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WALL ST. ARRETRA, NESSUNA REAZIONE AL SELL-OFF

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I listini azionari americani hanno proseguito sulla strada dei ribassi, incapaci di reagire al sell-off degli ultimi giorni che li ha spinti vicino ad una fase di mercato ‘orso’, in ribasso di quasi il 20% dai massimi registrati lo scorso ottobre. Il Dow Jones ha ceduto lo 0.91% a 11348, l’S&P500 lo 0.36% a 1278, il Nasdaq e’ arretrato dello 0.25% a 2315. Il nuovo record del greggio, la rinnovata debolezza del comparto finanziario, il continuo calo della fiducia dei consumatori e le ultime, deludenti trimestrali societarie hanno impedito agli indici di recuperare terreno.

Il clima a Wall Street resta dunque incerto. La borsa ha fallito nel fornire una reazione agli scivoloni degli ultimi giorni che hanno posizionato i listini a chiudere giugno con la peggiore performance mensile dal 2002. L’indice industriale e’ scivolato ai minimi dall’agosto del 2006, in calo del 19.8% dal top di ottobre, l’indice S&P500 e’ in ribasso del 18.3% e il Nasdaq del 19% dai rispettivi record dello scorso anno. La settimana vede il Dow Jones arretrare del 4.2%, l’S%P500 del 3.0%, -3.8% per il Nasdaq.

A rivestire una delle maggiori preoccupazioni degli investitori e’ la corsa senza freni del petrolio, arrivato a toccare un nuovo record storico di $142.99 al barile, spinto dalle ultime dichiarazioni dell’Opec, dalle stime ‘bullish’ di alcune grosse banche d’affari e dall’atteggiamento speculativo di alcuni operatori. Dopo essere arrivati a sfiorare i $143 al barile, i futures con scadenza agosto hanno archiviato la sessione a $140.21, in rialzo di 57 centesimi. Si tratta della prima chiusura assoluta sopra la soglia psicologica dei $140, gia’ violata nella sessione di giovedi’; il rialzo settimanale e’ pari a +3.6%.

Poco incoraggianti i dati giunti dal fronte macroeconomico. Nel mese di maggio il reddito personale e’ cresciuto in misura nettamente superiore alle spese al consumo, a livelli migliori delle attese. La componente inflazionistica del dato ha evidenziato un aumento inferiore alle stime, smorzando temporaneamente i timori sulla dinamica dei prezzi. Nei giorni scorsi i governatori della Fed avevano espresso chiaramente una forte preoccupazione su tale aspetto, tanto da lasciare intendere un possibile rialzo dei tassi d’interesse nei prossimi meeting.

Ha deluso invece il dato sulla fiducia dei consumatori stilato dall’Universita’ del Michigan, rivisto al ribasso dalla lettura preliminare ad un nuovo minimo di 28 anni (terzo peggior livello di sempre). E’ evidente come le famiglie americane risentano del continuo incremento dei prezzi energetici, del deprezzamento degli immobili e delle poco rassicuranti condizioni del mercato del lavoro. “Dicono che si tratta di una grande operazione, ma cosa accadra’ nei prossimi mesi quando si sara’ esaurito l’effetto del programma di stimolo fiscale?” si domanda Hugh Johnson, direttore degli investimenti di Johnson Illington Advisors.

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Gli sviluppi nel comparto societario continuano a deludere, le aziende stanno iniziando a mostrare i primi segnali di sofferenza dovuti alla recessione. I colossi tecnologici Oracle (ORCL) e Research In Motion (RIMM) hanno recentemente comunicato un outlook deludente, la societa’ di computer palmari Palm (PALM) ha riportato un calo delle vendite superiore alle attese e non ha fornito alcuna stima sui prossimi risultati fiscali, incrementando il clima di incertezza tra gli investitori.

Nel settore immobiliare, dopo la perdita riportata da Lennar (LEN), ad occupare la scena e’ stata la rivale KB Home (KBH) che ha comunicato anch’essa una perdita di gran lunga superiore alle stime degli analisti. Gli ultimi dati giunti dal comparto hanno indicato una contrazione delle vendite di immobili ed un calo record dei prezzi delle abitazioni.

Ancora segnali preoccupanti sono emersi dal comparto finanziario. L’agenzia di rating Moody’s ha dichiarato che potrebbe emettere un downgrade sul rating del credito di Morgan Stanley (MS). Sono circolati con insistenza sul floor del Nyse anche alcune voci che vogliono la banca d’affari sul punto di annunciare svalutazioni per $6 miliardi.

Sugli altri mercati, sul valutario, euro in rialzo nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di venerdi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.5787. In buon progresso l’oro. I futures con consegna agosto sul metallo prezioso hanno guadagnato $16.20 a $931.30 l’oncia. Seduta positiva infine per i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.99% dal 4.033% di giovedi’.

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