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USA: PERSI 190 MILA POSTI, DISOCCUPAZIONE AL 10.2%

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Nel mese di ottobre l’occupazione nel settore non agricolo negli Stati Uniti e’ diminuita di 190 mila unita’, con il dato che si e’ rivelato peggiore delle stime. Il tasso di disoccupazione e’ stato del 10.2%, salendo sopra la soglia del 10% per la prima volta in 26 anni, cioe’ da giugno 1983, sottolineando la persistente debolezza del mercato del lavoro.

I dati sono stati resi noti dal Dipartimento del Lavoro.

Si tratta del 22esimo mese consecutivo in cui le aziende americane – piccole, medie e grandi – licenziano. Da quando la recessione e’ formalmente iniziata nel dicembre del 2007, l’America ha bruciato in totale 7.3 milioni di posti di lavoro e il tasso di disoccupazione e’ piu’ che raddoppiato.

Le stime degli economisti erano per una perdita di posti di lavoro pari a 175 mila unita’, mentre il tasso di disoccupazione era stato previsto al 9.9% dal 9.8% del mese precedente. In settembre furono persi 219.000 posti (dato rivisto da -265.000).

Le ore di lavoro settimanali sono state in media pari a 33.0, lievemente inferiori alle 33.1 previste. Gli stipendi medi all’ora sono risultati in rialzo dello +0.3% rispetto al mese precedente, a fronte del valore di settembre di +0.1%. Il dato del mese precedente e’ stato rivisto a +0.4% dallo 0.3%. Su base annuale il dato e’ in crescita del 2.4% rispetto a settembre 2008, +2.6% era il dato precedente.

Aziende come Johnson & Johnson (l’ultima ad annunciare una riduzione della forza lavoro) stanno tagliando posti perche’ afflitte dai timori secondo cui la ripresa avra’ in realta’ vita breve a causa della debolezza dei consumi. In settimana la Fed ha sottolineato che l’economia rimmara’ debole probabilmente ancora per un po’, promettendo ancora una volta di avere l’intenzione di mantenere i tassi sui minimi storici ancora “per un periodo di tempo esteso”.

“Ovunque il mercato del lavoro riflette ancora le condizioni precarie dettate dalla recessione e probabilmente vi saranno ulteriori pressioni sull’occupazione e sugli stipendi”, ha dichiarato prima della pubblicazione del report Brian Bethune, chief financial economist di IHS Global Insight in Lexington, aggiungendo che “non deve sorprendere che la fiducia dei consumatori stia diminuendo e che l’outlook sulle spese al consumo sia poco esaltante”.