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Via quota 100 arriva la pensione di garanzia per i giovani?

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Via quota 100 arriva la pensione di garanzia per i giovani?

Domani, mercoledì 14 ottobre, si terrà un nuovo tavolo di confronto tra governo e sindacati sul tema pensione al fine di superare quota 100.  Quali sono gli obiettivi dei sindacati sul tema previdenziale lo dicono il segretario confederale della Cgil, Roberto Ghiselli in un’intervista effettuata da Collettiva.it.

“L’obiettivo è avere un sistema flessibile, che rompa gli schemi della Legge Fornero e la superi permettendo alle pensioni di poter scegliere liberamente quando andare in pensione.
Noi diciamo dopo i 62 anni le persone devono esser in condizione di scegliere quando andare in pensione, oppure dopo 41 anni di contributi. 41 anni sono tantissimi quindi senza nessun vincolo a qualunque età.
Poi crediamo che in questo scenario generale occorre riconoscere ancora una volta i lavori usuranti e gravosi veramente, come è opportuno riconoscere il lavoro di cura e delle donne che sono fortemente penalizzate ed il lavoro dei giovani“.

Ghiselli sottolinea come sia cambiato radicalmente il mondo sulla previdenza in questo momento e le prossime generazioni nei prossimi anni non saranno più a regime retributivo, ma saranno a regime misto o esclusivamente contributivo.

In questo caso chi va in pensione prima prenderà un po’ di meno chi sta più a lavorare prende un po’ di più, è una scelta che le persone fanno ma vi è una forte sostenibilità dal punto di vista finanziario, non c’entra più niente quota 100, 101 e 102 occorre affidare alle persone la libertà di scelta di quando andare in pensione perchè il sistema contributivo consente anche questo.

La pensione di garanzia per i giovani

Come risolvere questo stato di cose? E’ il professore Michele Raitano docente di Politica Economia alla Sapienza di Roma sempre a Collettiva.it che individua come soluzione la pensione di garanzia.

“E’ l’intervento che si è pensato per cercare di alleviare il rischio di future pensioni limitate per chi sta interamente nel sistema contributivo. Consiste nell’idea di inserire nuovamente un tipo di minimo pensionistico a cui hanno diritto tutte le persone quando la loro pensione contributiva sarà inferiore ad una certa soglia tutelando ulteriormente dal punto di vista delle garanzie gli individui più poveri.