Società

Virus carta stampata: crollo (e sciopero) alla free press Metro

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MILANO (WSI) – L’assemblea dei giornalisti di Metro Italia ha deciso all’unanimità di scioperare. Quindi, oggi il quotidiano non sarà in distribuzione.

Il motivo che ha portato a tale decisione, inedita nei 13 anni di vita del giornale, è l’irricevibile piano di interventi “anti-crisi” presentato dall’editore nel quale si chiede un ulteriore innalzamento al 50% dell’attuale quota di solidarietà dei contratti applicati ai redattori (quota già triplicata lo scorso luglio) e il trasferimento della sede di Milano. Nello stesso piano si prefigura addirittura il ricorso alla cassa integrazione straordinaria e la chiusura della sede di Milano.

Inoltre su tale piano la direzione giornalistica si è già resa disponibile a riorganizzare il lavoro della redazione. Per la prima volta i giornalisti di Metro Italia si trovano costretti a ricorrere a una forma di protesta drastica come quella dello sciopero per ribadire il loro fermo “no” al continuo e inarrestabile impoverimento di un quotidiano che già da tempo sopporta una gestione deficitaria da parte di un editore capace solo di tagliare e privo di qualsiasi strategia di rilancio dell’unica testata freepress presente in ben sei città (Roma, Milano, Firenze, Bologna, Genova e Torino). L’assemblea ha dato infine mandato al Cdr di gestire gli altri quattro giorni di sciopero del pacchetto deciso al momento dell’indizione dello stato di agitazione lo scorso 24 ottobre.

Il Cdr e l’assemblea dei giornalisti di Metro Italia

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Comunicato dell’Editore

In uno scenario di crisi del mercato pubblicitario senza precedenti in questo Paese, che ha messo in ginocchio testate storiche e blasonate del panorama editoriale italiano, la strada di un contenimento ferreo dei costi è oggi una strada obbligata per chi come noi crede fortemente in Metro e nelle sue chance di rilancio sul mercato della carta stampata.

Sono stati apportati savings in tutti i comparti produttivi, non solo nell’organico redazionale. Continui investimenti sono stati effettuati negli anni, sia per consolidare il brand di Metro con campagne pubblicitarie a livello nazionale, sia per sviluppare nuove piattaforme digitali. Non comprendere lo scenario economico generale nel quale ci si sta muovendo (e per dei giornalisti non essere informati è cosa grave), significa eludere il vero problema – il crollo degli investimenti – e indebolire un editore che sta resistendo nella tempesta e pianificando il futuro. Anche lo sciopero di oggi, in questo quadro, appare una scelta inspiegabile e autolesionista.

L’Editore