Come proteggere il proprio patrimonio da un eventuale inasprimento fiscale

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La crisi finanziaria ha riportato al centro del dibattito l’imposta patrimoniale. Le proposte riecheggiano, in parte, progetti presentati e attuati in passato relativi a una forma di prelievo che ha avuto in Italia un’applicazione discontinua. Chiacchiere da bar o una realtà imminente?

 

La pressione fiscale italiana tra le più alte in Europa 

Come si vede dal grafico, la pressione fiscale totale, in Italia, è tra le più alte ma, contemporaneamente, è tra le più basse sul patrimonio ed in particolare sulla ricchezza netta e i capitali oggetto di eredità, nonostante che i patrimoni detenuti dalle persone fisiche sia tra i più elevati. I maggiori economisti hanno dimostrato che le imposte sugli immobili frenano meno l’economia rispetto l’applicazione di aliquote marginali sulle fasce di reddito più elevate. Esse incentivano le forme di investimento alternative con tassi di rendimento prospettici più elevati, si adattano al finanziamento degli enti locali, presentano un gettito relativamente meno volatile e più costante, in confronto al ciclo economico e incidono maggiormente sulla popolazione più abbiente.

 

 

 

Il patrimonio immobiliare: la riforma del catasto

La riforma del catasto è iniziata nel 2014 e si è conclusa nel 2020. La tabella che segue rappresenta una simulazione di un’imposta patrimoniale del 5%, pari a circa 216 miliardi. Da come si evince, per il primo 10% delle famiglie l’imposta sarebbe di 14€, uguale allo 0,02% del gettito totale. Per le famiglie con ricchezza mediana l’importo sarebbe di 4365€, per il 10% delle famiglie con un patrimonio superiore ai 700.000€ l’ammontare sarebbe invece di 35.882€, pari al 42,7% del gettito totale.

 


Quali sono le possibili strategie di difesa nel caso di una tassa patrimoniale?
 

Dal 2012, con l’articolo 11 del Decreto salva Italia, all’anagrafe tributaria vengono comunicati all’anagrafe tributaria gli importi dei flussi dare e avere, informazioni utilizzabili per individuare i contribuenti a maggior rischio evasione, da sottoporre a controlli ed indagini in caso di incongruità ed incoerenza. Esiste inoltre un accordo internazionale che permette lo scambio di informazioni bancarie e la comunicazione dei dati Iri non residenti a tutti i paesi aderenti.

  • Aumento delle imposte immobiliari

l rischi possono essere un aumento dell’ICI, dell’IMU, della Tasi e la riforma del catasto. Una soluzione potrebbe essere aumentare la componente finanziaria del patrimonio, sarebbe quindi necessario dismettere gli investimenti immobiliari storicamente più esposti e nel mirino delle raccomandazioni internazionali. Infine, non porterebbe alcun beneficio fiscale conferire gli immobili a società, fondazioni, trust o esteri.

  • Aumento delle imposte indirette sui consumi e sulle successioni

La soluzione può essere aumentare la componente assicurativa del patrimonio e introdurre più donazioni, è quindi necessario attivare i contratti di assicurazione sulla vita e di risparmio gestito con sottostanti esenti dall’imposta. Per la parte liquida del patrimonio è opportuno attivare i patti di famiglia per il trasferimento dell’azienda in esenzione fiscale, è utile anticipare il trasferimento dei beni tramite donazione.

  • Il prelievo forzoso sui depositi

Tra le possibili soluzioni si presenta nuovamente la necessità di investire la liquidità in prodotti di risparmio gestito, ad esempio fondi comuni, gestioni patrimoniali e polizze vita. Risulterebbe inefficiente portare i capitali all’estero, graverebbe su beni, idee e redditi italiani. Inoltre, il contante comporterebbe segnalazione di inversione dell’onere della prova. Non conviene nemmeno investire in oro e poi disinvestire per via dei costi elevati.

  • Tassa patrimoniale sugli immobili

La soluzione potrebbe essere quella di trasferire la residenza all’estero, sarebbe però necessario trasferire la residenza effettiva, facendo attenzione all’imposta di successione delle patrimoniali estere. Anche portare i soldi all’estero non risulterebbe efficace, come sappiamo infatti, quasi tutti i paesi sono assolutamente trasparenti. Eventuali semicircolari subirebbero prelievo se non incassati, mentre ritirare il contante comporterebbe nuovamente una segnalazione di inversione dell’onere della prova.

Come potremmo difenderci da un’eventuale crisi economica?

Risulta utile un solido patrimonio immobiliare, i veicoli societari, i patrimoni destinati, i diritti di protezione immobiliare, le polizze vita temporanee caso morte ed i fondi pensione. Ma una delle poche certezze che abbiamo ereditato dalla pandemia e dalla successiva crisi economica è la necessità e l’importanza di mettere in sicurezza i patrimoni delle famiglie.

Conclusioni

Per creare un patrimonio resiliente a un aumento della pressione fiscale, bisognerebbe ridurre il peso degli immobili, la liquidità sui conti e i beni registrati di valore, aumentando la diversificazione tramite risparmio gestito e la componente previdenziale, polizze vita temporanea caso morte e fondi pensione.

È quindi necessario disegnare una strategia preventiva, secondo Sun Tzu, la strategia senza tattica è il cammino più lento verso la vittoria, la tattica senza strategia è il clamore prima della sconfitta.

 

Articolo di Angelo Valente (Group Manager – Professionista Certificato EFPA) & Marco Casanova (Group Manager – Professionista Certificato EFPA)

 

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