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UTILI, ALLARME ROSSO CON IL NUOVO METODO S&P

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Non fidatevi degli utili comunicati dalle aziende quotate a Wall Street, suggerisce l’agenzia di rating Standard & Poor’s 500.

C’e’ infatti una versione ufficiale di calcolo contabile secondo il metodo classico definito GAAP e, da ora in poi, c’e’ un’alternativa (brutale, e da molti criticata) rappresentata dal metodo dei ‘core earnings’.

Tutto sta a vedere come sono appostate nei bilanci societari voci come le stock options e i fondi pensione, la cui presenza (o assenza) ha un peso rilevante sul risultato reddituale finale.

Le differenze con la versione GAAP comunemente adotattata sono allarmanti.

Nell’anno fiscale conclusosi a giugno 2002 le società comprese nell’indice S&P500 hanno riportato un utile medio per azione di $26,74, secondo i parametri GAAP. Col nuovo metodo contabile varato da Standard & Poor’s, l’earning per share crolla a $18,48.

Ancora piu’ inquietante e’ la constatazione secondo cui col nuovo sistema del “core earnings” l’attuale P/E medio relativo alle aziende comprese nell’indice S&P500 schizza dall’attuale 33 a 48. Una differenza che non piace affatto a gestori di fondi e money manager di tutto il mondo.

Per leggere l’intero articolo, con tutti i dettagli sul nuovo sistema di calcolo contabile varato da Standard & Poor’s, clicca su WSI REPORTS, in INSIDER.

*Gianluca Guerrini e’ analista finanziario di Wall Street Italia