Mercati

Venti di guerra affossano le Borse, listini europei -3%. Corsa ai beni rifugio

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L’avanzata russa in Ucraina mette al tappeto i mercati finanziari con l’azionario in pesante caduta e acquisti sugli asset rifugio, sull’energia e sui metalli. La maggior parte degli indici azionari del Vecchio Continente accusa un calo intorno al 3%. A mezz’ora circa dall’apertura, Piazza Affari cede il 3%, Francoforte è la più penalizzata -3,3% mentre Londra e Zurigo limitano il passivo mostrando un calo del 2,5%.

Nulla di buono in vista per Wall Street. Nel premercato americano, i future sul Dow Jones cedono in questo momento circa 814 punti, con un calo previsto in avvio del 2,4%. Fa ancora peggio il future sul Nasdaq (-3,2%) che lascia sul terreno circa 440 punti, mentre lo S&P circa 108 punti (-2,6%). La previsione di una partenza in ‘rosso’ per i listini Usa arriva dopo che l’indice S&P 500 si trova gia’ in una fase di correzione (ovvero in calo di oltre il 10% dal recente picco di gennaio) da martedi’ scorso, con il Nasdaq Composite, a sua volta in correzione dalla fine di gennaio, che sta perdendo circa il 19% dal record di meta’ novembre.

A Piazza Affari completamente in rosso il paniere delle 41 big del listino: solo Campari, all’indomani dello scivolone sui conti, si salva (+2%), mentre cade Pirelli (-6,9%) che ieri nell’annunciare i risultati 2021 e la guidance 2022 ha dichiarato di aver gia’ pronte delle azioni per mitigare l’impatto della crisi ucraina sul proprio business.
Unicredit, tra gli istituti europei più esposti in Russia (insieme a Societe Generale e all’austriaca Raiffeisen) perde il 5,2%.

L’attacco russo in Ucraina sta provocando forti ribassi anche sul mercato delle criptovalute con il bitcoin che scende dell’8% a 35,400 dollari dopo aver toccato un minimo a 34.333. Solo 24 ore da, il bitcoin quotava sopra i 39.000 dollari. Ancora piu’ pesante la flessione dell’Ethereum che cede il 12% a 2.105 dollari. Da segnalare che dal massimo di 68.641 dollari toccato il 9 novembre, il bitcoin ha ormai perso circa il 50% del suo valore.

Secondo eToro: “L’alta correlazione tra criptovalute e mercati azionari continua a portare al ribasso l’intero comparto. La capitalizzazione complessiva è scesa a $1.58 trilioni e negli ultimi 7 giorni (dal 17 febbraio) il valore ha visto cedere ad oggi il 20%, pari a 392 mld di dollari. Cresce la dominance di Bitcoin, attualmente al 42.37% (ad inizio anno rappresentava il 40%). Come possiamo osservare oro e bitcoin ormai viaggiano al contrario, con il primo che offre protezione nei confronti dell’azionario (e del panico) e il secondo che invece lo segue”.

Listini asiatici giù, Mosca -45%

Pesanti le conseguenze sui listini asiatici. La Borsa di Tokyo ha chiuso con un calo  l’1,81% a 25.970,82 punti (-478,79 punti). Si tratta, per la principale piazza asiatica, della quinta seduta consecutiva in calo: l’indice Nikkei raggiunge un minimo in chiusura dal novembre 2020. L’indice Topix ha perso l’1,25% a 1.857,58 punti.  Forti perdite anche per la Borsa di Sydney (-2,99%) e per Shanghai in chiusura (-1,7%).

La Borsa di Mosca ha riaperto le contrattazioni dopo una sospensione temporanea:  l’indice Moex perde il 45%, bruciando quasi la metà del suo valore.

Beni rifugio in corsa

Acquisti sugli asset rifugio: l‘oro sale dell’1,7% a 1942 dollari l’oncia, lo yen giapponese torna sotto 155 per un dollaro e a 129 per un euro, salgono i titoli di Stato. Volano i prezzi dell’energia e dei metalli: il gas in Europa tratta a 106 euro al megawattora (+20%), il petrolio guadagna il 6% circa con il Brent aprile che tratta 102,6 dollari al barile e il Wti a 97,37 dollari al barile nella scadenza aprile.