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UTILI: TIM, COSA PREVEDONO GLI ANALISTI

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TIM sta mostrando una certa tenuta sul mercato, se confrontata agli altri telefonici, sia in Italia che in Europa.

Il titolo sta perdendo il 2,25% a €5,44.

Cristina Peccati, analista tecnica di Centrosim, individua per TIM un supporto a €5,30, “ma il titolo sembra impostato per andare giù fino a €5; la prima resistenza è a €5,80, ma quella più importante è collocata a €6,08”.

Il mercato aspetta che questa sera, mercoledì, il gruppo renda noti i conti semestrali.

Oriana Cardani, analista di Rasfin dice a Wall Street Italia che le previsioni della Sim sono per un fatturato consolidato di 9.500 miliardi di lire e ricorda a questo proposito che il consolidato di questo primo semestre 2001 è cambiato rispetto allo stesso periodo del 2000, in quanto nel frattempo c’è stata l’acquisizione di società estere.

L’ebitda è stimato in 4.500 miliardi di lire; l’ebit in 3.000 miliardi di lire, leggermente inferiore rispetto ai €1.555 milioni attesi dagli analisti di una banca tedesca.

“In pratica – dice Cardani – ci aspettiamo una buona crescita dei margini e la tenuta del mercato italiano”.

La stessa opinione, al di là dei numeri che in questo caso non vengono forniti, è di un analista tecnico di una primaria Sim milanese che per politica aziendale non può essere citato.

Dice l’analista che “la tenuta del mercato italiano è un fattore molto importante: l’impresa infatti non è facile perché quello italiano è un mercato ormai maturo, e perché la concorrenza si fa sentire in modo pressante”.

Tuttavia, aggiunge l’analista, i dati “potranno essere letti in modo ambivalente: anche considerando un certo rallentamento rispetto al primo trimestre, che è stato eccezionale, il secondo trimestre dovrebbe essere buono e complessivamente il semestre positivo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno; TIM insomma si confermerà come una società redditizia capace di crescere in periodi anche difficili come questo”.

Tuttavia, fa notare l’analista, la lettura dei dati potrebbe essere anche negativa. Ciò potrebbe accadere “se ci si dovesse soffermare sui target triennali di crescita dei ricavi e dell’ebitda, che saranno presumibilmente inferiori all’11% stimati in precedenza per il periodo 2000-2003”.

Se a questo si aggiunge “il ritardo dell’UMTS e gli interrogativi che precedono il lancio del GPRS, rispettivamente telefonini di terza generazione e seconda generazione e mezzo, ecco allora che il bicchiere potrebbe apparire mezzo vuoto”.

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