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USA: STAMPA SEGNA L’INIZIO DELLA RECESSIONE

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L’indice della recessione, compilato dal settimanale britannico ‘Economist’, ha iniziato a dare segnali preoccupanti.

L’indicatore, che calcola ad ogni trimestre il numero degli articoli – pubblicati dal New York Times e dal Washington Post – che includono la parola ‘recessione’, e’ cresciuto sostanzialmente nel primo periodo di quest’anno, raggiungendo quota 650, tre volte il numero registrato a meta’ dell’anno scorso.

Negli ultimi 20 anni l’indice della ‘R’ e’ stato piuttosto accurato nell’individuare l’inizio del declino economico – ha infatti rilevato il principio della recessione del 1981 e del 1990 – e, sebbene la conta della parola rimanga oggi ben al di sotto dei livelli del passato, un incremento come quello corrente ha sempre indicato l’avvio della recessione.

Nel terzo trimestre del 1990, ad esempio, il numero degli articoli con la parola recessione era piu’ che raddoppiato portandosi a 750 e, nonostante i dati iniziali sul prodotto interno lordo descrivessero l’economia americana in espansione, quelli rivisti hanno successivamente mostrato una leggera contrazione.

La validita’ dell’indice sta nel fatto che non e’ legato al momento in cui le statistiche economiche vengono annunciate – sembra cioe’ essere un indicatore simultaneo non anticipatorio. Di solito cambia orientamento insieme con la produzione ed e’ disponibile istantaneamente, a differenza delle statistiche ufficiali – gli ultimi dati sul PIL americano si riferiscono ad esempio al quarto trimestre del 2000 e le cifre del primo periodo di quest’anno saranno disponibili solo alla fine del mese.

Alcuni critici, pero’, sottolineano che tutti questi articoli sulla recessione aumentano i timori degli investitori e che indirettamente accentuano il calo economico.