Società

USA: TRASCURABILI GLI EFFETTI DEL KATRINA

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

*Antonio Cesarano e’ il Responsabile Desk Market Research di MPS Finance. I suoi commenti non implicano responsabilita’ alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita’ di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI.

_______________________________________

I dati sul mercato del lavoro Usa di settembre hanno evidenziato una
variazione negativa degli occupati non agricoli pari a -35.000 unità, un
valore nettamente migliore delle aspettative, che in mediana si attestavano
a -150.000 unità. Sensibile rialzo anche del tasso di disoccupazione
passato da 4,8% a 5,1%.

Con riferimento ai non farm payrolls, sia il settore dei beni sia quello
dei servizi hanno offerto un contributo negativo. Nell’ambito dei servizi
le variazioni negative più marcate hanno interessato i settori del retail
trade (-88.000) e quello alberghiero (-80.000).

I dati odierni sono stati raccolti nel pieno del passaggio dell’uragano Katrina (arrivato sul golfo del Messico il 29 agosto scorso), fino alla metà circa di settembre. Di conseguenza l’impatto del successivo uragano Rita (arrivato nella terza
settimana di settembre) è stato praticamente trascurabile.

Il Dipartimento del lavoro aveva già reso noto alcuni cambiamenti nel
processo di rilevazione dei dati per tenere conto dell’effetto uragano
nelle aree colpite. In particolare alcune modifiche sono state apportate al
computo delle risposte non ricevute che sono state considerate per questo
mese alla stregua di posti di lavoro persi. Di conseguena il Bureau of
Labor Statistics (BLS) aveva avvertito del rischio di notevole sovrastima
della perdita di occupati.

Per tale ragione le stime si erano attestate su valori decisamente più
pessimisti rispetto a quelli pubblicati, con diverse grosse case di
investimento Usa che si spingevano a stimare una variazione di -200.000
unità.

Inoltre il BLS ha effettuato anche una simulazione arrivando a quantificare
la variazione dei non farm payrolls senza tenere conto delle aree colpite
dall’uragano. Tale simulazione ha prodotto come risultato un valore in
linea con la media dell’ultimo anno.

Il BLS ha comunque tenuto a precisare che sarà possibile avere un quadro
più completo sull’impatto dell’uragano solo quando, a fine ottobre, saranno
resi noti i dati locali ufficiali sull’occupazione.

Cosa concludere alla luce delle considerazioni di cui sopra? Alla luce dei
dati fin qui disponibili e con tutte le cautele del caso sulla possibilità
che i dati odierni possano essere rivisiti il prossimo mese, si può
concludere che l’impatto dell’uragano è stato inferiore sensibilmente alle
attese in termini di posti di lavoro persi soprattutto se si considera il
fatto che il BLS ha ammonito piuttosto sui rischi di una sovrastima di
questi ultimi nel corso della rilevazione odierna.

Tale andamento risulta in linea anche con le indicazioni fornite da alcuni
indicatori anticipatori come ad esempio la sottocomponente occupazionale
dell’indice Ism non manifatturiero, che era calata mantenendosi però pur
sempre in linea con la media degli ultimi 6 mesi e comunque al di sopra
della soglia del 50%.

Il dato odierno pertanto conferma una dinamica occupazionale ancora
favorevole per la crescita Usa, avvalorando l’ipotesi di un effetto solo
temporaneo del passaggio degli uragani come del resto sostenuto anche dalla
Fed nell’ultima riunione del 20 settembre.

Vista inoltre la recente maggiore attenzione dei membri Fed sull’evoluzione
futura dei prezzi, risulta confermata l’ipotesi di una prosecuzione della
fase di rialzo dei tassi della Fed che dovrebbe continuare in modo gradue
fino al primo trimestre del prossimo anno, con Fed Funds target attesi alla
fine di tale periodo al 4,75%.

La reazione dei mercati è stata molto netta con un forte rialzo dei tassi
di mercato che questa volta ha interessato soprattutto il comparto a 10
anni rispetto a quello a 2 anni. Il differenziale dei tassi Usa-Euro sul
tratto decennale è arrivato a quota 128bps, supportando nuovamente una fase
di rafforzamento del Dollaro.