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VENEZUELA,
HA VINTO CHAVEZ

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Dopo un’incertezza spossante durata un giorno e una notte, in Venezuela la situazione precipita in pochi minuti. Il presidente Hugo Chavez vince il referendum e resta saldo al suo posto. Ma l’opposizione respinge il risultato, denuncia “gravi manipolazioni” nelle operazioni di voto e proclama anch’essa la vittoria. Poco dopo Chavez fa l’annuncio che i mercati aspettavano: “Confermo alle nazioni che fanno parte dell’Opec che il mio governo garantisce la stabilità del mercato mondiale del petrolio”.

Se la situazione politica interna resta confusa, per le Borse di tutto il mondo è straordinariamente chiaro che il quinto esportatore al mondo di petrolio continuerà a essere affidabile per i paesi consumatori. Cosa che non sarebbe stata così scontata in caso di risultato più incerto o in caso di sconfitta di Chavez.

Il referendum infatti era decisivo non solo per le sorti del governo di Caracas, ma per la politica petrolifera. Il Venezuela è – insieme all’Iraq e all’incertezza sul colosso petrolifero Yukos – uno dei punti caldi del pianeta sul fronte del greggio. E il petrolio, dopo aver segnato nelle ore di incertezza un nuovo record a un passo dai 47 dollari, ora scende. Il Brent, il greggio di riferimento europeo, ha aperto a 43,65 dollari al barile, 23 cents in meno rispetto alla chiusura di venerdì.

Restano le pesanti incognite interne. Il Coordinamento democratico di opposizione annuncia di avere vinto con il 59,4% per il sì, e di considerare le cifre favorevoli al no fornite dal Consiglio nazionale elettorale (Cne) “il frutto di una gigantesca frode”, come dice il portavoce Henry Ramos Allup.

I risultati ufficiali dicono che i “no” (cioè no alla revoca del mandato al presidente) hanno battuto i “sì”. In una dichiarazione a reti unificate, il presidente del Cne, Francisco Carrasquero, ha detto che secondo il 94,49% delle schede automatizzate pervenute alle 3,47 (le 9,47 italiane) l’opzione no ottiene 4.991.483 voti (58,25%) e l’opzione sì 3.576.517 (41,74%).

L’ex presidente statunitense Jimmy Carter e il segretario generale dell’Organizzazione degli stati americani (Osa) continuano a tessere la complicata tela che deve impedire tensioni e disordini.

In ogni caso, straordinaria l’affluenza degli elettori che ha costretto le autorità venezuelane a prorogare ben due volte la chiusura dei seggi. La consultazione si è svolta in un clima di relativa tranquillità.

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