Roma – «Sì, certo, ho letto ciò che Eugenio Scalfari ha scritto su di me e se proprio devo…».
No, aspetta, Paolo Flores d’Arcais: facciamo un passo indietro. Partiamo dall’articolo che, alcuni giorni fa, hai firmato sul Fatto. Il titolo dell’articolo era eloquente: «Matteo Renzi è pessimo ma io lo voterò».
«Bene, partiamo da lì, partiamo da una domanda: qual è oggi la principale posta in gioco? È la scelta, penso io, tra partitocrazia e Altra politica, intesa quest’ultima come il riformismo vero della Fiom, l’impegno dei Girotondi, la lotta alla mafia e tutto quello che viene bollato come giustizialismo…».
Continua.
«La partitocrazia è invece Berlusconi e il suo mondo in disfacimento, ma è partitocrazia anche il “partito” Napolitano-Monti e il centrosinistra così come viene descritto, da Bersani a Vendola. È chiaro che non sono tre realtà equivalenti, ma certo si somigliano sempre di più e soprattutto impediscono la nascita di una autentica politica riformista. Detto questo…».
Tu suggerisci di votare alle primarie del Pd per Renzi: non è paradossale?
«No. Perché se siamo d’accordo che la questione essenziale è scegliere tra partitocrazia e Altra politica, allora votare per Renzi alle primarie del Pd e poi votare per Grillo alle elezioni è la scelta più razionale».
Non sembra così razionale, francamente.
«E invece sì. Ascoltami: votando Renzi e aiutandolo a vincere, si aumentano le probabilità che il centrosinistra vada in frantumi; poi, andando a votare Grillo, diventa forte la prospettiva che vadano in frantumi addirittura tutti e tre i settori della partitocrazia sopra elencati».
Capito: auspichi che venga giù tutto in macerie. Non ti sembra un po’ troppo?
«No. A me sembra il male minore. Ritengo infatti che oggi siamo già al peggio. Il governo Napolitano-Monti ha appena varato, a larghissima maggioranza, una legge che rende la vita dei concussori molto più facile. Un regalo ai politici criminali che viene chiamato “legge anticorruzione”».
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