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USA: PIL TERZO TRIMESTRE NEGATIVO, IN CALO -0.3%

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Il Prodotto Interno Lordo Usa – un dato che rappresenta il valore totale di tutti i beni e servizi prodotti e venduti nel Paese – nel terzo trimestre del 2008 ha registrato un calo dello 0.3% (tasso annuale), una contrazione dovuta al fatto che i consumatori hanno tagliato le spese e le aziende hanno ridotto gli investimenti, per via della crisi finanziaria globale e la paura di una recessione. Nel trimestre precedente il tasso di crescita era stato pari al 2.8%, nel primo trimestre dell’anno invece la crescita era stata pari allo 0.9%. Lo ha comunicato il Dipartimento del Commercio Usa.

E’ la piu’ forte contrazione dell’economia americana da sette anni, cioe’ dal terzo trimestre 2001 (anche se nel quarto trimestre 2007 il pil registro’ -0.2%). Il dato comunque conferma che negli Stati Uniti la recessione, gia’ percepita dal mercato dei consumi, dal mercato creditizio, da quello immobiliare e dalla borsa, e’ ufficialmente cominciata (il quarto trimestre sara’ ancora piu’ negativo).

L’indicatore comunicato oggi, che rappresenta il dato preliminare suscettibile di varie revisioni nelle prossime settimane, si e’ rivelato migliore delle stime degli economisti che si attendevano un arretramento dello 0.5%.

L’indice “core” dei prezzi al consumo e’ cresciuto al 2.9%, al di sopra delle attese pari a +2.5%. I consumi personali sono arretrati del 3.1%, attestandosi a livelli peggiori delle attese pari a -2.4%. Il deflatore del Pil, un indicatore delle pressioni inflazionistiche, e’ cresciuto anch’esso del 4.2%, al di sopra delle stime (+4.0%).

La spesa per i consumi, che alimenta 2/3 della crescita economica americana, con il calo di -3.1% ha registrato la prima contrazione nella spesa trimestrale dall’ultimo trimestre del 1991 (l’America era in piena recessione quell’anno, in cui vi fu la Guerra del Golfo) e anche la piu’ forte contrazione dal secondo trimestre 1980. La spesa in beni non durevoli – come alimentari e prodotti di carta – e’ crollata con un tasso di decremento che e’ il peggiore dal 1950.

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La continua perdita di posti di lavoro, unita al calo della borsa e di altri tipi di investimento hanno creato un notevole stress finanziario sui consumatori. Il rapporto sul Pil dimostra che il reddito disponibile e’ crollato nel terzo trimestre di -8.7%, il piu’ forte ridimensionamento da quando esistono statistiche su questa voce, cioe’ dal 1947, dopo essere salito +11.9% nel secondo trimestre quando erano ancora presenti gli incentivi del programma di stimolo del governo.

La spesa per i beni durevoli è crollata al tasso annualizzato del 14,1% nel trimestre in esame, massimo calo dall’inizio del 1987. La preoccupazione per un futuro che al momento appare alquanto fosco ha frenato anche le decisioni di investimento delle imprese. In calo per la prima volta da fine 2006, la spesa per investimenti è stata ridotta dell’1%.

Sullo sfondo di un tessuto economico con evidenti segnali di sfilacciamento, la crescita dei prezzi è proseguita a ritmi sostenuti sostenuti con l’indice dei prezzi per le spese personali in salita del 5,4% annualizzato, massimo rialzo da inizio anni ’90. Anche al netto di componenti volatili come alimentari ed energia, i prezzi core risultano in aumento del 2,9%, dal 2,2% del secondo trimestre.