni modo la flessione delle spese non e’ cosi’ grave, in particolare se si considera che nei due mesi precedenti aveva registrato un rialzo.
Sugli altri mercati, il contratto con consegna a giugni ha guadagnato %0.15, pari a un rialzo dello 0.3%, attestandosi a quota $51.12 al barile.
Sul valutario, si indebolisce l’euro nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di giovedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.3232. Ancora in ribasso l’oro: i futures con consegna giugno sul metallo prezioso hanno perso $9.30 a $891.20 l’oncia. In flessione, infine, i Titoli di Stato Usa. Il rendimento sul benchmark a 10 anni e’ salito al 3.1240% dal 3.0960% di mercoledi’.