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Vicina la fusione Bpm-BP? Verso il terzo gruppo bancario italiano

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MILANO (WSI) – Giornata cruciale quella di oggi con la riunione del consiglio di gestione di Bpm che dovrà discutere sulla possibile fusione con il Banco Popolare (BP) o con Ubi banca.

A curare i negoziati i consulenti finanziari Lazard e Citi mentre mercato e investitori attendono con trepidazione l’aggiornamento sullo sviluppo della situazione da parte del consigliere delegato Giuseppe Castagna.

Stando agli ultimi movimenti delle sessioni precedenti – oggi Piazza Affari ha assistito a una raffica di sospensioni di, la Borsa sembra fare il tifo per il matrimonio tra Bpm e la veronese Banco Popolare; fusione che darebbe vita al terzo gruppo bancario in Italia, dopo Intesa Sanpaolo e Unicredit. Un matrimonio che ha il suo peso dal punto di vista patrimoniale. Il piano prevede l’indipendenza di Bpm per 3-6 anni e la creazione di una holding con un Consiglio di amministrazione composto da 19 amministrazioni, di cui 9 indicati dal banco Popolare, 7 dalla Bpm e 3 indipendenti. Nella holding  ci sarebbe la Bpm spa controllata al 100% e un consiglio a maggioranza milanese.

L’ad della banca scaligera, Francesco Saviotti (ex Comit come Castagna) ha affermato: “Nelle trattative siamo avanti, ma ci vuole ancora tempo” e in riferimento ai progetti di aggregazione con Bpm ha aggiunto: “Non ci siamo ancora ma sono convinto che ci possa arrivare”.

L’ipotesi secondo gli analisti è che la Banca popolare di Milano possa arrivare a firmare un memorandum d’intesa con una delle due banche, Ubi e Banco Popolare, entro la metà del prossimo mese e poi attuare via via il consolidamento.

Ma i nodi da sciogliere sono ancora tanti: in primo luogo il divario nella capitalizzazione, visto che in Borsa Ubi vale 5 miliardi di euro e ha meno crediti deteriorati di Banco Popolare oltre a presentare un attivo di 115,7 miliardi, 1.555 sportelli e 17.745 dipendenti.

Poi c’è la questione governance che sarebbe difficile da gestire. Sul tema delle poltrone, l’attuale consigliere Castagna dovrebbe accontentarsi dell’incarico di direttore generale. Nelle avances dell’Ubi a Bpm la presidenza potrebbe essere affidata a Piero Giarda (attuale presidente del consiglio di sorveglianza della Bpm) e la direzione generale a Castagna ma la guida della gestione nelle mani dell’attuale ad di Ubi, Victor Massiah.