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WALL ST. ALLUNGA IL RALLY, S&P SUI MASSIMI DI 7 MESI

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Giugno inizia nel migliore dei modi, con i listini azionari americani che fanno un balzo deciso, allungando il rally iniziato a inizio marzo. L’S&P 500 ha toccato in giornata i massimi di sette mesi, dopo che i rassicuranti dati macroeconomici sul settore manifatturiero statunitense e cinese hanno alimentato le speranze che il peggio sia ormai alle spalle. Il Dow Jones guadagna il 2.60% a quota 8721.44, l’S&P 500 sale del 2.58% a 942.87 punti, mentre il Nasdaq avanza del 3.06% a 1828.68 punti.

Nel frattempo l’annuncio largamente atteso del fallimento di General Motors mette fine ai dubbi sul destino della casa automobilistica, con il mercato che spera che anche GM, cosi’ come sembra stia accadendo per Chrysler, possa uscire rapidamente dalla fase di amministrazione controllata.

Dai dati diffusi oggi e’ emersa una contrazione del settore manifatturiero ad un ritmo piu’ moderato rispetto alle attese, alimentando le speranze che la recessione iniziata a dicembre di due anni fa sia in fase calante. Intanto un report pubblicato dal governo ha mostrato che la spesa per le costruzioni e’ inaspettatamente salita in aprile, registrando il rialzo piu’ marcato degli ultimi otto mesi. E’ il secondo mese consecutivo che tali cifre hanno fatto segnare un progresso. Le spese al consumo sono invece calate in aprile, nonostante il reddito personale sia aumentato al ritmo piu’ sostenuto degli ultimi 11 mesi.

Ad incoraggiare gli operatori sono stati anche i segnali di una stabilizzazione del settore manifattuiriero in Cina, con la domanda dai mercati emergenti per le commodity e altre risorse di base che viene vista come un potenziale catalizzatore della crescita economica globale.

“C’e’ tutto il potenziale per assistere ad un recupero”, ha dichiarato, Alan Lancz, presidente di Alan B. Lancz & Associates, una societa’ di consulenza finanziaria, riferendosi ai sengali di stabilizzazione economica. “La migliore notizia giunta oggi e’ stata la crescita della Cina. Gli operatori stanno scommettendo sull’impatto positivo che potrebbero avere i mercati emergenti”.

Il mercato ha allungato il rally iniziato il 9 marzo scorso, con il paniere allargato che si trova su livelli superiori di circa il 40% rispetto ai minimi toccati allora. Il massimo giornaliero toccato dall’S&P 500 di 947.77 punti e’ il livello piu’ alto mai raggiunto dai primi di novembre.

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Particolarmente brillanti le prove dei titoli industriali, come Boeing, che ha strappato del 6%, mentre United Technologies ha registrato un progresso del 5%. Bene anche gli energetici, guidati da Chevron (+4%) e favoriti dalla nuova accelerazione dei prezzi del petrolio, saliti sopra quota $68 al barile.

In gran spolvero le azioni dei titoli legati alle risorse di base, tra cui il colosso dell’alluminio Alcoa e l’azienda mineraria Freeport-McMoran, che mettono a segno rialzi dell’ordine del 6%.

Come previsto, General Motors ha presentato istanza fallimentare, la maggiore mai annunciata nella storia degli Stati Uniti. Solitamente il mercato tende a reagire male in momenti di incertezza e il fatto che si sia fatta chiarezza sul futuro della casa automobilistica, che per rimanere in vita ha ricevuto miliardi di dollari di aiuti governativi, ha certamente offerto un supporto ai listini.

“La bancarotta di Chrysler sembra che si stia concludendo senza problemi e in fretta, pertanto gli investitori sperano che la stessa cosa si verifichi anche per GM”, ha osservato Lancz.

In seguito all’annuncio ufficiale del fallimento della centenaria casa automobilistica, GM e’ stata rimossa dal paniere delle blue chip. A rimpiazzarla sara’ Cisco Systems. Ma la casa di Detroit non e’ stata l’unica grande azienda ad essere eliminata dal Dow Jones. La travagliata banca Citigroup e’ stata rimpiazzata da Travelers Companies. Cisco ha chiuso in rialzo del 6% circa, mentre Travelers ha guadagnato il 3%. Da parte sua Citi ha perso l’1% circa.

Sugli altri mercati, in netto progresso le quotazioni del petrolio, che estendono i rialzi dell’ultima settimana. I futures sul petrolio Usa con consegna luglio hanno guadagnato $2.27 a $68.58 il barile. Sul valutario moneta unica sostanzialmente stabile nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di lunedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.4149. In lieve calo l’oro: i contratti sul metallo prezioso con consegna agosto hanno perso $0.30 attestandosi a $980.00 l’oncia. I Titoli di Stato, infine, chiudono in pesante ribasso, con il rendimento sul benchmark a 10 anni che e’ salito al 3.7150% dal 3.4650% venerdi’.